Città etrusche e architettura: templi, tombe e urbanistica

Le città etrusche: un'architettura sorprendente

Gli Etruschi, popolo dell’Italia antica vissuto tra il IX e il I secolo a.C., sono noti non solo per la loro cultura raffinata, ma anche per la loro abilità nella costruzione di città. L’architettura delle città etrusche, sebbene in parte perduta a causa dell’uso di materiali deperibili, offre preziose informazioni sulla loro organizzazione sociale, religiosa e sulla loro visione del mondo, fondata su una profonda connessione tra spazio terreno e divino.

L’urbanistica delle città etrusche

Gli Etruschi non formarono mai uno stato unitario, ma erano organizzati in città-stato indipendenti, le più importanti delle quali formavano la dodecapoli, una lega religiosa. La fondazione di una città seguiva un preciso rituale sacro: lo spazio veniva orientato secondo gli assi cardinali, tracciando il Cardo (nord-sud) e il Decumano (est-ovest). Le città erano spesso fortificate con imponenti mura ciclopiche, realizzate con grandi blocchi di pietra, ancora oggi visibili a Roselle e Vetulonia. Per saperne di più sulla loro organizzazione, è possibile consultare articoli sulla società e la cultura etrusca.

Gli edifici etruschi: templi e abitazioni

I templi etruschi

I templi erano il cuore religioso della città. A differenza di quelli greci, erano costruiti su un alto podio accessibile da una scalinata frontale. La struttura, descritta da Vitruvio, prevedeva un profondo portico con colonne tuscaniche (simili al dorico ma con fusto liscio) e una parte posteriore divisa in tre celle, dedicate alla triade divina Tinia, Uni e Menrva. I tetti erano ricoperti da elaborate decorazioni in terracotta policroma (acroteri, antefisse). Un esempio significativo è il Tempio del Belvedere a Orvieto.

Le abitazioni etrusche

Le case erano costruite con materiali deperibili come legno e mattoni crudi, motivo per cui ne restano poche tracce. La nostra conoscenza deriva principalmente dalle necropoli, dove le tombe erano concepite come “case per l’eternità” e ne riproducevano fedelmente la struttura.

L’architettura funeraria: le città dei morti

L’architettura funeraria è l’aspetto meglio conservato della civiltà etrusca. Le necropoli erano vere e proprie “città dei morti”, situate fuori dalle mura cittadine. Le tombe, scavate nella roccia o costruite in pietra, erano organizzate come case, con stanze e arredi, e decorate con affreschi vivaci che ritraevano scene di banchetti, danze e giochi. Le più importanti sono le necropoli di Cerveteri (Banditaccia) e Tarquinia (Monterozzi), entrambe dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Anche la necropoli di Populonia è un esempio notevole, con le sue tombe a tumulo che mostrano influenze orientali dovute ai traffici marittimi. A Perugia, le necropoli forniscono preziose informazioni sull’espansione urbana della città antica.

L’architettura etrusca: caratteristiche principali

Tipologia architettonica Elementi caratteristici
Urbanistica Fondazione rituale con assi Cardo/Decumano e imponenti mura ciclopiche.
Templare Alto podio, colonne tuscaniche, tre celle e ricche decorazioni in terracotta.
Funeraria Tombe a tumulo o ipogee, strutturate come case e decorate con affreschi.

Materiali e tecniche costruttive

L’architettura etrusca utilizzava materiali locali come tufo, legno e argilla. Gli Etruschi furono maestri nell’uso dell’arco a tutto sesto, una tecnica costruttiva con cunei radiali che permetteva di creare aperture ampie e che fu poi perfezionata dai Romani. Introdussero anche l’ordine tuscanico, una variante del dorico greco. Per un approfondimento sui siti archeologici, è possibile consultare le risorse del Ministero della Cultura italiano.

Fonte immagine: wikipedia.org

Articolo aggiornato il: 24/09/2025

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Appassionato di film (di quelli soporiferi, sia chiaro, non di quelli interessanti) ma anche studente di lingua tedesca e russa all'università di Napoli "L'Orientale".

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