Lo scorso martedì, 20 maggio, al Teatro Piccolo Bellini di Napoli, è stata rappresentata la pièce, Funerale all’italiana, un piccolo gioiello drammaturgico su quelle contraddizioni caratteristiche e tipiche che rendono riconoscibile il nostro Bel Paese e che sanno mostrarsi dinanzi all’occhio più attento anche, forse, soprattutto, nel momento del trapasso di un nostro connazionale.
il testo, scritto a 4 mani da due giovanissime, ma già molto attive sul piano creativo, artiste italiane, Benedetta Parisi e Alice Sinigaglia, sì traduce sul palco in una forma di intrattenimento puro, sicuramente leggera, ma per nulla disimpegnata da spunti di riflessione.
La regia dello spettacolo è firmata da Alice Sinigaglia, sulla scena, invece, troviamo Benedetta Parisi, voce off, Michele Coiro, al suono è situato Fabio Clemente, le luci sono dirette da Daniele Passeri, i costumi sono opera di Sandra Cardini, le foto sono realizzate da Andrea Macchia.
Infine, la rappresentazione è prodotta dal Centro di Produzione Teatrale d’Innovazione, SCARTI, dal Teatro Piemonte Europa, TPE e dal Festival delle Colline Torinesi.
Le dichiarazioni della regista su Funerale all’italiana
Dalle note di regia è possibile leggere: Rimarremo morti per molto più tempo di quanto siamo stati vivi (…) Chiediamo al pubblico di indossare un abito nero, metter su la faccia da “addolorato” e recarsi alla celebrazione di una morte di cui non sanno abbastanza, di portare un fiore, di leggere sulle pareti del teatro un nome che non gli dice niente. (…) Poi dalla platea qualcuno prende parola, l’attrice decide di fare l’attrice, a lei l’onere della commemorazione.
Funerale all’italiana e il sarcasmo sul nostro Bel Paese
L’evento drammatico per eccellenza, la morte, diviene il pretesto narrativo di questa sorta di monologo. Monologo che viene condotto dal talento espressivo e “trascinatore” della performer, Benedetta Parisi, attraversando varie generazioni, in un percorso a ritroso nella sua infanzia, con i suoi nonni come personaggi principali, giungendo, poi, a estendere il suo discorso all’universalità del genere umano.
La scenografia, con un altare appena adornato, è, di proposito, quanto mai essenziale, ma essa viene supportata, all’occorrenza, da una dissonante e articolata colonna sonora, merito di Fabio Clemente. Quest’ultima spazia dalla riproduzione di vecchie interviste (che appaiono sul palcoscenico come provenienti da un modello di radio vintage) al dj party contemporaneo, spensierato se non irriverente, dato il contesto.
Intelligente, ironico e spassoso come pochi, Funerale all’italiana decide di non fare a meno della partecipazione dello spettatore, divertendo tanto il pubblico in sala, che coinvolge in numerose occasioni, scatenando così la sua ilarità, eppure, riesce altresì a “toccare” e “convincere” la nostra parte più emotiva e vulnerabile, proprio come il tema delicato che ha scelto di trattare. E compie tale operazione esorcizzando e sublimando un argomento da sempre caro e caldo nella produzione creativa e artistica internazionale: quello della morte.
Esperimento delicato ma riuscito
Funerale all’italiana, che sarà ancora sulle scene al Piccolo Bellini di Napoli fino al prossimo 25 maggio, è, in conclusione, un esperimento assolutamente riuscitissimo e lo spettacolo è consigliato anche a un pubblico eterogeneo!
Fonte immagine: Ufficio stampa Piccolo Bellini