Mann’aggia, intervista a Manuela Moreno

Manuela Moreno

Mann'aggia, intervista a Manuela MorenoVenerdì scorso a piazza San Domenico una coppia ha praticato sesso orale davanti ad un gruppo di curiosi. Ne sono testimonianza alcuni selfie e un video, diventato virale, che hanno dato, come prevedibile, il la alle solite, inutili ed estremamente sterili polemiche. Polemiche da cui sono sorte considerazioni, ancora più avvilenti, sul degrado morale che affligge la città partenopea – «Oh, perché perché nessuno pensa ai bambini?, avrebbe esclamato la moglie del reverendo Lovejoy dei Simpson» – e sull’incompetenza delle forze dell’ordine. C’è chi, però, ha saputo leggere con ironia ed intelligenza tutta la vicenda. Manuela Moreno, giovane disegnatrice per passione, ha pubblicato, infatti, una vignetta che in poche ore ha fatto il giro del web. L’abbiamo intervistata.

Come nasce Mann’aggia e quanta “urgenza artistica” c’è dietro?

Diciamo che è un po’ difficile risalire ai miei primi “disegni” (metto le virgolette perché non mi ritengo propriamente una cima, nel contesto artistico). Ricordo che già al liceo avevo l’abitudine di fare piccole illustrazioni sulle mie freddure –pessime, davvero – e su pensieri anche meno ironici.
Mann’aggia effettivamente nasce proprio così, dalla voglia di comunicare. Forse con la matita in mano mi sento più a mio agio, insomma, è sempre andata così! Poi qualche tempo fa vari amici mi hanno spronata ad aprire una pagina per raccogliere le mie opere,  e mi sono buttata.
L’urgenza è effettivamente il motore di tutto questo: c’è bisogno di dimenticare di star proponendo ad un pubblico i miei pensieri nero su bianco, visto che spesso sono piuttosto imbarazzanti.

Nel disegno e nei testi hai un autore di riferimento?

In realtà no, ma apprezzo molto sia il fumetto italiano che straniero. Credo sia impossibile restare totalmente avulsi da ciò che si vede e si legge, sicuramente ci sarà qualche chiara influenza nelle mie vignette; io però cerco, al contrario, di non prendere troppo spunto da lavori d’altri.
Effettivamente non credo nemmeno che sarei in grado di reggere meccanismi umoristici che non mi appartengono: tempo fa postai anche un disegno in cui manifestavo un’evidente crisi dovuta al fatto di non avere un “personaggio di battaglia”, cosa necessaria per portare avanti un progetto duraturo e che caratterizza molti fumettisti importanti.
Mi sa che è arrivato il momento di sceglierne uno, mannaggia…

La tua vignetta sta spopolando in questi giorni. Ma tu cosa ne pensi di quanto accaduto a san Domenico Maggiore?

Io? Beh, spero emerga in parte dalla vignetta stessa. È vergognosa l’ondata d’odio piovuta su quei due ragazzi. È vero, sono responsabili di un atto indubbiamente forte e controverso, ma non hanno –di fatto- danneggiato nessuno. In questi giorni invece ho sentito e letto cose agghiaccianti, molte persone reinstallerebbero le gogne al centro delle piazze, se potessero. Ho assistito ad un vero e proprio linciaggio mediatico.
Ci sono sicuramente motivi più seri per indignarsi così tanto e chiedere giustizia, ci sono una marea ragioni più intelligenti per armarsi di parole spietate.
Vista l’assurdità di quello che è successo, proprio stavolta magari sarebbe il caso di non lapidare nessuno e farsi strappare una risata.

Cosa vuole fare Manuela da grande? Quali sono i suoi progetti e quali i suoi sogni?

Oiccann’. Fossimo al telefono fingerei di stare entrando in galleria.
Diciamo che per il momento mi piacerebbe perlomeno concludere gli studi. In cosa? Eh.
Il nesso tra la genetica e le vignette mi sfugge, ma effettivamente coesistono nei miei interessi come uno yin e uno yang.
Preferisco lasciare un po’ di suspense al discorso, questione di scaramanzia!

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A proposito di Marcello Affuso

Direttore di Eroica Fenice | Docente di italiano e latino | Autore di "A un passo da te" (Linee infinite), "Tramonti di cartone" (GM Press), "Cortocircuito", "Cavallucci e cotton fioc" e "Ribut" (Guida editore)

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