Le dodici fatiche di Ercole ma prima…chi era Ercole?
Eracle, o Ercole alla latina, evoca l’idea stessa della forza fisica, dunque dell’eroe possente per antonomasia: l’iconografia greca e romana, infatti, insiste sugli attributi della clava e della pelle leonina. Sulle sue origini vi sono tradizioni differenti, dal momento che talvolta è annoverato fra gli dei, altre fra gli eroi, e questa contraddittorietà manifesta l’incertezza sulla sua natura: ma è proprio a tale duplicità che egli deve la sua intrinseca grandezza, poiché essa consentì agli uomini di riconoscersi nell’eroe ripetendone simbolicamente le gesta e di attingere così alla sfera rigenerante del divino.
Su di lui, così si esprime sinteticamente e scherzosamente Luciano De Crescenzo in Elena, Elena, amore mio: «Figlio di Zeus e di Alcmena. La sua nascita fu avventurosa. Alcmena piaceva molto a Zeus ma era fedele al marito Anfitrione e non avrebbe mai accettato le proposte del padre degli dei. Allora Zeus pensò bene di prendere le sembianze di Anfitrione e di fermare il tempo, ovvero la Luna, il Sole e le Ore, in modo da consumare l’adulterio in santa pace. Eracle nacque dalla loro unione; era così forte che quando Era, gelosa, gli inviò due serpenti per ucciderlo, lui li strozzò nella culla, malgrado avesse solo pochi mesi. Eracle desiderò l’immortalità e Zeus gliela promise a condizione che superasse le dodici fatiche commissionate da Euristeo, il re di Tirinto e di Micene. Euristeo lo costrinse ad affrontare alcuni animali mostruosi (…) e a risolvere alcune incombenze più o meno sgradevoli (…)».
Le dodici fatiche di Ercole (prima parte)
Il ciclo che ruota intorno a questo semidio, in greco chiamato dōdékathlos, letteralmente “dodici fatiche” (le famose dodici fatiche di Ercole), impostegli per la durata di dodici anni come prezzo per la sua immortalità, comprende in primo luogo l’uccisione di due animali mostruosi: il leone di Nemea, dalla pelle invulnerabile, immobilizzato in una caverna, strozzato a mani nude e scuoiato; l’Idra di Lerna, un gigantesco serpente a più teste – delle quali la centrale era immortale, le altre ricrescevano incessantemente se recise – che Eracle riuscì a sconfiggere bruciando le sue teste con dei tronchi infuocati e schiacciando quella immortale con un macigno.
In seguito, l’eroe fu impegnato nella cattura della cerva di Cerinea, sacra ad Artemide, dalle corna e dagli zoccoli d’oro, che aveva il potere di incantare chiunque la inseguisse, conducendolo in luoghi dai quali non avrebbe più fatto ritorno, e del feroce cinghiale di Erimanto, che causava gravi danni nei campi dell’Attica. Seguono la pulizia delle stalle di Augia, non ripulite da trent’anni, che Eracle lavò in un solo giorno, deviando il corso di due fiumi, e la dispersione degli uccelli del lago Stinfalo, pennuti mostruosi, con piume, becco ed artigli di bronzo, che devastavano la regione cibandosi di carne umana e usando le proprie penne a mo’ di frecce, che Eracle annientò in parte stordendoli mediante sonagli di bronzo donatigli da Atena, in parte trafiggendoli con frecce avvelenate con il sangue dell’Idra.
Le successive sei fatiche d’Ercole
Le fatiche seguenti comprendono la cattura del toro di Creta, che seminava il terrore fra gli abitanti dell’isola e distruggeva i campi, e che Eracle riuscì a catturare e consegnare vivo al re Minosse grazie all’utilizzo di una particolare rete da lui stesso costruita; il rapimento delle terribili cavalle di Diomede, nutrite con la carne degli stranieri giunti in Tracia, catturate in seguito all’uccisione del proprietario, divorato dai suoi stessi animali; la presa della cintura di Ippolita, regina delle Amazzoni, su richiesta di Admeta, figlia di Euristeo; l’oggetto, che le era stato donato dal padre Ares, la rendeva fortissima; Eracle partì con alcuni eroi, tra cui Teseo, e riuscì ad ottenere la preziosa cintura dopo una battaglia con le terribili donne guerriere, che erano inoltre state aizzate contro di lui da Era. Segue il rapimento dei buoi di Gerione, un mostro con tre corpi e sei braccia, i cui animali erano ben custoditi ai confini del mondo allora conosciuto; Eracle portò a compimento l’impresa grazie al carro alato del Sole e, nel suo cammino, separò due monti e vi conficcò due colonne, le famose “colonne d’Ercole”, identificate con lo stretto di Gibilterra.
Chiudono la carrellata delle dodici fatiche di Ercole la presa delle preziose mele d’oro nel giardino delle Esperidi, che Eracle riuscì ad ottenere mettendo in atto un tranello di cui fu vittima Atlante, l’unico a conoscere l’esatta ubicazione del luogo; e l’impresa riguardante il terribile Cerbero, cane a tre teste posto a guardia degli Inferi, che Eracle domò con la forza delle sue mani e condusse vivo a Micene, per poi riportarlo al regno infernale al quale per sempre l’animale doveva appartenere, in obbedienza alla promessa fatta ad Ade.
Colpito dal suo coraggio, il re Euristeo decise, infine, di liberare l’eroe dalla sua prigionia.
La figura di Eracle spicca, nel quadro dell’antica religiosità ellenica, quale benefico tramite fra il mondo degli dèi e quello degli uomini; le sue imprese, rispecchiando le tradizionali prove imposte agli iniziati per accedere alle forze virili, sono vittorie sulla morte, prove dell’anima che si libera progressivamente dalla servitù del corpo per giungere all’apoteosi finale: ed infatti, nel primo Umanesimo e poi nel Rinascimento, Eracle divenne il simbolo dell’uomo vittorioso sulla sorte e conquistatore dell’eternità con la forza delle proprie virtù.
In sintesi le dodici fatiche di Ercole sono:
- Uccidere il leone di Nemea, che era immune alle armi e aveva già ucciso molti uomini. Ercole riuscì a ucciderlo strangolandolo con le mani.
- Uccidere la Hidra di Lerna, un mostro a sette teste. Ercole riuscì a ucciderla, ma ogni volta che ne tagliava una ne spuntavano due al suo posto. Alla fine, con l’aiuto del suo compagno Iolaos, Ercole riuscì a bruciare le ferite per evitare che le teste ricrescessero.
- Catturare la cerva di Cerinea, che aveva corna d’oro e era velocissima. Ercole la inseguì per un anno intero, finché alla fine riuscì a prenderla.
- Uccidere il cinghiale di Erimanto, un animale feroce e distruttivo. Ercole riuscì a ucciderlo con una freccia avvelenata.
- Pulire in un solo giorno gli stalli del re Augia, che erano pieni di letame da anni. Ercole chiese l’aiuto di due ruscelli, il Cladeo e il Peneo, che gli consentirono di pulire gli stalli in poco tempo.
- Uccidere i tre tori di Creta, che erano indomabili e distruggevano tutto ciò che incontravano. Ercole riuscì a ucciderli con l’aiuto di Arianna, la figlia del re di Creta.
- Catturare il cavallo alato di Diomede, che era nutrito con carne umana. Ercole riuscì a catturarlo, ma poi lo regalò al re di Tracia in cambio di un’altra fatica.
- Uccidere il toro di Creta, che era stato inviato dal re di Creta come vendetta per la morte dei suoi tori. Ercole riuscì a ucciderlo con l’aiuto di Arianna.
- Catturare il cinghiale di Calidonio, che era feroce e distruggeva i campi. Ercole riuscì a catturarlo, ma poi lo regalò al re di Tracia in cambio di un’altra fatica.
- Uccidere la belva delle giungle di Gerione, che aveva tre teste e sette code. Ercole riuscì a ucciderla, ma solo dopo un lungo scontro.
- Rubare le mele d’oro dell’orto delle Esperidi, che erano protette da un drago. Ercole riuscì a rubare le me
- L’ultima delle dodici fatiche di Ercole era il rapimento di Ade, il re degli Inferi. Per compiere questa fatica, Ercole dovette scendere negli Inferi e affrontare le terribili creature che vi abitavano, come il terribile cane Cerbero e le Gorgoni.
Le dodici fatiche di Ercole nel cinema
Uno dei film che ha trattato le dodici fatiche di Ercole è “Ercole al centro della Terra” (1959), diretto da Pietro Francisci e interpretato da Steve Reeves. In questo film, Ercole affronta le dodici fatiche per dimostrare la propria innocenza e ottenere il perdono degli dei.
Altre produzioni cinematografiche che hanno trattato le dodici fatiche di Ercole sono “Ercole” (1958), diretto da Pietro Francisci e interpretato da Steve Reeves, e “Ercole contro i figli del sole” (1964), diretto da Alvaro Mancori e interpretato da Reg Park.
Inoltre, le dodici fatiche di Ercole sono state anche trattate in numerose serie televisive, come “Hercules: The Legendary Journeys” (1995-1999), che segue le avventure di Ercole mentre affronta le dodici fatiche e altre imprese leggendarie.
Fonte della foto per le dodici fatiche di Ercole: Pixabay