1 maggio, festa dei lavoratori: origine e storia di questa data

1 maggio

L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.

(Articolo 1 della Costituzione Italiana)

1 maggio: la festa dei lavoratori tra mito e realtà

Il poeta greco Esiodo racconta che nella mitica età dell’oro gli uomini vivevano senza bisogno di lavorare. Con l’avvento di Zeus, sull’umanità si abbatté una dura necessità: il lavoro. Una punizione, ma anche un dono, un mezzo attraverso cui vivere secondo giustizia. Oggi, 1 maggio, si celebra la festa dei lavoratori, ma saranno tante le attività che non si fermeranno. Scopriamo insieme la storia e il significato di questa importante ricorrenza.

L’origine della festa: le lotte operaie di Chicago

La scelta di questa data ha origine da un evento simbolico. Fu a Parigi, il 20 luglio 1889, che il congresso della Seconda Internazionale scelse il 1° maggio come giornata internazionale dei lavoratori. La data fu decisa per commemorare le grandi manifestazioni operaie per i diritti che si erano tenute a Chicago, negli Stati Uniti, a partire dal 1 maggio 1886. L’obiettivo principale era la conquista di condizioni di lavoro migliori, sintetizzata nello slogan: “Otto ore di lavoro, otto di svago, otto per dormire”. La protesta culminò nei tragici eventi noti come la rivolta di Haymarket (o massacro di Haymarket), in cui uno scontro tra manifestanti e polizia causò diverse vittime, diventando un simbolo mondiale delle lotte operaie.

Le date chiave della festa dei lavoratori Descrizione dell’evento
1 maggio 1886 Inizio dello sciopero generale a Chicago per la giornata lavorativa di otto ore, che culmina nella rivolta di Haymarket.
20 luglio 1889 La Seconda Internazionale, riunita a Parigi, istituisce il 1° maggio come giornata mondiale di lotta dei lavoratori.
21 aprile 1923 Durante il fascismo, la festa del 1° maggio viene soppressa in Italia e sostituita con la festa del “Natale di Roma”.
1 maggio 1947 Dopo essere stata reintrodotta nel 1945, la festa del primo maggio diventa ufficialmente festività nazionale della Repubblica Italiana.

Il primo maggio in Italia: dalla soppressione fascista a festa nazionale

In Italia, la storia del primo maggio è stata travagliata. Durante il ventennio fascista, la festività, considerata di matrice socialista, fu soppressa e accorpata alla celebrazione del “Natale di Roma” il 21 aprile. Fu solo dopo la fine della guerra, nel 1945, che venne reintrodotta, per poi diventare ufficialmente festa nazionale italiana a partire dal 1947. Sebbene tanti paesi celebrino questo giorno, proprio gli Stati Uniti, luogo in cui tutto ebbe inizio, festeggiano il Labor Day il primo lunedì di settembre, una data scelta anche per distanziare la ricorrenza dalle sue origini considerate troppo radicali. Per approfondire la storia, è possibile consultare fonti come l’enciclopedia Treccani.

L’importanza del lavoro per la realizzazione dell’uomo

Da sempre il lavoro ricopre grande importanza per la realizzazione dell’uomo. Lavorare non significa soltanto guadagnarsi il pane, ma anche esprimere se stessi, mettersi alla prova, conquistare la propria autonomia, sentirsi utili e parte di un tutto. Il lavoro è un diritto fondamentale e un mezzo per esprimere il proprio potenziale.

Un augurio per un futuro di lavoro per tutti

Nel ricordare il valore di questa giornata, ci auguriamo che il prossimo 1 maggio sarà realmente una festa per tutti e di ritrovarci a cantare insieme al mitico concerto in Piazza San Giovanni a Roma, un evento simbolo organizzato dai principali sindacati italiani. Auguriamo un futuro in cui il lavoro sia accessibile a tutti e che ogni lavoratore possa sentirsi valorizzato e rispettato.

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia.

Articolo aggiornato il: 06/09/2025

 

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A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

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