Italiano e prestiti linguistici: da dove provengono?

Italiano e prestiti linguistici

L’italiano, come tutte le lingue, è in continua evoluzione, e anche i prestiti linguistici contribuiscono a questo processo.

Come si è formato il lessico

Il vocabolario di base dell’italiano (ossia le parole basilari che ogni parlante conosce) è formato dai lessemi ereditati dal latino per il 53%, e questi ultimi costituiscono il 15% del vocabolario totale. Ad esempio, parole come: scuola, fare, lana e muovere derivano tutte dal latino. Anche i regionalismi, detti anche dialettismi, contribuiscono in parte alla formazione del lessico con parole che dai dialetti sono entrati a far parte dell’italiano. Si tratta di parole così diffuse che spesso non si sa che sono dialettismi. Ad esempio, parole come pizza e mozzarella vengono dalla Campania e sono entrate a far parte dell’italiano comune, mentre vestaglia, gondola e gazzetta vengono dalla regione Veneto. Un altro gruppo di parole in espansione è quello dei neologismi, ma una categoria molto ampia è quella dei prestiti linguistici, ossia parole che sono arrivate in italiano attraverso altre lingue. Innanzitutto bisogna distinguere tra prestiti di necessità e prestiti di lusso. I primi sono parole arrivate in italiano assieme all’oggetto che indicavano, ad esempio: computer, cacao (che è un prestito azteco), patata (prestito delle lingue precolombiane), e così via. Nei secondi rientrano tutti i vocaboli che sono entrati a far parte dell’italiano nonostante l’esistenza di una parola con lo stesso significato in italiano, ad esempio: babysitter (in italiano esiste già “bambinaia”), supermarket (in italiano esiste già “supermercato”), e così via. Inoltre, i prestiti possono essere adattati e non adattati. Nel primo caso si tratta di parole conformate al sistema morfologico dell’italiano, al contrario i prestiti non adattati hanno conservato la forma originaria.

Prestiti dal francese

Iniziando dalle lingue neolatine, molte parole di origine francese sono entrate a far parte del lessico italiano grazie ai traffici commerciali. Si tratta di parole come: forestiero, viaggio, ostello, cosmopolita, dama, esportare, importare, monopolio, toilette, bandiera, bignè, parrucchiere, legalizzare, indennizzare, colpo di stato, Corte d’appello, Corte di cassazione.

Prestiti dallo spagnolo

Diverse sono le parole provenienti dallo spagnolo, entrate a far parte della lingua italiana nel Cinquecento e nel Seicento con la dominazione spagnola dell’Italia. Sono parole che appartengono a diversi campi semantici: appartamento, flotta, guerriglia, posata, regalo, baia, etichetta e complimento. Altre parole sono prestiti che risalgono ai periodi della dittatura franchista e della rivoluzione cubana: ammutinare, ronda, canoa, cannibale, falange, franchista, pasionaria, castrista, desaparecido e golpista. Sono arrivate in Italia attraverso lo spagnolo anche parole provenienti dall’America centro-meridionale, ad esempio cioccolata, e mais.

Prestiti dal portoghese

Dal portoghese si registrano prestiti nell’ambito dei termini botanici, della marina, delle danze brasiliane: lambada, samba, boa, cocco, mandarino (“funzionario cinese”), bambù.

 Prestiti dal germanico e dalle lingue germaniche

A causa delle dominazioni di goti, franchi e longobardi sono state inserite nel lessico italiano molte parole collegate alla guerra: agguato, dardo, elmo, guardia, schiera, galoppare e guerra stessa. I prestiti angloamericani sono i più numerosi e sarebbe impossibile elencarli tutti: smog, sterlina, outsider, performance, computer, first lady, hardware, software, bypass, account, bar, best-seller, tunnel, camper, hobby, shampoo, shopping, stress, tablet, test, killer, laser, mouse, scanner, zoom, sponsor e weekend sono solo alcuni dei termini di questo gruppo di parole usate quotidianamente. Dal tedesco moderno derivano parole come: würstel, strudel e bunker. Vengono invece dall’olandese parole come: iceberg, pompelmo e stoccafisso. Sono prestiti dal norvegese: vichinghi, sci, fiordo e slalom.

Prestiti dal greco

Sono entrate a far parte dell’italiano dal greco parole della filosofia e della letteratura, nomi di piante, animali marini, parti della casa o della città, parti del corpo, oggetti domestici. Alcuni esempi: antonomasia, elegia, filosofo, delfino, ampolla, balena, melo, olivo, braccio, stomaco, biblioteca e democrazia.

Prestiti dall’arabo

A causa della dominazione araba della Sicilia, sono entrati a far parte del lessico italiano: algebra, algoritmo, arancia, limone, chimica, cifra, zero, zucchero, taccuino, libeccio, ammiraglio e fardello.

Prestiti dal cinese

In italiano si riscontrano prestiti anche dal cinese, si tratta di parole utilizzate sempre più spesso come: kung fu, tè, ginseng.

Prestiti dal giapponese

Sono entrati a far parte della lingua italiana dal giapponese: chimono, karate, samurai, harakiri, sumo, judo, sushi e futon.

Prestiti dall’indiano

Sono vari anche i prestiti dall’indiano (più precisamente dal sanscrito): kamasutra, yoga, karma e nirvana.

Prestiti dall’ebraico

Diverse parole appartenenti all’ambito religioso sono prestiti dall’ebraico: alleluia, Messia, rabbino e osanna.

Prestiti dal turco

Incredibilmente, sono prestiti dal turco parole usate spessissimo quali: caffè, divano e alcool.

Oltre ai prestiti linguistici in italiano già citati da luoghi extraeuropei, è importante citare anche i prestiti detti “esotismi”. Questi ultimi sono prestiti provenienti dalle voci algonchine, voci maori e africane: mocassino, totem, scimpanzé, boomerang e canguro.

In conclusione, questa sintetica lista di prestiti linguistici mostra che è impossibile parlare solamente “in italiano”, chiudendosi in sé stessi, perché anche quando si parla italiano si è, in modo diretto o indiretto, connessi ad altre lingue. L’italiano nella forma che ha oggi, come tutte le altre lingue, senza i prestiti probabilmente non sarebbe mai esistito.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

De Rosa Sara e Di Puorto Paolo

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Studentessa laureanda dell'Università di Napoli "L'Orientale".

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