Ghosting e orbiting, come i social influiscono sulle relazioni

Ghosting

Ghosting e orbiting sono termini che, pur sembrando nuovi, descrivono dinamiche relazionali sempre più diffuse nell’era digitale. Chiunque abbia una relazione e utilizzi i social network ne è stato probabilmente interessato almeno una volta, subendo o mettendo in atto questi comportamenti.

Cos’è il ghosting: sparire senza spiegazioni

Per “ghosting” (dall’inglese “ghost”, fantasma) si intende il fenomeno per cui la persona con cui si ha una relazione decide di porvi fine sparendo all’improvviso, senza fornire alcuna spiegazione. È una pratica con evidenti matrici psicologiche, diffusa soprattutto tra i “Millennials” e le generazioni successive, che sviluppano gran parte delle proprie relazioni attraverso i social network. Su questi canali è possibile sparire senza lasciare traccia: smettere di rispondere, non visualizzare i messaggi o visualizzarli senza replicare sono i segnali inequivocabili.

Cos’è l’orbiting: rimanere a distanza di sicurezza

L’“orbiting” (da “orbitare”) si verifica quando la persona che ha fatto ghosting ricompare, ma solo attraverso interazioni passive sui social network: mette un like a una foto, visualizza le “stories” su Instagram o lo stato di WhatsApp. Questo fenomeno si manifesta quando non si vuole eliminare del tutto una persona dalla propria vita, ma non si è pronti a impegnarsi. Rappresenta la volontà di mantenere aperta una futura occasione di “riconnessione”. È un atto principalmente egoistico, che non tiene conto delle conseguenze emotive sull’altra persona.

Caratteristica Ghosting vs Orbiting
Azione principale Sparizione totale e interruzione di ogni comunicazione diretta.
Azione principale (Orbiting) Interazioni remote e passive sui social (like, visualizzazioni) dopo il ghosting.
Intenzione Chiudere una relazione evitando il confronto e la responsabilità emotiva.
Intenzione (Orbiting) Mantenere un “aggancio” con la persona senza impegno, per future opportunità.
Impatto sulla vittima Confusione, senso di colpa, mancanza di chiusura, danno all’autostima.

Le cause psicologiche: perché le persone lo fanno

I social network hanno solo amplificato comportamenti già esistenti. Dietro al ghosting e all’orbiting si nascondono spesso immaturità emotiva e la paura del confronto. Chi agisce in questo modo cerca di evitare il disagio di una conversazione difficile e la responsabilità di ferire i sentimenti altrui. Come spiegano diversi portali di psicologia come GuidaPsicologi, si tratta di una strategia di evitamento che denota una scarsa capacità di gestire i conflitti e le emozioni. L’orbiting, in particolare, è un giochetto psicologico per mantenere il controllo senza impegno, un comportamento definito da fonti autorevoli come il Corriere della Sera come la “nuova frontiera” del ghosting.

Le conseguenze per chi subisce e come reagire

Questi comportamenti possono essere dannosi. Il ghosting lascia la persona nell’impossibilità di capire cosa sia successo, minando non solo la possibilità di elaborare la fine della relazione, ma anche l’autostima. Essere lasciati senza un motivo porta a interrogarsi e a colpevolizzarsi. L’orbiting è ancora più insidioso, perché alimenta una speranza basata su segnali ambigui, impedendo di voltare pagina. Lascia un aggancio che non presume una presenza, ma nemmeno un’assenza totale. La reazione più sana per chi subisce questi comportamenti è stabilire un confine netto per proteggersi: rimuovere o bloccare il contatto sui social è spesso l’unico modo per interrompere il ciclo e iniziare a elaborare la chiusura che non è stata concessa.

Fonte immagine: Pexels

Articolo aggiornato il: 17/09/2025

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