Nel luglio del 1913, in un piccolo villaggio dell’odierna Finlandia, tre menti geniali dell’avanguardia russa si riunirono per creare un’opera-mistero: Vittoria sul sole (in russo Pobeda nad solncem). Manifesto del futurismo russo, l’opera fu creata dal poeta Aleksej Kručënych, dal compositore Michajl Matjušin e dal pittore Kazimir Malevič. Messa in scena il 3 e il 5 dicembre a Pietroburgo, divise il pubblico tra indignati ed entusiasti, segnando un punto di non ritorno per l’arte del XX secolo.
Indice dei contenuti
Contesto: l’avanguardia russa dei primi del novecento
I primi anni del Novecento in Russia sono tra i più interessanti da un punto di vista letterario. Svariate correnti artistiche, dal simbolismo all’acmeismo, fino alle avanguardie giunte dall’Europa occidentale, animavano il dibattito culturale. In questo quadro complesso, Vittoria sul sole rappresenta forse una delle punte più estreme e programmatiche dell’avanguardia russa, un’opera d’arte totale pensata per scardinare le convenzioni.
I creatori di ‘Vittoria sul sole’ e i loro contributi
Artista | Contributo rivoluzionario |
---|---|
Aleksej Kručënych (poeta) | Ha scritto il libretto utilizzando la lingua ‘zaum’, un linguaggio transmentale basato sul suono e non sulla logica. |
Kazimir Malevič (pittore) | Ha progettato scene e costumi, introducendo per la prima volta il ‘quadrato nero’, gettando le basi del suprematismo. |
Michajl Matjušin (compositore) | Ha composto una musica atonale e dissonante, pensata per rompere con l’armonia tradizionale e creare un’atmosfera straniante. |
La trama: la cattura del sole per un nuovo futuro
L’opera narra la storia di un gruppo di “forzuti budetljane” (uomini del futuro) che decidono di sovvertire l’ordine cosmico. Il loro obiettivo è catturare il Sole, simbolo della vecchia logica apollinea, della ragione e del passato. Una volta imprigionato il Sole in una scatola di cemento, il mondo piomba nell’oscurità, ma è un’oscurità che libera l’umanità dal peso della tradizione, aprendo la strada a un futuro basato su una nuova sensibilità, governato dalla tecnologia e da una percezione puramente intuitiva.
Gli elementi rivoluzionari: lingua, scena e musica
Il significato dell’opera è racchiuso nella sua forma radicale. Il testo in lingua zaum’ di Kručënych è fonosimbolico: un linguaggio creato che rifiuta le norme della lingua naturale per privilegiare l’elemento emotivo e intuitivo. La scenografia di Malevič, come documentato da istituzioni come il MoMA di New York, fu l’atto di nascita del suprematismo. Le figure geometriche dei costumi e, soprattutto, un fondale con un grande quadrato nero anticiparono di due anni il suo celebre dipinto, esposto poi nella mostra Ultima mostra futurista 0.10. Infine, la musica di Matjušin, una cacofonia atonale, entrava in collisione diretta con la concezione armonica del passato.
Come approcciarsi oggi alla visione dell’opera
La visione dell’opera non è affatto facile; rimane una pièce d’avanguardia. Fortunatamente, è possibile trovare una versione di Vittoria sul sole su YouTube e una traduzione in italiano del libretto online.
Prima di approcciarsi, è consigliata una lettura approfondita sul suprematismo e sulla lingua transmentale, un concetto ben definito anche dall’enciclopedia Treccani. Per quanto riguarda la lingua zaum, sarebbe bene cominciare dalla composizione più importante di Aleksej Kručënych, Dyr bul ščyl, una serie di suoni che non parlano al cervello, bensì all’anima:
Dyr bul ščyl
ubeš ščur
skum
vy so bu
r l ez
Immagine in evidenza: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 17/09/2025