Le opere di Antonio Del Pollaiolo: le 3 più importanti

Antonio Del Pollaiolo, 3 opere più importanti

Scopriamo le opere di Antonio del Pollaiolo da conoscere!

Antonio Benci, detto Antonio Del Pollaiolo è stato un orafo, pittore e scultore italiano nato tra il 1431 e il 1432. Il suo cognome deriva, secondo una tradizione fiorentina, dal mestiere del padre che era un pollivendolo. Egli fu discepolo di Domenico Veneziano, ma fu influenzato soprattutto da Andrea del Castagno e Donatello. Antonio fu il primo di sei figli, e tra questi ci fu Piero del Pollaiolo, un altro grande artista.

Tuttavia, a differenza di altri artisti come Donatello, Botticelli e Leonardo, Antonio del Pollaiolo nelle sue opere non era particolarmente interessato alla rappresentazione del sentimento o dell’aspetto morale, anzi, la sua principale preoccupazione era l’esaltazione del movimento e la resa minuziosa delle anatomie dei corpi. Infatti, si sostiene che Antonio del Pollaiolo fosse appassionato allo studio dei corpi e delle anatomie, tanto che studiava persino i cadaveri, e i risultati dei suoi studi si riscontravano poi nelle sue opere. Quindi egli era indifferente a ogni sottigliezza psicologica, alla quale invece preferiva moti più volenti, movimenti impressionanti e forze in azione. Inoltre, la sua inclinazione da orafo si nota soprattutto nella resa precisa dei contorni delle figure componendoli in linee estremamente precise.

La bottega di Antonio del Pollaiolo fu tra quelle più importanti e interessanti di Firenze, dove erano impiegati numerosi apprendisti e collaboratori per la produzione di statue, dipinti e manufatti tessili.

Di seguito vediamo quali sono le 3 opere più importanti di Antonio del Pollaiolo:

1. Ercole e l’idra

Ercole e l’idra è una delle opere di Antonio del Pollaiolo più influenti da conoscere. Si tratta di un piccolo dipinto a tempera grassa su tavola che Antonio del Pollaiolo realizza intorno al 1475 ed è conservato nella Galleria degli Uffizi a Firenze. In realtà, l’opera è accoppiata all’analoga Ercole e Anteo, anch’esso agli Uffizi. Le due tavolette potrebbero essere state dei bozzetti o opere indipendenti eseguite probabilmente per i Medici. In questo dipinto viene raffigurata quella che, secondo la mitologia greca, doveva essere la seconda delle dodici fatiche di Ercole: uccidere l’idra, un mostro con nove teste di serpente. In realtà, qui Antonio del Pollaiolo raffigura solo due teste e un’altra già mozzata a terra. La scena è raffigurata su un paesaggio ritratto a volo d’uccello e che si perde in lontananza in modo da far giganteggiare le figure in primo piano. Già in questo dipinto possiamo notare la minuzia con cui raffigura i dettagli anatomici del corpo di Ercole.

2. Battaglia di dieci uomini nudi

Si tratta di una delle opere di Antonio del Pollaiolo più importanti, è stata realizzata tra il 1460 e il 1465 ed è conservata a Cleveland. Si tratta di un’incisione a bulino, che secondo Giorgio Vasari fu inventata qualche anno prima da un amico orafo del Pollaiolo. Per quest’incisione viene quindi utilizzato il bulino, ovvero un punteruolo con la punta d’acciaio utilizzato per particolari incisioni; successivamente l’incisione viene riempita con l’inchiostro e infine premuto sulla carta da vita al disegno. Questa è la tecnica che Antonio del Pollaiolo ha utilizzato per la battaglia dei nudi, all’interno della quale troviamo anche la firma dell’artista, in particolare su una tabula ansata appesa a un albero a sinistra. Il soggetto non è chiaramente decifrato; infatti, non sappiamo se si tratta di una battaglia reale o mitologica e nonostante anni e anni di studi sull’interpretazione, non si è mai riusciti ad arrivare ad una soluzione concreta e definitiva. L’opera rappresenta, dunque, dieci uomini nudi che lottano con spade, archi e pugnali, quindi anche in questo caso abbiamo la raffigurazione minuziosa dell’anatomia dei corpi in movimento. Al centro notiamo due guerrieri che, in realtà, rappresentano la stessa persona raffigurata da due punti di vista differenti. Il suolo è pieno di armi e scudi, invece lo sfondo si caratterizza da alte specie vegetali che non mostrano nessun tipo di prospettiva.

3. Monumento funebre  per Innocenzo VIII

L’ultima delle opere di Antonio del Pollaiolo da menzionare è un monumento funebre a muro che ebbe una grande fama nell’ambiente artistico romano. Realizzato da Antonio del Pollaiolo nel 1497 e si trova nella Basilica di San Pietro a Roma. Innocenzo VIII si distinse per le sue serate mondane e per essere stato il primo pontefice ad essere stato eletto con le parole habemus papam. La tomba realizzata dal Pollaiolo presenta molte novità artistiche: innanzitutto il defunto viene raffigurato sia seduto sul trono che sdraiato sul letto di morte. Tuttavia, all’inizio le due immagini erano invertite, cioè quella distesa doveva trovarsi sopra mentre quella seduta doveva trovarsi sotto, però durante la costruzione della nuova Basilica di San Pietro si creò un gran confusione ed evidentemente qualcuno non annotò bene la posizione originaria. Infine il pontefice viene raffigurato con in mano la punta di una lancia che secondo diversi studiosi dovrebbe raffigurare la lancia di Longino.

Fonte immagine: Wikipedia

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