Il 5 novembre del 333 a.C. fu combattuta la battaglia di Isso tra l’esercito persiano di Dario III e quello macedone di Alessandro Magno. La vittoria del sovrano macedone fu un passaggio determinante per la conquista dell’Asia minore e dell’intero impero achemenide.
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Contesto storico: l’eredità di filippo II
Per comprendere l’importanza della battaglia, è necessario tornare indietro all’ascesa del regno macedone. Dopo la Guerra del Peloponneso, le grandi polis greche come Atene e Sparta erano indebolite. Di questa situazione approfittò Filippo II, sovrano della Macedonia. Nel 338 a.C. sottomise la Grecia con la vittoria nella battaglia di Cheronea. Per unificare le città elleniche, riaccese la storica ostilità verso l’impero persiano, nemico comune fin dai tempi delle Guerre Persiane. A tale scopo, fondò la Lega di Corinto nel 337 a.C., ma fu assassinato in una congiura prima di poter avviare la campagna. A succedergli fu il figlio ventenne Alessandro, che la storia ricorderà come Alessandro Magno.
Le prime conquiste di alessandro magno in asia
Educato all’arte militare dal padre e alla filosofia da Aristotele, Alessandro era un leader carismatico e un brillante stratega. Dopo aver consolidato il suo potere, nel 334 a.C. riprese il progetto paterno. Attraversò l’Ellesponto con circa quarantamila uomini, dando inizio alla sua spedizione in Anatolia. Dopo una prima vittoria presso il fiume Granico, conquistò l’intera regione, liberando le città greche dalla dominazione persiana. Sul trono di Persia sedeva Dario III, ultimo sovrano della dinastia Achemenide.
Confronto tra gli eserciti a isso
Le fonti antiche, come quelle dello storico Arriano, descrivono una netta disparità numerica tra le due armate, che il terreno dello scontro contribuì a mitigare.
Schieramento macedone | Schieramento persiano |
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Comandante: alessandro magno | Comandante: dario III |
Numero stimato: circa 40.000 uomini | Numero stimato: oltre 100.000 uomini |
Unità chiave: falange, cavalleria degli eteri | Unità chiave: immortali, mercenari greci |
La battaglia di isso: tattica e svolgimento
Dario III, informato dell’avanzata, riunì un imponente esercito e marciò per intercettare i macedoni. Con una mossa astuta, aggirò i monti Amanus e si posizionò alle spalle di Alessandro, tagliandogli le vie di comunicazione. Lo scontro divenne inevitabile nella stretta pianura costiera di Isso, lungo il fiume Pinaro. Questo terreno favorì Alessandro, poiché impediva ai persiani di sfruttare la loro superiorità numerica. Il re macedone schierò la cavalleria pesante degli eteri sulla sua destra, mentre le falangi guidate dal generale Parmenione presidiavano la sinistra. L’attacco persiano mise in difficoltà l’ala di Parmenione, ma Alessandro guidò personalmente la sua cavalleria in un attacco obliquo contro il fianco sinistro nemico, aprendo una breccia e puntando direttamente al carro di Dario. Colto di sorpresa, il Gran Re fuggì, provocando il collasso e la ritirata del suo intero esercito.
Il mosaico della battaglia nel museo di napoli
Il trionfo di Alessandro fu il risultato di una superiore strategia e di una formidabile tecnologia militare, come la formazione a falange. I fanti, schierati in un blocco compatto, impugnavano le sarisse, lance lunghe dai 4 ai 7 metri che creavano un muro invalicabile. Una rappresentazione vivida dello scontro si trova nel celebre mosaico romano, datato intorno al 100 a.C. e conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. L’opera, nonostante sia parzialmente rovinata, si concentra proprio sull’attacco di Alessandro che getta nel panico le truppe di Dario, ritratto sul suo carro mentre osserva terrorizzato la scena.
Le conseguenze della vittoria macedone
La disfatta di Isso ebbe un peso enorme sulla reputazione di Dario III. Alessandro si impossessò del suo tesoro e fece prigioniere la madre, la moglie e le figlie del re, che, come narra Plutarco nella Vita di Alessandro, furono trattate con il massimo rispetto. Questo trionfo aprì al giovane sovrano la via per la conquista della Fenicia, della Siria e dell’Egitto, dove nel 332 a.C. venne incoronato faraone e fondò la città di Alessandria. Lo scontro finale con Dario avvenne nel 331 a.C. nella battaglia di Gaugamela, che segnò la fine dell’impero achemenide. Alessandro aveva realizzato il sogno del padre. La sua ambizione lo spinse fino in India, ma nel 323 a.C., mentre preparava una nuova spedizione, morì a Babilonia a soli 32 anni.
Articolo aggiornato il: 18/09/2025