Nara: la prima capitale fissa del Giappone

Nara: la prima capitale fissa del Giappone

Il periodo Nara (奈良時代, 710-794 d.C.) segna un momento fondamentale nella storia del Giappone, caratterizzato dall’istituzione della prima capitale permanente a Heijō-kyō (l’odierna Nara). Questa scelta, ispirata al modello cinese, rifletteva la volontà di creare uno stato centralizzato, consolidare il potere imperiale del clan Yamato e promuovere il Buddhismo come religione di stato. I monumenti storici dell’antica Nara sono oggi riconosciuti come Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO.

Nara: perché fu scelta come prima capitale permanente?

Prima del VIII secolo, in ossequio a un’antica credenza shintoista, alla morte di un imperatore la capitale veniva spostata per evitare la “contaminazione” del luogo. Tuttavia, la necessità di creare un governo stabile e centralizzato, basato sui codici Ritsuryō (un sistema amministrativo e penale di stampo cinese), rese indispensabile la creazione di un nucleo di potere fisso. Si optò per la piana di Nara per la sua posizione favorevole. In questo periodo, il Giappone, sotto il clan Yamato, si affermò come un impero stabile accanto alla Cina della dinastia Tang e alla Corea del regno di Silla, intensificando i rapporti diplomatici e commerciali con il continente.

Nara (Heijō-kyō) e Chang’an: un confronto tra capitali

La struttura urbanistica di Heijō-kyō fu modellata sulla capitale cinese Tang, Chang’an (l’odierna Xi’an), seguendo i principi della geomanzia per la protezione da influenze negative.

Capitale Caratteristiche urbanistiche
Chang’an (Cina) Pianta a scacchiera simmetrica, protetta da imponenti mura difensive e con un grande parco imperiale a nord.
Heijō-kyō (Giappone) Stessa pianta ortogonale (che creò i quartieri “chō”), ma priva di mura. Presentava una “capitale esterna” (Gekyō) a est per i complessi buddhisti.

Il Buddhismo come strumento di potere: l’Imperatore Shōmu e il Grande Buddha

Il patrocinio imperiale del Buddhismo fu uno strumento chiave per consolidare il potere. L’Imperatore Shōmu, in particolare, abbracciò l’idea del sovrano come protettore della fede, ordinando la costruzione di monasteri di stato in ogni provincia (kokubunji). Il progetto culminò con la realizzazione del tempio Tōdai-ji a Nara, concepito come centro spirituale della nazione. Al suo interno fu eretta un’enorme statua in bronzo del Buddha Vairocana, nota come Daibutsu (Grande Buddha), ancora oggi una delle attrazioni principali della città. Altri templi importanti, come lo Yakushi-ji e il Kōfuku-ji (legato al potente clan Fujiwara), furono spostati dalle precedenti capitali a Nara, a testimonianza della centralizzazione del potere religioso e politico.

Cultura e letteratura: la nascita della storiografia giapponese

Il periodo Nara non fu solo un’epoca di costruzione di templi, ma anche di codificazione dell’identità nazionale. Fu in questi anni che vennero compilate le prime grandi opere letterarie e storiche del Giappone. Il Kojiki (“Memorie degli eventi antichi”, 712) e il Nihon Shoki (“Annali del Giappone”, 720) sono le prime cronache ufficiali che, mescolando mitologia e storia, legittimarono la discendenza divina della linea imperiale Yamato, fornendo una base ideologica fondamentale per il nuovo stato centralizzato.

Fonte foto: Freepik

Articolo aggiornato il: 29/09/2025

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Studentessa di Letterature Comparate, sostengo la continuità tra filosofia e letteratura, con qualche benigna interferenza di linguistica, arte e cultura.

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