Il borgo di Bova: uno dei più belli d’Italia

Avete mai sentito del borgo di Bova in Calabria?

Arroccato sull’Aspromonte ed entrato nella lista dei borghi più belli d’Italia sorge Bova, un piccolo centro abitato ormai da pochi abitanti. Cuore dell’area grecanica, che non a caso è conosciuta proprio con il nome di Bovesìa, il paese viene chiamato Chòra tu Vùa nel greco di Calabria. Secondo una leggenda locale, il borgo sarebbe nato per volontà di una regina armena che portò il suo popolo sul monte Vùa, adatto per l’allevamento dei buoi e da cui il paese origina il suo nome.

Alla scoperta del borgo di Bova:

Il borgo di Bova subì varie dominazioni nel corso dei secoli, da quella saracena a quella araba e normanna e divenne colonia della Magna Grecia nei secoli VIII-VI a.C. seguendone il rito religioso fino al 1572, a partire dal quale le fu imposto quello latino. Ad oggi è in parte disabitato a causa di eventi sismici e alluvionali che hanno causato uno spostamento della popolazione a valle.

Giungendo al paese, che si trova a poco più di 800 metri sul livello del mare, appare subito chiara la forte componente greca che lo anima: questa si può osservare nella gente che lo abita, che parla ancora il greco di Calabria, nel museo della lingua greco-calabra intitolato a Gerhard Rohlfs, un linguista tedesco che si interessò a questa lingua o, ancora, nelle tradizioni locali: il festival Paleariza, ad esempio, è nato per onorare, attraverso attività etnico – musicali, le tradizioni dell’area grecofona. Tra le tradizioni che ricordano le origini greche vi è anche la celebrazione della Pasqua Bizantina, con un particolare rito che si svolge durante la domenica delle palme e le cui protagoniste sono le pupazze, figure femminili realizzate intrecciando rami di ulivo intorno ad un asse fatto con delle canne e abbellito con fiori e frutta fresca.  Questa storia affonda le radici nel mito di Persèfone a cui si deve, secondo la tradizione, l’alternarsi delle stagioni. Sono molte le usanze e le tradizioni, alcune ancestrali, che si conservano nel borgo di Bova. Tra queste, quella culinaria occupa sicuramente un posto di rilevanza. Tra i piatti più rappresentativi del borgo di Bova vi sono il formaggio musulupu la cui forma allude alla maternità e alla fertilità, la ‘nguta che ricorda quella di una donna, la lestopitta che è una focaccia tipica dell’area grecanica e i cordeddi, un tipo di pasta molto antico ricavato dalla farina di segale.

Bova, uno dei borghi più belli d’Italia, racchiude in sé tutta la grecità che per tempo è stato il carattere dominante di quella che oggi è la Bovesìa. Questa si può respirare nelle usanze locali e nell’artigianato, con la lavorazione della lana che produce intrecci ispirati alla tradizione bizantina, nella lingua grecanica e in alcune chiese che ancora oggi celebrano le funzioni seguendo il rito bizantino.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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