Il puntinismo, tra arte e scienza

Il puntinismo, tra arte e scienza

Tra le più curiose tecniche artistiche di tutti i tempi, il puntinismo è sicuramente quella che spicca di più. Il termine fu coniato dal francese Félix Fénéon che chiamò questa interessantissima tecnica “pointillisme” in francese, da cui poi la traduzione italiana “puntinismo”. Nato intorno al 1870 in Francia, esso è un movimento artistico considerato figlio dell’impressionismo e del neoimpressionismo. È proprio dalle critiche rivolte a questi ultimi due movimenti, che nasce questa nuova corrente artistica. Gli artisti francesi cominciarono infatti, a notare l’assenza del colore locale nei quadri impressionisti. Si inizia infatti ad apprezzare maggiormente un accostamento dei colori sulla tela piuttosto che un loro mescolamento sulla tavolozza, in modo tale da permettere che la fusione avvenga direttamente nella retina dell’osservatore. È proprio per via di questo accostamento che le opere pittoriche appartenenti al puntinismo risultano essere molto statiche oltre che precise (altra caratteristica che si contrappone all’impressionismo, le cui opere presentano delle figure più fluide e meno chiare).

Fu George Seurat il pioniere di questa tecnica caratterizzata dalla scomposizione dei colori in piccoli punti. Per lui, il colore e la luce, sono i veri protagonisti delle opere pittoriche. Questa sua attenzione nei confronti del colore nasce dal momento in cui si iscrive alla scuola di belle arti e legge il testo chimico di ChevreulLa legge del contratto simultaneo dei colori” finché non inizierà a realizzare le proprie opere, tra cui la più importante, considerata anche il vero manifesto del puntinismo intitolata “Un dimanche après-midi à l’Île de la Grande Jatte”, tradotto in italiano “Una domenica pomeriggio all’Île de la grande Jatte”. Quest’opera venne portata a termine nel 1886 ed oggi è conservata all’Art Institute di Chicago. Possiamo notare qui la precisione di Seurat nel ricreare questi puntini accostati l’un l’altro e la sua capacità di farci credere di esserci immersi in quella stessa atmosfera di calma e immobilità rappresentati nel quadro. Le figure vengono disegnate seguendo una certa staticità delle forme che risultano essere al quanto geometriche, mentre l’idea di spazio e profondità viene ricreata tramite la diminuzione delle figure e degli oggetti: più questi sono lontani, più sono piccoli.

Oltre a George Surat, il puntinismo fu praticato anche da un altro grandioso pittore, Paul Signac. Quest’ultimo diventa un grande amico di George Seurat; i due si erano incontrati nel Salon des Artistes Indépendants e instaurarono fin da subito un ottimo rapporto basato soprattutto dalla reciproca stima che provavano l’uno per l’altro. Una delle sue opere più famose è “Les Démolisseurs”, realizzata nel 1896. Questa è un’opera che rimanda, senza ombra di dubbio, alla posizione anarchica del pittore: questo lavoratore raffigurato in primo piano rappresenta un uomo che desidera colpire ed eliminare il capitalismo, il passato e a rendere ancora più esplicito questo messaggio è la presenza, nel quadro, del sole nascente, che sta a simboleggiare la nascita di un nuovo giorno e quindi di tempi nuovi.

Fonte dell’immagine in evidenza: Wikipedia

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