Per capire il dio Pan, controversa figura mitologica, bisognerà partire dai tratti esteriori che contraddistinguono questa misteriosa figura. Pan è un semidio, mezzo uomo e mezzo capra, da un aspetto così sgradevole da essere stato persino abbandonato da sua madre, la ninfa Driope. Suo padre, si dice invece, si tratti del dio Ermes, messaggero divino dell’Olimpo.
Zoccoli, barba folta, coda e corna, con l’avvento del cristianesimo, questa figura fu spesso associata a Satana. Una delle sue caratteristiche principali era il suo urlo agghiacciante capace di lasciare i suoi nemici svenuti o in uno stato di panico assoluto, da qui il nome “attacco di panico”. Sembrerebbe infatti che la condizione “metà uomo e metà bestia” si avvicini per immagini assonanti alla sensazione di panico clinica.
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Pan come sintomo psicologico: l’origine dell’attacco di panico
Accanto alla mitologia, nasce un’idea più medica. Sembrerebbe proprio l’etimologia della parola a suggerire la parola panico. Perché compare Pan nella nostra testa? Non esiste una sola causa precisa, ma è certo che vi è un non ascolto di base. In presenza di alessitimia (l’incapacità di provare ed esprimere le emozioni) ci sarà un grande accumulo di paure e pulsioni, che provocherà un’esplosione incontrollabile.
Talvolta si guarda con diffidenza tali sintomi, prendendo sotto gamba il fatto che Pan altro non è che un messaggio non recepito in precedenza, che se fosse stato ascoltato, si sarebbe risolto sul nascere.
Un semidio dalla forte connotazione sessuale
Anche Pan, come Dioniso e Priapo, era rappresentato con un grande fallo. Recentemente, il semidio è stato indicato come il dio della masturbazione da James Hillman, noto psicologo americano.
A causa del suo sgradevole aspetto, Pan era costretto a praticare autoerotismo o fare violenza sessuale. Si potrebbe dire fosse affetto da un’ossessione per le ninfe. L’amore non corrisposto di Pan spesso si trasformava in una vera e propria mania. Pitis, ad esempio, era una ninfa innamorata di Pan che, per la gelosia di un altro pretendente, Borea, fu fatta precipitare da una scogliera e trasformata in un pino.
Ma la più famosa ninfa perseguitata da Pan è Siringa. Vergine, seguace di Artemide, fuggì fino alle rive del fiume Ladon. Per sfuggirgli definitivamente, si fece trasformare in un fascio di canne palustri. Pan, arrabbiato, ne strappò alcune per costruire uno strumento musicale, la siringa appunto. Così l’avrebbe posseduta per sempre.
Da dio della natura a signore degli Inferi
Pan, incontrastato dio della natura, fu trasformato nel signore degli Inferi, titolo che sarebbe stato più appropriato per Ade. Ancora una volta, Pan era stato tradito dal suo aspetto bestiale. Il dio della natura era ora ritratto come il distruttore, simbolo di ogni malvagità.
Una religione che reprimeva il sesso non poteva accettare una mitologia che ne aveva fatto la propria ragione di vita.
La rivalutazione romantica e il ritorno al ruolo primordiale
Come spiega il professor Ronald Hutton, nel suo studio sulla Wicca, a partire dall’epoca romantica, soprattutto in Inghilterra, la figura di Pan venne enormemente rivalutata. In un mondo avviato verso l’industrializzazione, vi fu una ricerca della purezza delle origini e così il Pan romantico divenne il dio della natura per antonomasia.
Un mito, quello dell’essere caprino, che aveva radici in un passato lontanissimo. In Italia il suo nome era Fauno, e la sua specie veniva chiamata fauni e silvani, molto prima che venissero identificati con i satiri. Esseri magici che, in epoca pre-cristiana, erano considerati divinità benevole, portatrici di vita.
Sono dovuti trascorrere quasi due millenni prima che a Pan fosse restituito il suo ruolo primordiale di divinità pagana.
Aspetto | Descrizione e simbologia |
---|---|
Natura e Origine | Semidio greco, figlio di Ermes e della ninfa Driope. Metà uomo e metà capra, dio della natura selvaggia, dei pastori e delle greggi. |
Caratteristiche | Aspetto grottesco, forte connotazione sessuale, possessore di un urlo terrificante che genera panico. Suonatore del flauto di Pan (siringa). |
Etimologia e Psicologia | Il suo nome è all’origine del termine “panico”. Simboleggia l’esplosione incontrollata di istinti ed emozioni represse. |
Evoluzione storica | In epoca pre-cristiana era una divinità benevola (come il Fauno romano). Con il Cristianesimo, il suo aspetto viene associato a Satana. Viene rivalutato in epoca romantica. |
Immagine (2011) CC 2.5 By Marie-Lan Nguyen
L’articolo è stato aggiornato in data 27 agosto 2025.
Ancora oggi, come anche nel passato, i più subdoli e pericolosi per i popolo di Dio sono coloro che si sono arricchiti predando e opprimendo con la violenza gli umili e i giusti. Poi vi sono gli anticristi che sono coloro che cercano di far ripudiare l’anima a coloro che hanno una fede fragile e quindi più facili alle tentazioni. Questi anticristi demoniaci, in genere sono liberi ricercatori, ossessionati per la “ricerca”, al solo scopo di rispecchiarsi nel mondo e trovare riscontri del prorio sè attraverso la cultura dei popoli, ma soprattutto sono estasiati dai miti primordiali e classici. Nei nostri tempi, questa specie “speciale” di esseri umani, sempre alla ricerca di affermazione e di appagare perpetuare le loro esperienze emozionali sessuali premature, sono molto più avvantaggiati dei loro antenati nel collocarsi nel mondo attuale, grazie anche alle opportunità del web. Ma la sfrontatezza di questa specie umana e stata possibile, grazie agli scritti dei due loro scrittori filosofi preferiti, Nietzsche e Martin Heidegger , in quanto, leggendo le loro opere riscontrano esoteriche assonanze mentali univoche: sentirsi appartenenti alla specie speciale dei semi dei “noi siamo”, destinati a smantellare l’etica coscienziale e comandare il mondo, illuminandosi d’immenso. Che però, il grande pubblico ingenuo, costituito dai veraci figli di Dio, pur leggendo gli scritti degli stessi due filosofi, non nota il vero senso nascosto di tali scritti, o per volere di Dio, o forse perché non hanno mai avuto problemi psichitrici.