La scrittrice Božena Němcová: l’intellettuale boema dell’800

La scrittrice Božena Němcová: l'intellettuale boema dell'800

La scrittrice Božena Němcová è l’autrice più importante della letteratura ceca dell’800. Segnata all’anagrafe come Barbora Novotná, nasce a Vienna il 4 febbraio 1820 da padre austriaco e madre ceca. Riceverà un’educazione prettamente tedesca, ma vivrà per la maggior parte della sua vita in terra boema, insieme alla nonna materna Magdalena, a Ratibořice, una frazione della città di Česká Skalice. Sua nonna Magdalena sarà una persona fondamentale per la sua formazione, dedicherà a lei anche una delle sue opere più importanti. Božena passerà tutta la sua infanzia a Ratibořice e questo le permetterà di instaurare un legame con le tradizioni popolari ceche, che saranno fondamentali all’interno delle sue opere. A diciassette anni sposa un ispettore finanziario, Josef Němec, con il quale avrà un matrimonio infelice, ma che le darà  quattro meravigliosi figli.

Due sono i periodi cruciali per la produzione della scrittrice Božena Němcová: il primo è durante il suo trasferimento a Praga nel 1842, dove entrerà in contatto con diverse personalità ceche che la influenzeranno. Il secondo è il trasferimento a Chodsko, nella parte ovest della Boemia, in quanto riuscirà a ricongiungersi con l’ambiente rurale, ritrovando l’amore che provava per il folklore. Dal 1853 al 1854, in seguito alla dolorosa perdita del figlio maggiore Hynek, la scrittrice Božena Němcová lavora al romanzo Babička (La nonna) del 1855, che diventa una pietra miliare della letteratura ceca e la pone tra i maggiori esponenti della narrativa del XIX secolo. Attraverso quest’opera, inoltre, riesce a rievocare l’infanzia serena trascorsa a contatto con la natura di Ratibořice, segnata profondamente dalla presenza della nonna materna. Il personaggio centrale di questo romanzo, ambientato nella Boemia orientale, è una nonna, personificazione dell’ideale di amore materno e, allo stesso tempo, dell’antico mondo patriarcale della campagna boema. Troviamo all’interno usi e costumi boemi del contesto rurale del XIX secolo.

La scrittrice Božena Němcová si indirizzerà poi verso la produzione favolistica, che proseguirà fino al 1858, in cui vengono pubblicate due raccolte slovacche intitolate Slovenské pohádky a pověsti I Slovenské pohádky a pověsti II. La creazione di queste due raccolte fu possibile solo grazie ai viaggi compiuti in Slovacchia dal marito di Božena.
Čert a Káča, tradotto come Il diavolo e Caterina, è una delle fiabe più apprezzate e conosciute della scrittrice Božena Němcová. Pubblicata all’interno della raccolta Národní báchorky a pověsti (Storie e leggende popolari), questa fiaba vede come protagonista Káča. Il nome Káča non solo rappresenta un diminutivo del nome ceco Kateřina, ma viene usato volgarmente per identificare una donna poco intelligente e frivola. In questa fiaba, Káča è lo zimbello del paese: il suo pessimo carattere scoraggia chiunque dall’invitarla a ballare. Stufa di non ricevere attenzioni, un giorno dichiara di essere disposta a ballare perfino con il diavolo. Ben presto compare proprio il diavolo nelle vesti di un cacciatore e decide di accontentarla, invitandola a ballare e portandola poi all’inferno con sé. La scrittrice Božena Němcová sceglierà di rimanere a Praga, dove trascorrerà il resto della sua vita in estrema povertà, fino alla sua morte che avverrà nel 1862. A lei è dedicato l’asteroide 3628 Božněmcová.

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

 

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