I May Gray e il loro Ritorno al sereno

May Gray

Dopo quasi tre anni dalla pubblicazione del loro primo album Londra nel Giugno 2015 e tante esperienze tra contest e palchi, il trio emiliano dei May Gray ritorna-perdonatemi l’imminente ridondanza- con Ritorno al sereno.

Un nuovo punto di partenza per i May Gray

Pubblicato il 26 Gennaio per Manitalab/Private Stanze con la distribuzione curata da Audioglobe, questo album segna un’inversione di tendenza rispetto al precedente lavoro. Dal tema del viaggio, vissuto come un’esigenza interiore dovuta a una tormentata necessità di evadere e scappare, si passa a un’introspezione più pacata e serena, emblema di una ritrovata fiducia con se stessi.
Una fiducia ritrovata grazie all’influsso di nuove energie positive. Energie nitide e solari come quel bel sole disegnato con un pastello giallo sulla copertina dell’album.

Dal punto di vista musicale, invece, il percorso dei May Gray procede senza interruzioni e ripensamenti, approfondendo e rinvigorendo il sound rock che da sempre li contraddistingue. Un sound energico, graffiante, ispirato ai loro idoli, i Foo Fighters, che non disdegna nei ritornelli linee più melodiche e meno strepitanti.

Ritorno al sereno, l’album

Il viaggio per riconquistare la serenità- che potrebbe ricordare Return to Serenity dei Testament, brano probabilmente conosciuto dal trio- parte da Camilla.

In crescendo, come un fuoco che cresce a poco a poco, prende forma il sound graffiante dei May Gray che procede con poche variazioni- forse troppo poche- nel passaggio da un brano all’altro. Dopo Camilla abbiamo Testa in tasca e In un altro mondo. Sempre centrale il tema della riconquista della serenità che si prospetta sempre come uno slancio verso un futuro più radioso e luminoso, rivolgendo le spalle a un passato che invece appare decisamente più cupo e tenebroso. Nel quarto brano Tracciare una via (100 cose), la band inverte decisamente la rotta. È infatti una traccia con una carica introspettiva decisamente maggiore, caratterizzata anche da un ritmo meno martellante e molto più disteso. Anche qui si chiude “la finestra sui ricordi che non voglio” ma con un approccio più ragionato, volto a far tesoro delle esperienze negative del passato, senza ripudiarle a priori.
Pochi minuti per riprendere fiato e subito i May Gray ritornano a “martellare” con Tra di noi, Amnesia e Maniglia. Con gli ultimi due brani forse l’album raggiunge il suo picco di vigore e forza, una vera e propria scarica di adrenalina.
Dulcis in fundo, Ritorno al sereno termina con una struggente ballad al pianoforte, Via Pennisi, che suggella la conclusione di un amore ormai giunto al capolinea. L’ultimo atto di una nuova consapevolezza attraverso la quale voltare finalmente pagina e intraprendere un nuovo cammino.

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A proposito di Angelo Baldini

Sono nato a Napoli nel 1996. Credo in poche cose: in Pif, in Isaac Asimov, in Gigione, nella calma e nella pazienza di mia nonna Teresa.

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