Perfetti Sconosciuti, anche lo spettacolo teatrale è un successo!

Perfetti Sconosciuti, anche lo spettacolo teatrale è un successo! teatro

Perfetti Sconosciuti è il film dei record. Non solo negli incassi e nei premi vinti (David di Donatello, Nastro d’argento, Globo d’oro e Ciak d’oro) ma anche nell’incredibile numero di remake, 25, per cui la pellicola di Paolo Genovese detiene il Guinness dei Primati. Un successo per la critica, un vero e proprio cult contemporaneo per il pubblico che, a 8 anni dalla sua uscita, ancora ne cita le frasi e ricorda le vicende. Vicende che sono state riproposte a teatro, in uno spettacolo che ha trovato nel Teatro Diana il suo approdo in terra partenopea. Trasposizione perfetta o buco nell’acqua? Scopriamolo insieme! 

Perfetti Sconosciuti, in sintesi 

Se vuoi bene a qualcuno lo proteggi da tutto.

Un gruppo di amici di vecchia data decide, tra una portata e l’altra di una cena, di fare un gioco. Tutti i messaggi (e le chiamate) che arriveranno sugli smartphone dei presenti al tavolo saranno letti ad alta voce. Questo l’escamotage narrativo, semplice ma efficace, che ha permesso a Paolo Genovese di approfondire, con garbo e senza giudizi morali, il ruolo che la tecnologia svolge nelle nostre esistenze. Il risultato della sua ricerca? Il cellulare e i social non sono altro che una “scatola nera”, una cassaforte di inganni, bugie e verità taciute, a cui l’umano, annoiato dalle dinamiche di  vita e di coppie, si aggrappa come se fossero dei baluardi. E venuta a mancare la privacy, non resta che il marcio di quella vita segreta e delle sue verità imbarazzanti. 

Perfetti Sconosciuti a teatro, un adattamento che funziona

L’impianto drammaturgico della la versione teatrale, è stato costruito seguendo alla lettere la sceneggiatura che, in effetti, strizzava già l’occhio alle commedie dell’equivoco di Molière. Il testo, attuale più che mai, non ha subito quindi variazioni di sorta, se non nella verve e nell’interpretazione dei suoi attori, un cast completamente diverso dalla controparte cinematografica. Dino Abbrescia, Alice Bertini, Marco Bonini, Paolo Calabresi, Massimo De Lorenzo, Anna Ferzetti, Valeria Solarino non hanno deluso le aspettative, anzi, hanno svolto un lavoro egregio, dando sfumature nuove ai personaggi interpretati e una declinazione maggiormente comica rispetto alla commedia originale. Le battute sono le stesse, ma i tempi comici più compassati, squisitamente teatrali, hanno giovato all’economia di un copione che è un piccolo manuale di antropologia 2.0, con i suoi eccessi, i suoi stereotipi, e inevitabili e sorprendenti “what if”.
Ottima anche la scenografia che, nei suoi curatissimi ambienti, è riuscita a riproporre le stanze, il salotto e l’esterno, con quell’affaccio su un’eclissi che rischia di somigliare all’anima dei 7 amici, così fredda e buia, illuminata soltanto dalla luce dei loro smartphone, più che dall’amore e dalla fedeltà dei loro cari, ugualmente distrutti e soli. Sì, perché in fondo siamo tutti “frangibili“.

La versione teatrale di Perfetti Sconosciuti è stata, in conclusione, un altro incredibile successo, per un film che è uno dei classici del futuro, e su questo non ci sono dubbi. 

Immagine: Ufficio Stampa

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A proposito di Marcello Affuso

Direttore di Eroica Fenice | Docente di italiano e latino | Autore di "A un passo da te" (Linee infinite), "Tramonti di cartone" (GM Press), "Cortocircuito", "Cavallucci e cotton fioc" e "Ribut" (Guida editore)

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