Shylock, l’ebreo-usuraio di Shakespeare: perché è una figura negativa?

Shylock: perché è una figura negativa?

Ne Il Mercante di Venezia di William Shakespeare, il personaggio di Shylock introduce un elemento fortemente tragico all’interno di quella che, tecnicamente, è classificata come una commedia. Ma chi è Shylock e perché viene rappresentato in modo così controverso?

Il contesto storico: la condizione degli ebrei nell’Europa di Shakespeare

La rappresentazione di Shylock è legata alla difficile condizione della comunità ebraica nell’Europa del XVI secolo. A Venezia, gli ebrei subivano pesanti restrizioni: non potevano possedere terre e dal 1516 furono confinati nel famoso Ghetto. In Inghilterra la situazione era ancora più drastica: dopo l’editto di espulsione del 1290, la presenza ebraica era quasi inesistente e tollerata solo nell’anonimato o tramite conversione al cristianesimo. Questo clima di ostilità era alimentato da pregiudizi e false credenze, come dimostra il caso di Rodrigo Lopez, medico ebreo della regina Elisabetta I, condannato a morte nel 1594 con l’accusa infondata di aver complottato per avvelenarla.

Shylock come incarnazione degli stereotipi antisemiti

Shakespeare attinge a piene mani dagli stereotipi antisemiti diffusi all’epoca. Scrittori come John Foxe descrivevano gli ebrei come violenti e assetati di sangue, mentre altri, come James Howell, diffondevano credenze assurde, tra cui quella del cattivo odore. Lo stereotipo più comune era però quello del cannibalismo. Shakespeare gioca con questa credenza in modo grottesco, basando l’intera vicenda sul contratto stipulato tra Shylock e Antonio, secondo cui il pegno per un mancato pagamento è una libbra di carne umana. Anche il ruolo di usuraio di Shylock deriva da una realtà storica: esclusi dal possesso di beni immobili, gli ebrei erano costretti a lavorare con il denaro, diventando prestatori e attirando su di sé l’odio legato a questa pratica, sebbene fosse fondamentale per l’economia dell’epoca.

Stereotipo dell’epoca Come viene usato da Shakespeare in Shylock
L’ebreo usuraio e avido È il ruolo centrale di Shylock, che presta denaro ad Antonio pretendendo un interesse crudele
L’ebreo assetato di sangue / cannibale Incarnato dalla clausola grottesca del contratto: una “libbra di carne” come pegno, che allude al cuore di Antonio
L’ebreo crudele e vendicativo Shylock rifiuta ogni offerta di denaro e insiste per ottenere la sua vendetta in tribunale, mostrando una fredda determinazione
L’infedele da convertire La “misericordia” finale del tribunale consiste nel costringerlo a convertirsi al cristianesimo, umiliazione suprema per il personaggio

Se da un lato Shakespeare crea un personaggio che incarna i peggiori pregiudizi, dall’altro gli conferisce una profondità psicologica che lo rende tragico e complesso. Nel celebre monologo dell’Atto III, Shylock smette di essere una macchietta e rivendica la sua umanità, come analizzato in diversi studi accademici. Alle provocazioni dei cristiani, risponde: “Non ha un ebreo occhi? Non ha un ebreo mani, organi, statura, sensi, affetti, passioni? […] Se ci pungete, non sanguiniamo? Se ci fate il solletico, non ridiamo? Se ci avvelenate, non moriamo? E se ci fate un torto, non dovremo vendicarci?”. In queste parole, Shylock espone l’ipocrisia della società veneziana: la sua sete di vendetta non è un tratto intrinseco della sua “razza”, ma la conseguenza diretta dell’odio e delle persecuzioni subite. Shakespeare, quindi, non si limita a riprodurre uno stereotipo, ma lo problematizza, mostrando come l’odio generi altro odio e trasformando Shylock in una delle figure più tormentate e indimenticabili del suo teatro.

Fonte immagine: wikipedia

Articolo aggiornato il: 08/09/2025

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A proposito di Bassano Vincenzo

Laureato in Lingue e Culture Comparate presso l'Università L'Orientale di Napoli. Attualmente laureando magistrale in lingua e letteratura giapponese. Grande appassionato di cinema, videogiochi, anime e fumetti.

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