La prostituzione nella Russia zarista: tra repressione e regolamentazione

Russia zarista

Nella Russia zarista, una donna era totalmente succube dei genitori e, dopo il matrimonio, del marito. L’argomento del sesso era un tabù e la Chiesa interferiva in ogni sfera della vita. L’adulterio era proibito, ma il tradimento era trattato in modo irregolare: per un uomo era peccato solo l’atto sessuale fuori dalla famiglia, mentre per una donna anche solo il pensiero era considerato tradimento. In queste condizioni non vi era quasi alcuna prostituzione ufficiale, anche se esisteva segretamente il lenocinio (sfruttamento della prostituzione), vietato dal codice del 1649.

L’evoluzione della prostituzione sotto gli zar

La questione della prostituzione fu affrontata in modi molto diversi dai sovrani che si susseguirono, passando da una dura repressione a una pragmatica regolamentazione.

Sovrano Approccio alla prostituzione
Pietro il Grande (1682-1725) Istituisce le “case della filatura” per recludere e sfruttare le prostitute come manodopera forzata.
Caterina II (1762-1796) Proibisce i bordelli ma istituisce controlli medici obbligatori per combattere le malattie veneree.
Paolo I (1796-1801) Adotta le misure più severe, ordinando l’esilio delle prostitute da Mosca.
Nicola I (1825-1855) Legalizza di fatto la prostituzione, istituendo un registro, libretti sanitari e regole per i bordelli.

Pietro il Grande e le “case della filatura”

I bordelli permanenti apparvero in Russia con Pietro il Grande. Con l’arrivo di molti europei, giunsero anche le prostitute. I primi bordelli sorsero probabilmente nel quartiere tedesco di Mosca. Nel 1719, lo zar ordinò di arrestare le donne colpevoli di prostituzione, ma invece di imprigionarle, le rinchiuse nelle “case della filatura”. Qui venivano sfruttate per la produzione di filati e nutrite come prigioniere. La prima istituzione del genere fu il “Kalinkinskij rabotnij dom” a San Pietroburgo.

Caterina II e la lotta alle malattie veneree

Caterina II affrontò il problema dal punto di vista sanitario. Preoccupata per la diffusione delle malattie a trasmissione sessuale, nel 1782 proibì i bordelli ma, allo stesso tempo, obbligò tutte le prostitute a sottoporsi a controlli medici, pianificando di assegnare quartieri speciali in città per i postriboli. Suo figlio, Paolo I, adottò invece le misure più severe, ordinando nel 1800 di esiliare le prostitute di Mosca.

Nicola I e la legalizzazione di fatto della prostituzione

Chi ha legalizzato la prostituzione in Russia? Fu di fatto lo Zar Nicola I. Convinto che la natura umana non dovesse essere repressa ma regolata, nel 1843 istituì un “Comitato medico e di polizia”. Questo organo iscriveva le prostitute in un registro speciale e forniva loro un “libretto” su cui venivano annotati gli esami medici. Un anno dopo furono pubblicate le “Regole per i bordelli” e le “Regole per le donne pubbliche”. Con queste misure, la prostituzione, pur non essendo formalmente “legale” nel senso moderno, passò da un crimine da reprimere a un’attività tollerata, controllata e regolamentata dallo Stato.

Fonte immagine: Wikipedia

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A proposito di Azzurra Maria di Matteo

Sono una studentessa dell'università l'Orientale di Napoli e studio spagnolo e ceco.

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