Sándor Márai (1900-1989) è stato un brillante scrittore e giornalista ungherese, considerato una delle voci più importanti della letteratura mitteleuropea del XX secolo. Antifascista e anticomunista, visse un lungo esilio che lo portò anche in Italia, ma raggiunse la fama internazionale solo dopo la sua morte, grazie alla riscoperta del suo capolavoro “Le braci”.
Indice dei contenuti
Sándor Márai in sintesi
Dettaglio | Informazione |
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Nascita | 11 aprile 1900, Kassa (oggi Košice, Slovacchia) |
Morte | 21 febbraio 1989, San Diego (California), suicida |
Nazionalità | Ungherese, poi naturalizzato statunitense |
Opere principali | Le braci, La donna giusta, Confessioni di un borghese, Il sangue di San Gennaro |
Casa editrice italiana | Adelphi |
Biografia: dalla formazione all’esilio
Nato in una famiglia borghese, Sándor Márai cresce bilingue (ungherese e tedesco) e a 18 anni si trasferisce a Budapest, attratto dalla vita letteraria. Inizialmente valuta di scrivere in tedesco, ma sceglie la sua lingua madre per collaborare con importanti testate, tra cui la Frankfurter Zeitung. Fervente antifascista, critica duramente il regime nazista. Dopo la guerra, con l’instaurarsi del regime comunista in Ungheria, le sue opere vengono censurate e nel 1948 è costretto a lasciare il paese, iniziando un lungo esilio da cui non farà più ritorno.
L’esilio e il profondo legame con Napoli
Dopo un breve periodo in Svizzera, Márai si trasferisce a Posillipo, a Napoli, dove vive dal 1948 al 1952. Resta profondamente affascinato dal popolo napoletano, dalla sua cultura e dai suoi paesaggi. Questa esperienza ispira il suo romanzo “Il sangue di San Gennaro”. A Napoli entra in contatto con importanti intellettuali dell’epoca, tra cui Benedetto Croce, con cui mantiene un ricco rapporto epistolare.
Le braci: il capolavoro della riscoperta
Nonostante il successo in patria prima dell’esilio, Sándor Márai rimane sconosciuto al grande pubblico internazionale per decenni. La sua riscoperta inizia negli anni ’90, grazie alla traduttrice Ibolya Virág in Francia. La svolta arriva con la pubblicazione del suo capolavoro, “Le Braci“. Uscito in Ungheria nel 1942 con il titolo “A gyertyák csonkig égnek” (“Le candele bruciano fino al mozzicone”), il romanzo racconta l’incontro, dopo 41 anni, tra due uomini un tempo amici inseparabili, un generale e un suo commilitone. La loro lunga notte di confronto fa riemergere i segreti di un amore conteso, un tradimento e le domande irrisolte sul senso dell’onore, della passione e della lealtà. In Italia, il libro viene pubblicato da Adelphi nel 1998, grazie all’intuito di Ena Marchi e alla traduzione di Marinella d’Alessandro. Dopo un articolo sul Corriere della Sera di Giorgio Pressburger e il passaparola, il libro diventa un caso editoriale, trasformando uno scrittore dimenticato in un autore di culto.
Gli ultimi anni e la tragica fine
Dopo aver lasciato l’Italia, Márai si trasferisce negli Stati Uniti, ottenendo la cittadinanza nel 1957. I suoi ultimi anni sono segnati da una profonda solitudine e da una serie di tragedie personali: la morte della moglie Lola nel 1986, la perdita del fratello e del figlio adottivo. Malato di cancro e sentendosi ormai isolato dal mondo, il 21 febbraio 1989, a San Diego, Sándor Márai si toglie la vita con un colpo di pistola alla testa, senza poter assistere alla caduta del Muro di Berlino e alla liberazione della sua Ungheria, né alla sua imminente rinascita letteraria mondiale.
Altre informazioni e curiosità su Sándor Márai
Di cosa parla il libro Le braci?
Il romanzo “Le braci” narra l’incontro tra due anziani, Henrik e Konrád, un tempo grandi amici, che si ritrovano in un castello ai piedi dei Carpazi dopo 41 anni di silenzio. Durante una lunga notte, rievocano il passato, dominato dall’ombra di Krisztina, moglie di Henrik e amata da entrambi, cercando una verità su un tradimento mai chiarito e sul significato di amicizia, passione e onore.
Perché Sándor Márai si è suicidato?
Sándor Márai si suicidò a 88 anni a causa di una combinazione di fattori devastanti. Era afflitto da un cancro e da una depressione crescente, aggravata dalla solitudine e da una serie di lutti che lo avevano privato dei suoi affetti più cari: la morte della moglie Lola, del fratello e del figlio adottivo. Il suicidio fu un atto lucido e premeditato, descritto nel suo diario.
Quali sono i libri più belli di Sándor Márai?
Oltre al celeberrimo “Le braci”, tra le opere più apprezzate di Márai ci sono “La donna giusta“, una complessa indagine sui rapporti amorosi vista da più prospettive; “Confessioni di un borghese“, un’opera autobiografica che ritrae la fine di un’epoca; e “Il sangue di San Gennaro“, il suo romanzo “napoletano” che riflette sul rapporto tra fede e ragione.
Articolo aggiornato il: 01/09/2025
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