Consegne, una performance da coprifuoco | intervista

Consegne

Consegne // una performance da coprifuoco” arriva a Napoli dal 15 dicembre, grazie al Collettivo lunAzione. Lo spettacolo ha debuttato a Bologna lo scorso novembre con la compagnia Kepler-452: si tratta di un percorso-performance site specific e vedrà in sella a Napoli Cecilia Lupoli, nel ruolo di attrice/rider.

L’adattamento per la città partenopea è a cura di Eduardo Di Pietro, l’organizzazione di Martina Di Leva e il coordinamento tecnico di Tommaso Vitiello. Un corriere si sposterà per le strade per effettuare le consegne, attraversando la notte desolata. Lo spettatore – o più spettatori che abitano allo stesso indirizzo – seguiranno sulla piattaforma Zoom il percorso-performance che condurrà il rider a bussare proprio alla sua porta per un incontro finale.

“Consegne, una performance da coprifuoco”, intervista al regista

In un momento in cui i teatri e – più in generale – i centri di produzione culturale sono chiusi, diventa molto complesso costruire narrazioni e rappresentazioni “artistiche” del reale. L’idea del “percorso-performance” è una sperimentazione in tal senso?

Nella versione di “Consegne” a cura del Collettivo lunAzione c’è senz’altro un interesse sperimentale in questa direzione, che tra l’altro coinvolge il tentativo di commistione tra differenti strumenti comunicativi (videochiamata via Zoom e audio-narrazione in cuffie wireless dal vivo) che si adeguino alle esigenze dell’attualità e riecheggino come caratteristiche proprie della comunicazione contemporanea. Tali strumenti, assieme all’attrice-rider Cecilia Lupoli e al suo Piaggio Liberty 50, compongono l’atto performativo: la città deserta, le finestre illuminate, la notte, diventano inoltre personaggi che accompagnano il percorso. Qualsiasi momento di grandi trasformazioni, di traumi più o meno forti e, tra gli altri, i timori e le restrizioni del presente, necessitano di rielaborazioni del reale che ci consentano di comprendere e metabolizzare il dolore, la morte, il disorientamento, la solitudine. Il teatro può ancora farlo: ha bisogno delle sale teatrali da abitare, ma non ne ha bisogno per esistere.

Perchè la scelta è ricaduta prioritariamente sui rider?

Il rider è un simbolo di questi tempi: è il lasciapassare per il coprifuoco, può viaggiare liberamente nella notte e la sua attività prospera nella pandemia – o meglio, le aziende di delivery prosperano mentre i rider corrono da un indirizzo all’altro. Queste figure nuove e solitarie, operose e fuggevoli, sono state considerate essenziali dalle direttive, anche a fronte delle chiusure generalizzate a causa dell’emergenza sanitaria. “Consegne” parte così da un’attrice, rappresentante di un lavoro che – come tanti altri – non è stato ritenuto essenziale. Questo dispiega una sfilza di interrogativi: chi può definire cosa è essenziale? E soprattutto cos’è l’Essenziale? La ricerca di risposte condivise con lo/gli spettatore/i, assume le forme di un vagabondaggio notturno, dissimulato da una consegna: in fin dei conti un pretesto per dar vita a un incontro. Con “Consegne” il teatro scende dunque in strada e si traveste da corriere per indagare le infinite possibilità di incontro racchiuse nella sua figura.

Il Collettivo lunAzione è da anni impegnato nella promozione e nello studio del teatro come forma di espressione ad alta funzione sociale. Qual è, dunque, la funzione sociale del teatro in questa fase storica?

Immagino che sia la stessa rilevabile nella storia generica, con sensibilità variabili. Forse la funzione sociale del teatro in questo momento, la sua responsabilità nei confronti del bene comune, sta nel riuscire ad affermare la propria importanza, il proprio spazio vitale, la necessità della propria esistenza. Ridursi allo spasimo, se necessario, pur di tornare a brillare con la forza necessaria a imporre nuovamente il suo millenario ruolo sociale, il suo effetto salvifico. La qualità della vita di noi tutti è direttamente proporzionale all’arte di cui godiamo, e alla nostra capacità di non arrenderci al mondo per come ci è dato. Si tratta di una ricerca da compiere mettendo sistematicamente in crisi i vincoli della realtà – talento caratteristico del teatro. “Consegne”, per esempio, si interroga in questo: è possibile ristabilire una dimensione genuinamente umana, nel mondo dell’economia imperante?

Altri progetti per il futuro?

Nel turbinio di un’attualità così limitante, abbiamo intrapreso un progetto di ricerca sugli adolescenti delle scuole secondarie di secondo grado, quelli maggiormente relegati alla didattica a distanza: la sospensione della scuola in presenza per un periodo tanto prolungato e su così ampia scala costituisce un inedito storico le cui conseguenze sugli studenti ci interessano molto. Parallelamente, abbiamo cominciato le ricerche per un nuovo lavoro che sviluppi le basi gettate da “Il Colloquio”, che si prospetta molto impegnativo.

 

Il Collettivo lunAzione è nato a Napoli nel 2014. Il primo spettacolo del gruppo è una riscrittura di Troilo e Cressida di Shakespeare, in scena per vari festival e rassegne nazionali. Nel 2015, ha debuttato Jamais vu per l’E45 Napoli Fringe Festival, nell’ambito del Napoli Teatro Festival Italia. Ha vinto il Premio Scenario Periferie 2019 con il progetto Il Colloquio di Eduardo Di Pietro, ispirato dal sistema di ammissione ai colloqui periodici con i detenuti presso il carcere di Poggioreale.

Il biglietto ha un costo di €15 euro, comprensivo di consegne. Info e prenotazioni aperte [email protected] – 3349648516

 

Fonte immagine: Facebook.

A proposito di Maria Laura Amendola

Nata a Potenza il 28 giugno 1993, madre australiana e papà Irpino. Impegnata, per diversi anni, in organizzazioni a carattere sociale e culturale, ho prediletto come ambito il femminismo e le battaglie contro le disuguaglianze di genere. Nel 2021, è nata la mia prima opera letteraria, "Una donna fragile", Guida Editori.

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