La mitologia giapponese è un complesso sistema di credenze shintoiste e racconti antichi che spiegano l’origine del mondo, delle isole del Giappone e della linea imperiale. Le sue fonti principali sono il Kojiki (712 d.C.) e il Nihonshoki (720 d.C.). A differenza di altre cosmogonie, il mito giapponese si concentra sulla nascita dell’arcipelago e stabilisce un legame indissolubile tra le divinità (kami), la natura e i riti di purificazione, elementi centrali dello Shintoismo.
Indice dei contenuti
- Dal caos primordiale alla nascita dei kami
- Kuniumi: la nascita delle isole del giappone
- La morte di Izanami e la nascita del fuoco
- La discesa nello yomi: l’incontro con la morte e l’impurità
- Il rito di purificazione e la nascita delle tre divinità principali
- L’eredità del mito: la linea imperiale e i principi dello shintoismo
Dal caos primordiale alla nascita dei kami
Secondo il mito giapponese della creazione del mondo, in principio l’universo era un caos silenzioso e informe. Da questo stato emerse il musuhi, una forza creatrice spontanea. Le particelle leggere si levarono per formare l’Altopiano del Cielo (Takamagahara), mentre quelle pesanti precipitarono, creando la Terra. In cielo apparvero le prime divinità primordiali, seguite da sette generazioni di kami. L’ultima e più importante di queste coppie divine fu composta da Izanagi (“colui che invita”) e Izanami (“colei che è invitata”), a cui fu affidato il compito di dare forma al mondo.
Kuniumi: la nascita delle isole del giappone
Il processo di creazione della terra è noto come Kuniumi. In piedi sul Ponte Fluttuante del Cielo, Izanagi e Izanami immersero una lancia ingioiellata nell’oceano primordiale sottostante. Le gocce di acqua salata che caddero dalla punta della lancia si rappresero formando la prima isola, Onogoro. Lì i due kami eressero una colonna celeste e celebrarono un rito nuziale. Dal loro primo tentativo nacque un figlio deforme, Hiruko, che fu abbandonato su una barca di canne. Gli dei più anziani spiegarono che l’errore era stato commesso da Izanami, la quale aveva parlato per prima durante il rito, un ruolo che spettava alla divinità maschile.
Ripetuta correttamente la cerimonia, la coppia divina generò le Ōyashima, le otto grandi isole che formano l’arcipelago giapponese, tra cui Awaji, Shikoku, Kyushu e Honshu (chiamata Yamato). Iniziarono così a popolare il mondo.
La morte di Izanami e la nascita del fuoco
Dopo aver creato le isole, Izanagi e Izanami generarono numerosi altri kami, personificazioni delle montagne, dei fiumi, del vento e degli alberi. Questo processo di creazione delle divinità è chiamato Kamiumi. La nascita dell’ultimo figlio, tuttavia, fu fatale. Izanami diede alla luce Kagutsuchi, il kami del fuoco, ma le sue fiamme la ferirono mortalmente. In un impeto di dolore e rabbia, Izanagi decapitò il figlio neonato con la sua spada, e dalle gocce del suo sangue nacquero altre divinità.
La discesa nello yomi: l’incontro con la morte e l’impurità
Incapace di accettare la perdita, Izanagi intraprese un viaggio nello Yomi-no-kuni, la “terra delle acque ocra”, ovvero l’oltretomba. Trovò Izanami nell’oscurità e la supplicò di tornare. Lei acconsentì, ma gli chiese di non guardarla mentre otteneva il permesso dagli dei dello Yomi. Consumato dall’impazienza, Izanagi accese un dente del suo pettine come una torcia e illuminò la scena, scoprendo con orrore il corpo di Izanami in decomposizione, brulicante di vermi. Umiliata e infuriata per la rottura del patto, Izanami scatenò le creature dello Yomi per inseguirlo. Izanagi fuggì disperatamente e, una volta raggiunta l’uscita, sigillò l’ingresso con un enorme masso, separando per sempre il mondo dei vivi da quello dei morti. Attraverso la roccia, Izanami urlò una maledizione: “Ogni giorno ucciderò mille persone del tuo mondo”. Izanagi rispose: “Allora io farò in modo che ne nascano millecinquecento”. Così furono stabiliti i cicli di morte e nascita nel mondo.
Il rito di purificazione e la nascita delle tre divinità principali
Contaminato dal contatto con la morte, Izanagi sentì il bisogno di purificarsi. Questo atto è fondamentale nel mito e riflette il concetto shintoista di kegare (impurità) e misogi (purificazione rituale con l’acqua). Mentre si lavava in un fiume, dalle sue abluzioni nacquero le tre divinità più importanti del pantheon giapponese:
Kami (divinità) | Nascita (dall’abluzione) e dominio |
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Amaterasu Ōmikami (la grande dea che splende nei cieli) | Nacque dal lavaggio dell’occhio sinistro di Izanagi. Le fu affidato il dominio del cielo e del sole. |
Tsukuyomi-no-Mikoto (il dio della luna) | Nacque dal lavaggio dell’occhio destro. Gli fu affidato il dominio della notte e della luna. |
Susanoo-no-Mikoto (il dio impetuoso delle tempeste) | Nacque dal lavaggio del naso. Gli fu affidato il dominio dei mari e delle tempeste. |
L’eredità del mito: la linea imperiale e i principi dello shintoismo
La fase successiva del mito si concentra sulle interazioni tra questi tre fratelli, in particolare il conflitto tra la solare Amaterasu e il caotico Susanoo. Da questi eventi discenderà la stirpe divina che, secondo la tradizione dello Shintoismo, darà origine alla linea imperiale del Giappone. Il primo imperatore, Jimmu, è infatti considerato un discendente diretto di Amaterasu. Questo legame tra il mito della creazione e la famiglia imperiale ha avuto un’influenza profonda e duratura sulla cultura e sull’identità nazionale giapponese, come promosso anche da enti come il Japan National Tourism Organization.
Fonte immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 10/10/2025