La letteratura mondiale è il corpus di opere che circolano oltre i loro confini linguistici e culturali d’origine, diventando parte di un dialogo globale. Questo concetto, centrale per la disciplina della letteratura comparata, è stato oggetto di un intenso dibattito che, da oltre due secoli, cerca di definirne i contorni e il significato.
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L’origine del concetto: la Weltliteratur di Goethe
Il primo a formulare un’idea moderna di letteratura mondiale fu Johann Wolfgang von Goethe. Nel 1827, durante una conversazione con il suo segretario, egli coniò il termine Weltliteratur (letteratura del mondo), affermando: «non siamo più nell’epoca delle letterature nazionali, questa è l’epoca della letteratura mondiale». Goethe aveva intuito che la crescente circolazione di idee e merci avrebbe creato un dialogo tra le culture. La sua visione, come spiegato da fonti autorevoli come l’enciclopedia Treccani, era quella di uno scambio in cui ogni cultura potesse arricchirsi prendendo il meglio dalle altre, sebbene con una contraddittoria tendenza a considerare la cultura tedesca come un punto di riferimento privilegiato.
Le interpretazioni del XX secolo: Cheng, Tagore e Auerbach
Tra la fine del XIX e la prima metà del XX secolo, il concetto di letteratura mondiale fu rielaborato in contesti diversi. In Cina, Cheng Jitong sostenne che la letteratura cinese, per evolversi, dovesse uscire dai propri confini e confrontarsi con il resto del mondo. L’intellettuale bengalese Rabindranath Tagore, in un contesto coloniale, usò il termine Vishwa Sahitya per promuovere una letteratura capace di generare umanità e solidarietà tra i popoli. Questa visione pacifista fu ripresa da Erich Auerbach, filologo tedesco in esilio durante il nazismo. Traumatizzato dalla guerra, Auerbach vedeva nella letteratura mondiale un baluardo contro la frammentazione e un modo per ritrovare un terreno comune tra le culture, come discusso da istituzioni come l’Istituto della Enciclopedia Italiana.
L’evoluzione del concetto di letteratura mondiale: da Goethe a oggi
| Autore | Idea chiave di letteratura mondiale |
|---|---|
| Johann W. von Goethe | Un dialogo tra letterature nazionali per un arricchimento reciproco (Weltliteratur). |
| Erich Auerbach | Un patrimonio comune dell’umanità per superare le divisioni e trovare un terreno condiviso. |
| Edward Said | Un’opera che “viaggia” al di fuori del suo contesto locale, parlando a culture diverse. |
| David Damrosch | Un’opera che circola attivamente oltre i confini grazie alla traduzione. |
| Pascale Casanova | Uno spazio globale di competizione letteraria, una “Repubblica Mondiale delle Lettere” con le sue capitali e le sue periferie. |
Le teorie contemporanee: circolazione, traduzione e potere
Il dibattito sulla letteratura mondiale si è intensificato con la decolonizzazione e la globalizzazione. Il critico Edward Said ha descritto la letteratura mondiale come un testo che “si mette in viaggio”, capace di parlare a tutto il mondo pur nascendo da un contesto locale. Per David Damrosch, uno dei massimi esponenti attuali, un’opera diventa letteratura mondiale quando circola attivamente al di fuori della sua cultura d’origine, e per fare ciò la traduzione è il meccanismo fondamentale. La studiosa francese Pascale Casanova, nel suo libro La Repubblica Mondiale delle Lettere, ha invece proposto una visione più conflittuale: un campo di forze globale in cui le letterature competono per il prestigio e la legittimazione. Infine, il comparatista italiano Massimo Fusillo ha notato come, dalla seconda metà del ‘900, la fiducia umanistica in un’idea unitaria di letteratura si sia incrinata, lasciando spazio a discorsi più attenti alle differenze e alle dinamiche di potere.
Immagine: Wikipedia
Articolo aggiornato il: 27/09/2025

