Il 7 settembre 1822 è una data fondamentale per il popolo brasiliano, il giorno che segna l’indipendenza del Brasile dal Regno Unito di Portogallo. All’interno del contesto latino americano, il Brasile rappresenta un caso atipico: è l’unica ex colonia del Portogallo, l’unico paese di lingua portoghese e soprattutto l’unica nazione del continente ad aver raggiunto l’indipendenza in maniera totalmente pacifica.
Dietro a questo evento troviamo la figura di Napoleone. Con l’obiettivo di sconfiggere l’Inghilterra, decise di imporre il cosiddetto blocco continentale, un decreto che vietava alle navi britanniche di attraccare in qualsiasi paese sotto il dominio francese. Il Portogallo, storico alleato inglese, rifiutò di sottostare al blocco. Ciò rappresentò una sfida per la Francia, la quale nel 1807 invase il paese, innescando una catena di eventi decisivi.
Indice dei contenuti
Data | Evento |
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1807 | La Francia invade il Portogallo; la corte reale si trasferisce in Brasile. |
1808 | Apertura dei porti brasiliani al commercio internazionale, fine del monopolio portoghese. |
16 dicembre 1815 | Il Brasile viene elevato a regno, parte del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarves. |
1821 | La rivoluzione liberale di Porto costringe re João VI a tornare in Portogallo. |
7 settembre 1822 | Il principe reggente Pedro pronuncia il “Grito do Ipiranga”, dichiarando l’indipendenza. |
La famiglia reale in Brasile e il periodo Joanino
La famiglia reale portoghese, vedendo l’impossibilità di resistere all’attacco francese, decise di lasciare la propria nazione e spostarsi in quella che allora era la sua colonia più ricca, il Brasile. L’arrivo della corte a Rio de Janeiro apportò moltissime trasformazioni. Per prima cosa furono aperti i porti del paese al commercio con le nazioni amiche, ponendo fine al monopolio commerciale che aveva legato il Brasile esclusivamente alla madrepatria. Questa apertura favorì una maggiore indipendenza economica per le città brasiliane.
I cambiamenti economici furono accompagnati da trasformazioni culturali: il re João VI promosse la costruzione di scuole, università, teatri e della Biblioteca Nazionale. Questo periodo, noto come Periodo Joanino, vide il Brasile cambiare volto. Il 16 dicembre del 1815, il paese perse il suo status di colonia per diventare parte integrante del Regno Unito di Portogallo, Brasile e Algarves, un passo fondamentale verso la futura indipendenza.
La rivoluzione di Porto e il Grito do Ipiranga
La situazione in Portogallo, nel frattempo, era drastica. Il paese affrontava una grave crisi economica e politica, e il re si trovava a Rio de Janeiro, apparentemente disinteressato. Questo malcontento sfociò nel 1821 nella Rivoluzione liberale di Porto, che esigeva il ritorno del monarca. Messo alle strette, João VI tornò in patria, lasciando il figlio Pedro come principe reggente in Brasile.
L’élite portoghese, però, voleva che anche Pedro tornasse e che il Brasile ritornasse al suo vecchio status di colonia. Di fronte a queste pressioni, e spinto dall’élite brasiliana che non voleva perdere i privilegi acquisiti, Pedro si oppose. Il 7 settembre 1822, sulle rive del fiume Ipiranga, avvenne il fatto noto come Grito do Ipiranga (il Grido dell’Ipiranga). Qui, il principe reggente pronunciò la famosa frase «Independência ou morte!» (“Indipendenza o morte!”), stabilendo l’irreversibile separazione tra le due nazioni.
Il 12 ottobre dello stesso anno, Pedro venne acclamato primo imperatore del Brasile con il nome di Dom Pedro I. Con questo atto, il Brasile non divenne una repubblica, come le altre ex colonie spagnole, ma si costituì come Impero del Brasile, una monarchia costituzionale che sarebbe durata fino al 1889.
Fonte immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 05/09/2025