Mari e oceani: i polmoni blu del nostro pianeta

Mari e oceani: i polmoni blu del nostro pianeta

Sono gli oceani, e non le foreste, i veri polmoni della Terra. Questa affermazione, supportata dalla comunità scientifica, ribalta una delle credenze ecologiche più diffuse. Scopriamo perché il ruolo degli ecosistemi marini è così fondamentale per l’ossigeno che respiriamo.

Oltre il mito delle foreste: il ruolo vitale degli oceani

Per decenni abbiamo pensato che i polmoni della Terra fossero le grandi foreste. La foresta amazzonica, in particolare, è spesso citata come principale fonte di ossigeno. Tuttavia, come confermato da istituzioni scientifiche come la NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), questa è un’idea imprecisa. Le foreste mature, attraverso la respirazione delle piante e la decomposizione, consumano quasi tutto l’ossigeno che producono, con un contributo netto all’atmosfera vicino allo zero. Da dove arriva allora l’ossigeno che respiriamo? La risposta è negli oceani: sono loro i responsabili della produzione di oltre la metà (dal 50% all’80%) dell’ossigeno del pianeta.

Questo processo avviene grazie alla fotosintesi clorofilliana di miliardi di organismi vegetali marini nella zona fotica (i primi 200 metri di profondità), dove penetra la luce solare. Qui, microscopici organismi assorbono anidride carbonica e la trasformano in ossigeno, un prodotto di scarto essenziale per la nostra vita.

“Polmoni della terra”: un confronto Foreste mature (es. amazzonia) Oceani (fitoplancton)
Produzione netta di ossigeno Prossima allo zero (produzione e consumo si bilanciano). Massiccia (produce oltre il 50% dell’ossigeno atmosferico).
Assorbimento di co2 (carbon sink) Importante, ma limitato alla biomassa vegetale. È il più grande “pozzo di carbonio” del pianeta.

Il fitoplancton: i microscopici produttori di ossigeno

I principali responsabili di questa massiccia produzione sono organismi incredibilmente piccoli che costituiscono il fitoplancton. Questo termine indica l’insieme di organismi acquatici fotosintetici, come cianobatteri e diatomee, che fluttuano trasportati dalle correnti. Tra questi, il protagonista assoluto è il Prochlorococcus. Scoperto solo nel 1986, questo cianobatterio è l’organismo fotosintetico più abbondante sulla Terra. Secondo la NASA, da solo è responsabile della produzione di circa il 20% dell’ossigeno dell’intera biosfera, l’equivalente di tutta la produzione delle foreste tropicali terrestri messe insieme.

La grande ossidazione: come gli oceani hanno creato la nostra atmosfera

Le piante terrestri sono comparse solo 470 milioni di anni fa, mentre i cianobatteri marini erano attivi da miliardi di anni. Circa 2,4 miliardi di anni fa, la loro attività fotosintetica iniziò a rilasciare enormi quantità di ossigeno. Dopo aver saturato le acque, questo gas si riversò nell’atmosfera, cambiandone per sempre la composizione. Questo evento, noto come Grande Ossidazione (o “catastrofe dell’ossigeno”), fu tossico per la vita anaerobica allora dominante, ma creò le condizioni per l’evoluzione di forme di vita più complesse, inclusa la nostra.

La salute degli oceani è la nostra salute: una responsabilità globale

Gli oceani svolgono un ruolo insostituibile. Sapere che sono i veri polmoni della Terra ci impone il dovere di proteggerli. Inquinamento, acidificazione e aumento delle temperature minacciano la salute del fitoplancton, mettendo a rischio non solo la biodiversità marina, ma la nostra stessa capacità di respirare. Sostenere politiche di tutela degli ecosistemi marini è fondamentale per garantire un futuro al pianeta.

Fonte immagine in evidenza: Freepik

Articolo aggiornato il: 17/09/2025

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