La pittrice messicana Frida Kahlo è ad oggi ancora molto nota grazie ai suoi dipinti e alla sua carriera, ma anche per essere stata ed essere un’importante icona femminista; l’essere eretta a pilastro del femminismo è dovuto sia al suo stile di vita, libero e flessibile, senza etichette o oppressioni, e sia ai suoi quadri e a come concepiva e dipingeva la figura femminile. La sua esistenza fu però segnata da una salute fragile fin dall’infanzia, a causa della poliomielite contratta a sei anni che le lasciò la gamba destra più corta e gracile. Questa condizione preesistente fu aggravata in modo devastante da un tragico incidente che la vide coinvolta quando aveva solo 18 anni e da cui uscì viva quasi per miracolo. L’evento condizionò la sua vita e anche la sua arte da quel momento in poi.
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L’incidente del 17 settembre 1925
Il 17 settembre del 1925 fu il giorno che cambiò la vita di Frida Kahlo per sempre: si trovava a Città Del Messico, e come di consueto si apprestava a prendere l’autobus con il suo fidanzato dell’epoca, Alejandro Gómez Arias, subito dopo la scuola. Era però una giornata di forte pioggia, e proprio a causa di questa Frida ed il suo fidanzato persero la loro solita corsa, poiché Frida era tornata indietro a cercare un ombrello dimenticato. Quella coincidenza di eventi fu fatale, in quanto il secondo autobus che i due giovani presero fu coinvolto nel terribile incidente: il veicolo di legno, a causa dell’asfalto bagnato e di una manovra azzardata, fu travolto da un tram della linea Xochimilco. L’impatto fu violentissimo, provocando ingenti danni e, soprattutto, una strage tra i passeggeri.
Attorno ai due ragazzi c’erano solo feriti e morti, e mentre Alejandro ne uscì quasi illeso Frida fu invece trafitta da un corrimano di metallo. Il fidanzato si rese subito conto delle gravi condizioni della ragazza e per questo pregò i soccorsi di assisterla per prima. Il corrimano le fu estratto con una manovra particolarmente brusca e dolorosa e, una volta arrivata in ospedale, i medici poterono fare un bilancio delle ferite, che apparvero subito disperate.
Le conseguenze fisiche dell’incidente
L’impatto lasciò il corpo di Frida devastato. Le sue condizioni erano così gravi che inizialmente non si pensava potesse sopravvivere. Nel corso della sua vita, fu costretta a subire più di 32 interventi chirurgici e a indossare busti e corsetti di gesso per lunghi periodi. Le ferite riportate segnarono per sempre il suo fisico e la sua psiche.
Conseguenza fisica | Descrizione dettagliata |
---|---|
Colonna vertebrale | Fratturata in tre punti nella regione lombare |
Bacino | Fratturato in tre punti |
Corrimano | Perforazione dall’anca sinistra fino alla vagina |
Gamba destra | Fratturata in undici punti |
Piede destro | Fratturato e schiacciato |
Altre fratture | Clavicola e due costole |
Fu per sempre grata ad Alejandro per aver rinunciato per primo alle sue cure in nome dell’amore che provava per lei, tanto che a seguito della loro separazione dedicò un ritratto al suo primo amore in segno di riconoscimento eterno per averle salvato la vita.
La convalescenza e la nascita della sua arte
L’incidente la segnò dal punto di vista fisico e psicologico, ma ne cambiò anche le sorti: la fanciulla, che aveva inizialmente intrapreso gli studi per diventare medico, fu costretta a un lungo periodo di immobilità a letto. Fu proprio durante la convalescenza che iniziò a dipingere. I suoi genitori le regalarono un letto a baldacchino con uno specchio montato sul soffitto e un cavalletto speciale che le permetteva di lavorare da sdraiata. Non potendo osservare altro, Frida divenne la sua stessa modella, dando inizio alla celebre serie di autoritratti. L’arte divenne il suo strumento per imprimere sulla tela le emozioni e il dolore che provava.
Molti dei suoi quadri, come la “Colonna Spezzata” (1944) o il “cervo ferito” (1946), fanno proprio riferimento alla sua condizione fisica, alla colonna vertebrale rotta e al fatto che fosse profondamente ferita, nell’animo e nella carne. In altri quadri va invece a raffigurare un altro episodio che l’ha segnata profondamente: un aborto spontaneo di cui fu vittima. Frida desiderava infatti molto avere un figlio, ma probabilmente a causa delle lesioni al bacino e all’utero la sua condizione fisica non le permetteva di portare a termine una gravidanza. Sono numerosi i dipinti in cui sono presenti dei feti, come ad esempio in “Ospedale di Henry Ford (il letto volante)” o in “Mosè o Nucleo Solare”.
Il secondo incidente: Diego Rivera
Come Brunori SAS canta nella sua canzone “Diego ed io”, cantata dal punto di vista della pittrice: “due incidenti ho avuto nella vita ed uno sei tu, nonostante questo io ti amo”. Frida amava definire il suo incontro con il muralista Diego Rivera come un secondo incidente, poiché così come il primo, anche la presenza di Diego nella sua vita ne aveva nuovamente cambiato le sorti. La loro relazione, tanto intensa quanto tumultuosa, è documentata dal Museo Frida Kahlo come una fusione di amore, arte e dolore. L’incontro di entrambi cambia il loro modo di fare arte, ed entrambi usano la tela per esprimere i sentimenti e le emozioni che provavano l’uno verso l’altra.
immagine di copertina per l’articolo L’incidente di Frida Kahlo: come le cambiò la vita: Frida Kahlo – Colonna Spezzata, custodita nel Museo Dolores Olmedo.
Articolo aggiornato il: 17/09/2025