Tè cinese: tra storia e leggenda

tè cinese

Il tè è spesso associato all’Inghilterra, eppure, è l’Asia ad essere il vero fulcro della cultura del tè, in particolare Cina e Giappone. Scopri tutto quello che c’è da sapere sul tè cinese, dalla storia alle tipologie.

Tè Cinese: Tra storia e leggenda

Al tè cinese vengono associate una serie di proprietà quasi magiche sin dall’antichità. Attorno alla sua invenzione ruotano diverse leggende, tra le più importanti c’è quella di Bodhidarma (in cinese: Da Mo; in giapponese Daruma). Bodhidharma fu il capostipite della scuola buddista Chan, in giapponese Zen. Dovendo pregare e temprare il proprio corpo ad ogni ora del giorno, accumulò stanchezza e dormì per un’intera notte. Quasi a punirsi per la stanchezza, decise di recidersi le palpebre e gettarle al suolo. Sorprendentemente, iniziò a crescere un arbusto, le cui foglie avevano proprietà eccitanti, per allontanare la stanchezza; e così nacque il tè, almeno secondo la leggenda.

Questa leggenda è stata adottata anche in Giappone. La Cina, d’altro canto, possiede anche un altro racconto a riguardo.

Si pensava che il tè cinese fosse un’invenzione dell’augusto Shennong (divinità autoctona), e che venisse usato come medicina. Nella realtà dei fatti, l’arbusto del tè era già coltivato nelle aree del Sichuan e in tutta la Cina orientale. In origine le foglie non venivano infuse al fine di ottenerne una bevanda, ma erano pestate in unguenti medicinali.

Tipologie di tè

Il tè cinese può essere smistato in cinque categorie: tè rosso, tè verde, tè ocra, tè nero, tè bianco. Ognuna di queste categorie è tipica di una regione cinese: Lo Jiangnan per il tè verde, lo Yunnan per il rosso, il Guandong per il tè nero, lo Hunan per il tè ocra e il Fujian per il tè bianco.

Diffusione e usi

Già verso il IV-V secolo il tè si diffuse tra i nobili meridionali come bevanda, che lontani dai bei pascoli montani, lo bevevano con avidità e gusto, così come al nord bevevano il latte. In questo periodo le foglie venivano fatte bollire assieme a zenzero, bucce d’arancia, cipolle. Somigliava più a un decotto.

Il tè cinese si diffuse, però, soprattutto a partire dall’epoca Tang. La richiesta di esportazione del tè cinese era altissima, le foglie potevano addirittura sostituire la valuta. Famosissime divennero le sale da tè che in Giappone furono riprese tantissimo. La stessa cerimonia del tè giapponese fa riferimento all’antica cerimonia del tè cinese: Il tè veniva gustato in un luogo tranquillo, con un tavolino basso in una sala da tè (in cinese Chaguan; in giapponese Chashitsu) dall’arredamento sobrio, sia in Cina che in Giappone.

Secondo il Classico del tè di Luyu (epoca Tang), preparare il tè necessitava di acqua di sorgente di montagna e un poco di sale. In epoca Tang, le foglie che non venivano fatte fermentare erano pressate in mattoncini che venivano polverizzati e poi cotti. In epoca Song, invece, la polvere veniva mescolata con acqua calda e, con un frustino di bambù, amalgamata. Questo è il procedimento conservato dai giapponesi, che tutt’ora preparano il tè matcha con tale tecnica. A partire dall’epoca Ming le foglie di tè iniziarono ad essere immerse in acqua bollente (泡 pao) e questa sarà, in Cina, la tecnica più utilizzata fino ai giorni nostri.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

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