Lo scintoismo o shintoismo è una religione politeista e animista originaria del Giappone, antecedente al Buddhismo. Ma cos’è lo Shintoismo in parole semplici? È una fede basata sul culto dei kami (神), termine che indica divinità o spiriti legati a elementi del paesaggio, forze della natura o antenati illustri. Essere in armonia con i kami significa essere in armonia con la natura stessa.
Indice dei contenuti
1. I kami: le divinità dello Shintoismo
Chi sono i kami? Sono gli spiriti divini che permeano il mondo naturale. Non sono entità trascendenti e perfette, ma fanno parte del nostro mondo, con i loro lati positivi e negativi. Sono manifestazioni di musubi (結 び), l’energia che interconnette l’universo. Persino gli imperatori possono essere considerati kami.
Le caratteristiche dei Kami | Descrizione |
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Doppia Natura | Ogni kami ha uno spirito gentile (nigi-mitama) e uno assertivo/violento (ara-mitama). Se rispettati, portano amore; se ignorati, distruzione. |
Invisibilità | Non sono visibili, ma abitano luoghi sacri (rocce, alberi), fenomeni naturali o persone. |
Molteplicità | Ne esistono innumerevoli. Il Kojiki (le antiche cronache) ne elenca 300 classificazioni diverse. |
Dovere Reciproco | Come i fedeli devono placare i kami, così i kami hanno il dovere di proteggere il luogo o l’idea che rappresentano. |
2. Principi e pratiche: una religione senza dogmi
La preoccupazione primaria dello Shintoismo non è la vita dopo la morte, ma trovare pace e armonia in questo mondo. Non possiede rigidi dogmi, ma una collezione di rituali per mediare le relazioni tra umani e kami. Ma qual è la differenza tra Shintoismo e Buddismo? Sebbene le due religioni si siano influenzate a vicenda, le differenze sono profonde. Lo Shintoismo enfatizza la ricerca della felicità in questa vita, mentre il Buddismo tradizionale promuove il distacco dai desideri per superare la sofferenza. Lo Shintoismo è politeista, mentre il Buddismo non ha dei in senso tradizionale. Tuttavia, lo Shintoismo non è una religione “gelosa”: molti giapponesi praticano entrambe le fedi, seguendo i riti shintoisti per la vita (nascite, matrimoni) e quelli buddisti per la morte (funerali).
L’etica shintoista si basa su principi come l’aiuto reciproco, il culto della famiglia, il rispetto per la natura, l’importanza della pulizia (purezza fisica e spirituale) e la celebrazione dei matsuri (festival dedicati ai kami).
3. Le diverse forme di Shintoismo
Lo Shintoismo si manifesta in diverse forme, tutte mirate allo stesso obiettivo di armonia:
- Shintoismo Imperiale: I rituali eseguiti dall’imperatore, in particolare verso la dea del sole Amaterasu, per assicurare la prosperità dello stato.
- Shintoismo Templare: La forma più organizzata, praticata nei templi (jinja) e riconosciuta ufficialmente.
- Shintoismo Popolare: Le pratiche non istituzionali, legate a credenze locali, divinazione ed esorcismo, spesso con influenze taoiste e buddiste.
4. I simboli principali dello Shintoismo
I Torii
Il Torii è il simbolo universalmente riconosciuto dello Shintoismo. Questi portali, solitamente di colore rosso vermiglio, segnano l’ingresso a un’area sacra (un tempio, una foresta, una montagna), rappresentando il passaggio dal mondo profano a quello divino.
Lo Shimenawa
È una spessa corda di paglia di riso, spesso adornata con strisce di carta a zig-zag (gohei). Viene appesa ai Torii, legata a rocce o alberi considerati sacri (yorishiro) per indicare la presenza di un kami e delimitare uno spazio purificato.
Maneki neko (Gatto della fortuna)
Sebbene di origini forse buddiste, il Maneki neko (招き猫, “gatto che invita”) è un simbolo di buon auspicio onnipresente in Giappone. Secondo la leggenda, un gatto salvò un signore feudale da un fulmine facendogli cenno di entrare in un tempio. Da allora, è considerato un portafortuna che attira clienti e prosperità, con la zampa sinistra alzata per invitare le persone e la destra per portare denaro.
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