Gli strumenti a percussione sono certamente la più antica famiglia di strumenti musicali. Battere il tempo — su una pietra, con i piedi a terra, con le mani — è la forma più antica di musica conosciuta, a cui l’essere umano è probabilmente più legato. Il battito primitivo dà energia e ricorda il battito del cuore, fonte di vita. Di sicuro, la prima forma di musica è stata la voce umana, seguita dal battito di mani, piedi e oggetti. Il modo di suonare le percussioni si è affinato nella storia, seguendo l’evoluzione delle abilità umane.
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Classificazione e tipologie degli strumenti a percussione
Gli strumenti a percussione vengono classificati in base al modo in cui producono il suono. La distinzione principale è tra strumenti che producono un suono determinato (note precise) e indeterminato, e tra quelli che vibrano attraverso una membrana o con il loro stesso corpo.
Categoria | Definizione | Esempi |
---|---|---|
Idiofoni | Il suono è prodotto dalla vibrazione del corpo stesso dello strumento. Sono gli strumenti di legno o metallo. | Xilofono, triangolo, piatti, nacchere. |
Membranofoni | Il suono è prodotto dalla vibrazione di una membrana tesa (pelle). | Tamburi, timpani, grancassa, bonghi. |
A suono determinato | Producono note di altezza precisa e definita. | Xilofono, marimba, timpani, campane tubolari. |
A suono indeterminato | Producono suoni privi di un’intonazione precisa. | Piatti, tam-tam, triangolo, tamburo rullante. |
Gli strumenti a membrana sono composti da telai di legno rivestiti da membrane di cuoio; gli strumenti di metallo sono fatti da una parte concava; le percussioni di legno possono essere battute tra di loro, come le nacchere. Spesso necessitano di bacchette, le cui protuberanze sono ricoperte di spugna o cuoio per generare il suono.
Storia e ruolo degli strumenti a percussione nella musica
Nell’evoluzione della musica, gli strumenti a percussione hanno avuto un ruolo fondamentale. Si sono trovate testimonianze in Africa, risalenti al X secolo, che dimostrano come le tribù utilizzassero le percussioni non soltanto a scopo ricreativo, ma anche per lanciare messaggi. È con il XV secolo, con le grandi migrazioni, che si ha l’inizio degli strumenti a percussione intesi in senso contemporaneo, grazie a importanti contaminazioni culturali.
Durante l’Ottocento, una vasta gamma di strumenti a percussione iniziò a comparire nella musica da camera, in passato dominata da archi e aerofoni. L’apparizione degli ottoni rese l’orchestra più ampia e la musica più cromatica e timbricamente colorata. Gli strumenti a percussione hanno avuto un ruolo centrale nella musica di compositori del calibro di Boulez, Stockhausen e Chávez.
Nel Novecento, gli strumenti a percussione sono entrati a far parte stabilmente della musica pop, rock, metal e di tutte le loro declinazioni. Nella fattispecie, la batteria è lo strumento più utilizzato.
La batteria: regina degli strumenti a percussione
La batteria merita un ruolo di primaria importanza nella diffusione e valorizzazione degli strumenti a percussione. Uno strumento completo e coinvolgente, che ha permesso a tante generazioni di giovani di avvicinarsi alla musica.
La sua storia affonda le radici nell’antichità, ma ne troviamo tracce complete alla metà del XIX secolo, negli Stati Uniti. La nascita della batteria come la conosciamo si deve alla fusione di vari componenti percussivi. Entrò a far parte delle band jazz fin dagli anni Venti del Novecento grazie ai musicisti di New Orleans, i quali crearono la batteria moderna, che però era “ristretta” in dimensioni. Non si poteva affollare un locale con tanti musicisti che suonavano percussioni differenti, per cui si pensò a un solo strumento suonato da un abile musicista.
Articolo aggiornato il: 31/08/2025
Fonte immagine copertina: Pixabay