Le pitture nere di Goya, cosa sono

Le pitture nere di Goya

Francisco José de Goya y Lucientes, pittore e incisore spagnolo, nasce a Fuendetodos in Spagna il 30 marzo del 1746. Considerato da molti come l’ultimo esponente degli antichi e il primo maestro dei moderni, Goya attraverso la sua arte, diede voce non solo agli sconvolgimenti storici, sociali e politici a cui assistette durante la sua vita, ma attraverso le cosiddette pitture nere diede anche voce ai suoi incubi e alle sue paure.

Cosa sono le pitture nere?

Bisogna innanzitutto ricordare che con Francisco Goya siamo davanti a una doppia vita: da una parte c’è l’uomo ufficiale, rispettoso delle regole sociali che esegue dipinti per la corte del re; dall’altra parte emerge una dimensione privata, sofferente, isolata ma soprattutto libera dalle regole e dai gusti esterni.
Questa duplice posizione si riflette allora anche nella sua pittura, dopo la produzione di una raccolta di 80 incisioni ad acquaforte con il titolo di Caprichos, la sua produzione seguirà principalmente due direzioni: quella delle pitture chiare e quella delle pitture nere.

La prima permette la realizzazione di una pittura legata alla realtà, a figure piacevoli e rasserenanti create tramite colori luminosi e soprattutto in conformità con il gusto del popolo. Esempi significativi sono Il Parasole (1777) e i due ritratti di Maja, vestida e desnuda (entrambi del 1799).

La seconda direzione cominciò a svilupparsi nel biennio del 1792-1793 considerato un vero e proprio spartiacque nella vita del pittore: Goya oltre a provare una forte delusione per gli sconvolgimenti politici europei legati all’ascesa al trono di Carlo IV considerato dal pittore un inetto, cominciò anche a soffrire di una misteriosa malattia. Questi furono i principali fattori che spinsero poi Goya nel periodo compreso tra il 1819 e 1823 a produrre le pitture nere all’interno di una casa di campagna conosciuta come la Quinta del Sordo presso Madrid: più precisamente tra il 1820 e il 1821 dipinge le pareti del primo piano e nel 1821-1823 passa al pianterreno, rendendo la sua casa una vera e propria galleria d’Arte.

Con il termine pitture nere allora facciamo riferimento all’arte di suddetto periodo, quando Goya decise di dipingere direttamente sulle pareti dell’abitazione, senza un preciso progetto iconografico, 14 grandi dipinti utilizzando pittura a olio. Da questo progetto nacquero pitture macabre, dai toni bui e dai soggetti deformi e mostruosi resi mescolando tinte chiare con tinte di rosso, nero e giallo scuro. Così Goya diede voce alle sue ossessioni, ai suoi demoni interiori e alle sue visioni più disperate attraverso la stregoneria, il grottesco, l’esoterico e il mitologico.

L’esempio significativo del periodo delle pitture nere è in particolare: Saturno che divora il figlio”, esposta al Prado di Madrid, è un’opera di grande impatto visivo in cui Goya attraverso pennellate forti e giocando con luce e ombra mette in scena il momento in cui Saturno, in preda alla paura di essere spodestato da uno dei suoi figli dopo la predizione di Gea, divora uno dei suoi figli
Goya probabilmente attraverso quest’azione violenta volle rappresentare simbolicamente le paure che più attanagliavano l’uomo dell’epoca: la guerra, l’inquisizione e l’assolutismo, mentre il povero figlio dilaniato dal padre rievocherebbe tutte le vittime.

Fonte immagine: Wikipedia

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