La Calabria è una terra ricca di miti e leggende, molte delle quali strettamente legate alla mitologia greca. Tra queste spicca il mito di Oreste e Metauro, una storia di vendetta, follia e purificazione che unisce la saga degli Atridi ai fiumi e alle città dell’antica Magna Grecia.
Indice dei contenuti
Personaggi e luoghi del mito: una guida rapida
Elemento del Mito | Descrizione e corrispondenza moderna |
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Oreste | Figlio di Agamennone, destinato a vendicare il padre. |
Agamennone | Re di Micene, ucciso dalla moglie Clitemnestra e dal suo amante Egisto. |
Erinni | Divinità vendicatrici che personificano il rimorso per il matricidio. |
Fiume Metauros | Fiume sacro della purificazione, oggi identificato con il fiume Petrace, vicino a Gioia Tauro. |
Ipponion | Antica città dove Oreste ringraziò gli dei, oggi Vibo Valentia. |
Porto Oreste | Città fondata da Oreste, oggi localizzata a Rovaglioso, frazione di Palmi. |
Gli antefatti: la morte di Agamennone
Per comprendere il mito è necessario partire dai suoi antefatti. Oreste è figlio di Agamennone, re di Micene, e di Clitemnestra. Durante i 10 anni della guerra di Troia, Clitemnestra tradisce il marito con Egisto. Al suo ritorno, Agamennone viene ucciso in una trappola orchestrata proprio dalla moglie e dal suo amante. Egisto usurpa il trono per sette anni, mentre il piccolo Oreste, salvato dalla sorella Elettra, cresce in esilio presso lo zio Strofio, re della Focide, covando il desiderio di vendicare la morte del padre.
La vendetta e la persecuzione delle Erinni
Divenuto adulto, Oreste consulta l’oracolo di Delfi, che per bocca di Apollo conferma il suo dovere di vendetta. Con l’aiuto del cugino Pilade, Oreste torna a Micene e uccide la madre Clitemnestra e il suo amante Egisto. Tuttavia, il matricidio era considerato il crimine più grave. Per questo motivo, Oreste viene immediatamente perseguitato dalle Erinni, terribili divinità che personificano il rimorso e la colpa, fino a portarlo alla follia. Disperato, consulta nuovamente l’oracolo, che gli offre una via per la salvezza: dovrà sottrarre il simulacro di Diana Fascelide e purificarsi immergendosi per sette volte in un fiume sacro alimentato da sette affluenti.
La purificazione in Calabria nel fiume Metauro
Il corso d’acqua indicato dall’oracolo è il Metauros, oggi conosciuto come fiume Petrace, che scorre vicino a Gioia Tauro e le cui caratteristiche corrispondono esattamente a quelle del mito. Proprio come predetto, Oreste si getta nel fiume per sette volte e riacquista il senno. In segno di gratitudine, si reca poi a Ipponion (l’odierna Vibo Valentia) per ringraziare gli dei presso il tempio di Proserpina. La leggenda narra che, vicino al luogo della purificazione, Oreste abbia fondato diverse città: un tempio in onore di Apollo, dove appese la spada del matricidio, e soprattutto una città, Porto Oreste, che oggi corrisponde alla frazione di Rovaglioso nel comune di Palmi. Questi luoghi sono oggi compresi tra Pietrenere e Scinà.
Epilogo: il ritorno di Oreste al trono
Dopo la purificazione in Calabria, il mito di Oreste si conclude con il suo trionfo. Torna in Grecia, uccide il fratellastro usurpatore Alete e diventa re di Micene e di Argo. In seguito, alla morte di Menelao, erediterà anche il trono di Sparta, riunendo sotto il suo scettro i regni più potenti del Peloponneso.
Articolo aggiornato il: 01/09/2025
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia