Le tre fasi del pensiero di Nietzsche: un’analisi completa

Pensiero di Nietzsche: le 3 metamorfosi dello spirito umano

Il pensiero di Nietzsche costituisce uno degli assi portanti della filosofia occidentale, sviluppatosi da una figura singolare, eccentrica e paradossale del XIX secolo. Nel corso della sua vita Nietzsche svilupperà una grande passione per la musica e per la letteratura e vivrà pesanti momenti di solitudine, che lo porteranno man mano a un crollo psichico e alla follia più totale.

Il pensiero filosofico che matura Nietzsche negli anni è molto interessante perché è collegabile direttamente alle varie tappe della sua esistenza e alle opere che pubblica. Si possono distinguere principalmente tre fasi.

Le tre fasi in sintesi

Fase del pensiero (e la sua metafora) Concetti chiave e opere di riferimento
Fase filologico-romantica (il cammello) Dualismo tra apollineo e dionisiaco; la tragedia greca come sintesi perfetta; l’arte come via di rinascita. Opera: La nascita della tragedia.
Fase illuministico-critica (il leone) Critica alla morale e alla metafisica; annuncio della “morte di Dio”; nichilismo; avvento dell’oltreuomo. Opere: Umano, troppo umano, La gaia scienza.
Fase di Zarathustra (il fanciullo) Teoria dell’eterno ritorno; la volontà di potenza come impulso creatore; l’oltreuomo come creatore di nuovi valori. Opera: Così parlò Zarathustra.

Fase filologico-romantica: il cammello

Questa prima fase del pensiero di Nietzsche si riflette nell’opera La nascita della tragedia dallo spirito alla musica. Qui egli mostra la sua iniziale ammirazione per il musicista Richard Wagner, figura complessa approfondita anche da fonti come l’Treccani, che successivamente si trasformerà in ostilità. Per Nietzsche, questa fase trova un collegamento con il mondo greco e richiama la figura del cammello come simbolo di fedeltà verso la tradizione. Nietzsche ritiene che la cultura occidentale si sia formata da due principi: l’apollineo, ossia la razionalità e l’ordine, e il dionisiaco, l’istinto e il caos. Questi due principi, ai suoi occhi, sono fusi insieme nella tragedia greca. Con l’avanzare dei secoli, la civiltà occidentale ha fatto prevalere l’apollineo, la razionalità, sull’istinto. L’unica soluzione per Nietzsche in grado di far rinascere lo spirito dionisiaco può avvenire solo attraverso l’arte e la musica.

Fase illuministico-critica: il leone

La seconda fase del pensiero di Nietzsche si ricollega ai valori dell’epoca ottocentesca. Significative sono le opere Umano, troppo umano, in cui ironizza contro i dogmi cristiani, e La gaia scienza, che diventa una critica nei confronti della scienza stessa. Man mano che passano gli anni, Nietzsche si rende conto che è preferibile assecondare il nichilismo della cultura occidentale. Questa fase trova come riferimento metaforico la figura del leone, come simbolo dello spirito libero che vuole allontanarsi dalle menzogne della realtà. Per Nietzsche la più grande menzogna è Dio perché incarna tutte le credenze che l’umanità ha adottato per proteggersi dal caos. È giunta l’ora di affermare che Dio è morto e di lasciare posto al nichilismo. Gli uomini, però, non sono ancora pronti e avranno sempre bisogno di un punto di riferimento. Pertanto, occorre la venuta di una figura capace di farsi Dio e di inaugurare una nuova epoca: l’oltreuomo. Questi concetti sono analizzati in dettaglio da fonti accademiche come la Stanford Encyclopedia of Philosophy.

Fase di Zarathustra: il fanciullo

La terza e ultima fase trova la sua massima espressione nella celebre opera Così parlò Zarathustra, in cui si riconosce la necessità di un superamento morale e l’avvento di una nuova epoca. L’uomo vecchio, schiavo delle regole della morale, necessita di oltrepassare la realtà per raggiungere l’uomo nuovo. Qui Nietzsche si avvale della figura del fanciullino, che simboleggia la capacità di essere libero di agire e di sopportare l’assenza di Dio e il ripetersi eterno della storia. Questa concezione, l’eterno ritorno, fa sì che l’oltreuomo scelga sempre la possibilità di ripetere istanti di vita vissuta. Infine, Nietzsche parla dell’impulso a volere sempre di più dalla vita – che egli definisce “volontà di potenza” – identificabile con l’arte. Allo stesso modo dell’artista che crea, l’oltreuomo è a sua volta creatore del vuoto lasciato da Dio e colui in grado di offrire nuovi significati e valori all’esistenza.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

Articolo aggiornato il: 12/09/2025

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