Le recenti spinte da parte del governo danese, che da luglio 2025 ha assunto la presidenza del Consiglio Europeo, nel far passare la proposta di legge ribattezzata dai critici “Chat Control” hanno riacceso il dibattito sull’equilibrio tra la lotta all’abuso di minori e la tutela della privacy online. Scopriamo dunque cos’è Chat Control e perché è così controversa.
Cosa si intende quando si parla di Chat Control
Proposta l’11 maggio 2022 dalla Commissaria Europea per gli affari interni Ylva Johansson, il Regolamento per la prevenzione e la lotta contro l’abuso sessuale su minori, meglio noto come Chat Control, nasce con l’intento di monitorare i contenuti online al fine di combattere il diffondersi di materiale pedopornografico e abuso sui minori. Ciò verrebbe fatto implementando un obbligo per tutti i servizi di contenuti e messaggistica di scannerizzare ogni contenuto mandato dai loro utenti al fine di individuale potenziali istanze di abuso sessuale su minori.
Le argomentazioni dei sostenitori della proposta
Le motivazioni per una scannerizzazione su così larga scala sono da ricercarsi nell’inefficacia del sistema di controllo attualmente in vigore, che proponeva sì la scansione dei contenuti da parte dei provider, ma su base volontaria. I difensori della proposta sostengono che la natura volontaria del regolamento lasci troppi spazi in cui la diffusione di questo materiale possa comunque avvenire, e che la mancata organizzazione delle istanze segnalate sommata alla molteplicità degli organi statali competenti impedisca una lotta efficiente alla pedopornografia in rete. Si pensa dunque che, istituendo una struttura centralizzata e capillare di controllo, si possa limitare drasticamente il diffondersi di questo fenomeno.
Le critiche degli oppositori
La critica principale alla proposta sta nel timore che il provvedimento impedisca sostanzialmente qualunque forma di privacy online. Uno degli esempi è uno dei sistemi di crittografia online più sicuri: la crittografia end to end. Questa, infatti, si fonda sull’impedire a chiunque non sia il mittente o il destinatario di decifrare il contenuto inviato, cosa che sarebbe a tutti gli effetti impossibile se i servizi di messaggistica fossero costretti a scansionare ogni messaggio inviato dai loro utenti. In presenza di un sistema che di fatto obbliga attori esterni a dover accedere a contenuti privati, gli oppositori sostengono che verrebbe a meno il diritto alla privacy dei cittadini, critica mossa anche dallo stresso servizio giuridico del Consiglio dell’Unione europea, organo incaricato di informare il Consiglio Europeo in ambito legale. Ci sono inoltre seri dubbi sull’efficacia della proposta: in Irlanda, ad esempio, delle segnalazioni ottenute col sistema attuale, solamente il 20% si è rivelato essere materiale realmente connesso ad abuso su minori.
Aggiornamenti sullo stato attuale di Chat Control
Ad ottobre del 2025, a seguito di vocali proteste da parte dei cittadini e seri dubbi sulla legalità ed efficacia della proposta, la presidenza danese ha deciso di ritirare la proposta di legge e rendere la scansione dei contenuti nuovamente su base volontaria. Il 12 novembre, però, sono emerse le modifiche effettive del testo, in cui viene specificato che, pur essendo la misura su base volontaria, dovrà essere inclusa come possibile “misura di prevenzione” e che ai provider “potrebbero essere richiesto di adoperarsi a sviluppare le tecnologie necessarie per mitigare il rischio di abuso su minori”. Si teme dunque che la presunta volontarietà dello schema sia solamente una foglia di fico e che, nei fatti, la proposta continui ad obbligare i servizi online ad implementare la scansione dei contenuti e dia alla Commissione Europea e agli Stati il potere di scannerizzare i messaggi dei suoi cittadini qualora lo ritenga “necessario per mitigare il rischio di abuso su minori”.
Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons, di Luxofluxo.

