TEATRO. Autori, attori e pubblico nell’antica Roma | La mostra

TEATRO. Autori, attori e pubblico nell'antica Roma

L’Ara Pacis ospita oltre 240 opere per raccontare l’importanza del teatro a Roma, le sue origini, la sua storia, gli autori, gli attori, gli strumenti e il pubblico. L’esposizione, che conduce lo spettatore dietro le quinte della scena, resterà in mostra fino al 3 novembre 2024.

Una mostra per il teatro, sul teatro. Nemmeno a dirlo, l’esposizione allestita all’Ara Pacis e in programma fino a novembre 2024, si chiama TEATRO : una mostra realmente immersiva, che valorizza quello che del teatro ancora ci appassiona, come la dimensione esperienziale e performativa; lo spettatore è introdotto nei “camerini” degli attori, dietro le quinte dei teatri, e ha l’opportunità di provare gli strumenti musicali originali – tibie, cetre, sistri – riprodotti in copie fedeli e funzionanti.

Si tratta di un’esperienza viva che – attraverso preziose testimonianze iconografiche – riproduce il dinamismo e l’energia del teatro a Roma, con i suoi suoni, le sue trovate sceniche e l’estro coinvolgente degli attori. Dal teatro più antico, passando per la cultura etrusca e italica che ha costituito il filtro che ha contaminato il teatro delle origini nel suo viaggio fino all’Urbs e poi fino a noi. Nell’ultima sezione le fotografie e i copioni scritti a macchina illustrano quanto il teatro che fu abbia influenzato il teatro dei giorni nostri, conservando vitalità e universalità.

Il teatro a Roma: il percorso espositivo all’Ara Pacis

Privilegiando il filo della continuità, il percorso inizia con una ricostruzione del contesto religioso e politico del teatro greco.

TEATRO. Autori, attori e pubblico nell'antica Roma
Maschera di attore di farsa fliacica Taranto, Museo Archeologico Nazionale di Taranto

La Kylix attica proveniente dal Museo Archeologico Nazionale di Firenze riproduce una scena di phallopòria, a dimostrazione del carattere cultuale e anche licenzioso del primo teatro. Testimonianze come questa corroborano la teoria aristotelica secondo cui sia la tragedia sia la commedia hanno preso le mosse da riti in onore di Dioniso. In particolar modo, la tragedia – il cui nome significherebbe “canto per il capro” – sarebbe la naturale evoluzione del ditirambo, un canto in onore di Dioniso eseguito da Satiri e inizialmente affidato all’improvvisazione. Nella sua forma comica, invece, il teatro sarebbe nato proprio dalle processioni dionisiache (komòi, in greco), accompagnate da riti fallici.

TEATRO. Autori, attori e pubblico nell'antica Roma
Maschera di attore di farsa fliacica Taranto, Museo Archeologico Nazionale di Taranto

Filo conduttore della mostra è la maschera, in greco prosopon; le maschere, introdotte da Eschilo nel V secolo a.C., avevano la funzione di amplificare la voce degli attori e di consentire al medesimo attore di interpretare più ruoli sulla scena. Oltre a varie miniature di maschere teatrali comiche e tragiche, su molte delle quali sono subito riconoscibili i tratti caratteristici dei tipi fissi, si segnala la presenza di una delle più antiche maschere teatrali a noi giunte, proveniente da Megara Hyblaea e risalente al V sec. a.C.

TEATRO. Autori, attori e pubblico nell'antica Roma
Cratere di Pronomos Napoli, Museo Archeologico Nazionale di Napoli

Tra le rarità spicca anche il Cratere di Pronomos dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, che prende il nome dalla flautista Pronomo rappresentata nella parte centrale della figurazione e circondata da attori vestiti da satiri. Il lato opposto del vaso raffigura un dramma satiresco. Dioniso è raffigurato accanto ad Arianna e i due sono accompagnati da Himeros, il dio del desiderio erotico, e dalla musa Paida.

Il teatro dalla Grecia alla penisola italica

Dalla Grecia alla Magna Grecia, la tradizione teatrale greca venne contaminata dalla cultura etrusca e da quella italica. Nella penisola italica, infatti, andavano prendendo forma delle rappresentazioni improvvisate che non avevano ancora dignità letteraria; tra queste, la fabula atellana – una forma rudimentale di messinscena, di origine campana e dal carattere licenzioso –, la farsa fliacica e la famosa Hilarotragoedia, elaborata da Rintone, attivo a Taranto nel III secolo a.C. In comune questi generi teatrali avevano la deformazione parodistica degli episodi tragici e mitologici, come la nascita di Elena da un uovo rappresentata su un cratere apulo e l’episodio di Edipo che interroga la Sfinge su un vaso a figure rosse. Questo amalgama culturale nutrì le radici del teatro romano contribuendo alla sua nascita e al suo sviluppo.

Il teatro a Roma

Secondo Tito Livio il teatro a Roma arrivò  un po’ per caso, quando, per placare l’ira degli Dei, i Romani chiamarono in città i ludiones etruschi, danzatori, acrobati, musicisti che in Etruria si esibivano in occasione dei Ludi, celebrazioni a carattere funerario. La tradizione drammatica etrusca ispirò i Romani e si sovrappose alla tradizione ellenica che Roma aveva assorbito da Taranto e dalle altre conquiste territoriali.

Il 240 a.C. è stato l’anno della svolta, in cui, secondo le fonti, Livio Andronico mise in lingua latina un dramma di origine greca. Da quel momento, il teatro a Roma divenne l’elemento chiave della cultura che era in corso di definizione, con Nevio ed Ennio, con Plauto e Terenzio per la commedia, fino a Seneca, autore anche di tragedie, e noto per il suo controverso rapporto con lo scaenicus imperator, Nerone.

Il percorso indaga, dunque, la ricezione del comico e del tragico a Roma, dove va intensificandosi l’aspetto popolare e ludico del teatro, a discapito di quello cultuale e religioso.

Questa laicizzazione del teatro a Roma non ostacola la permanenza di immagini di Dioniso, di Satiri, di Sileni, di Papposileni, simboli tipici del culto dionisiaco, che ritroviamo in statuine e maschere romane in mostra e risalenti all’età ellenistica o al periodo più maturo della cultura latina, ma con una funzione ormai puramente ornamentale.

Maschera di attore di farsa fliacica Taranto, Museo Archeologico Nazionale di Taranto

Il percorso si fa poi tematico, con sezioni dedicate alla danza, alla musica e all’architettura teatrale, con un focus sul Teatro di Pompeo, il primo in muratura, ricostruito attraverso un accuratissimo render.

Il teatro antico oggi

L’ultima sezione racconta il tramonto del teatro antico, che coincide con l’estinguersi dell’impero romano. Prima la condanna senza riserve del Cristianesimo, poi il susseguirsi di popoli senza cultura teatrale. Tuttavia, una parentesi più felice chiude la mostra: quella della fortuna che il teatro antico – solo per poco tempo messo in cantina – ha avuto in età moderna e contemporanea. Imprescindibile il lavoro dell’INDA, Istituto Nazionale del Dramma Antico, che da più di un secolo porta in scena a Siracusa e a Ostia le tragedie e le commedie classiche; affascinante anche l’esperienza di Pier Paolo Pasolini, scelta dai curatori della mostra per la significativa eco che ebbe ai suoi tempi, che attualizzò il dramma antico e di cui la mostra propone il dattiloscritto autografo del Vantone, versione in romanesco del Miles gloriosus di Plauto.

L’esposizione è promossa da Roma Capitale, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l’organizzazione di Zètema Progetto Cultura. Mostra a cura di Orietta Rossini e Lucia Spagnuolo.

Sarà in programma fino al prossimo 3 novembre 2024.

Immagini: cartella stampa del Museo dell’Ara Pacis

A proposito di M. S.

Laureata in Filologia, letterature e storia dell’antichità, ho la testa piena di film anni ’90, di fotografie e di libri usati. Ho conseguito un Master in Giornalismo ed editoria. Insegno italiano, latino e greco, scrivo quando ne ho bisogno e intervisto persone. Vivere mille vite possibili attraverso gli altri è la cosa che mi riesce meglio, perché mi solleva dalla pesantezza delle scelte.

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