Novelle di Luigi Pirandello: 3 da leggere

Novelle di Luigi Pirandello

Luigi Pirandello, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1934, è stato un drammaturgo, scrittore e poeta italiano. Dal 1880 al 1936, anno della sua morte, non ha mai smesso di scrivere racconti: le varie raccolte ne comprendono oltre duecentocinquanta. Le sue novelle abbracciano temi come il relativismo, le crisi di identità, la follia, l’alienazione e il contrasto tra l’apparenza e la realtà. Queste tematiche vengono affrontate con un sottile spirito umoristico. Attenzione, l’umorismo pirandelliano non è puro divertimento, bensì è lo strumento che permette di avere un occhio critico sulla vita umana, mettendo in luce le sue contraddizioni e assurdità. Le novelle di Luigi Pirandello forniscono innumerevoli spunti di riflessione.

Novelle e temi pirandelliani a confronto

Ecco una sintesi delle novelle consigliate e del tema centrale che ognuna di esse esplora in modo esemplare.

Titolo della novella Tema pirandelliano principale
Il treno ha fischiato La ribellione alla “maschera” sociale e la fuga dalla monotonia attraverso l’immaginazione
L’uomo dal fiore in bocca La consapevolezza della morte come stimolo a un disperato e profondo attaccamento alla vita
Ciaula scopre la luna L’epifania e la scoperta della bellezza come via di fuga dall’alienazione e dalla sofferenza

Le 3 novelle di Luigi Pirandello consigliate

Il treno ha fischiato

La novella si apre con la presunta follia di Belluca, il protagonista, che da un giorno all’altro smette di adempiere ai suoi doveri. Al suo capo, Belluca parla del fischio di un treno e di viaggi immaginari. È una caratteristica delle novelle di Luigi Pirandello confondere il lettore, ma proseguendo la lettura tutto diventa chiaro. La novella descrive la vita monotona e alienata di Belluca, dedicata solo al lavoro e alla famiglia. Il suono del fischio di un treno, durante la notte, lo risveglia da questo torpore, ricordandogli che il mondo esiste e la vita scorre. Belluca non è impazzito; ha semplicemente riscoperto la possibilità di immaginare una vita diversa dalla prigione della sua “maschera” quotidiana.

L’uomo dal fiore in bocca

In un caffè notturno, l’Uomo dal fiore in bocca avvia un dialogo con un Avventore. Emerge subito il suo forte attaccamento alla vita, un desiderio insaziabile di gustarne ogni attimo. Purtroppo, la possibilità di perderla non è remota: l’uomo è malato e “il fiore in bocca” è un tumore maligno. È proprio da qui che deriva il suo disperato bisogno di vivere: la consapevolezza della fine imminente gli impedisce di stare tranquillo e lo spinge a usare la forza dell’immaginazione. Nonostante il destino certo, non c’è rassegnazione, ma un’esortazione a gustarsi la vita con ancora più avidità. Un paradosso che mostra una fervida vitalità proprio in un uomo morente.

Ciaula scopre la luna

Ciaula, un giovane e semplice minatore, è terrorizzato dal buio. Il compito di trasportare un carico durante la notte gli provoca grande angoscia. Non sa cosa si nasconda nell’oscurità, non la conosce. Allo stesso modo, Ciaula non conosceva nemmeno la luna. Uscendo dalla miniera, la vede per la prima volta e ne rimane stupefatto. La scoperta della luna è un momento di epifania, la rivelazione improvvisa della bellezza del mondo, una speranza mai vista prima tra i corridoi bui di un lavoro alienante. È la dimostrazione che anche nelle vite più umili e oppresse può trovare spazio un momento di pura e consolatoria meraviglia.

Fonte immagine: depositphotos

Articolo aggiornato il: 07/09/2025

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