Film di John Cassavetes, i migliori 5

Film di John Cassavetes, i migliori 5

Film di John Cassavetes, i migliori 5 

«Non esistono grandi film. Esistono solo scene che ti toccano per un momento e l’unico sbaglio che noi barbari commettiamo è quello di non dare speranza alle persone

John Cassavetes è stato un attore, sceneggiatore e uno dei primi registi indipendenti. Come attore è conosciuto principalmente per i suoi ruoli in film come Quella sporca dozzina di Robert Aldrich (che gli valse la candidatura al miglior attore non protagonista agli Oscar 1968), Rosemary’s Baby di Roman Polanski e Mikey and Nicky di Elaine May.

John Cassavetes fu, tuttavia, anche un regista  di successo e i suoi film furono d’ispirazione per Martin Scorsese e Quentin Tarantino ma soprattutto per Maurice Pialat, Jean Eustache e Philippe Garrel. Il suo stile si avvicina al realismo e fa grande uso di improvvisazione. In un primo momento i film di John Cassavetes furono disprezzati dal pubblico americano ma divennero quasi subito di ispirazione per i registi francesi dell’epoca.

Per Cassavetes l’unico modo per poter affrontare quella “sentenza di morte” data a tutti noi dalla nascita è vivere all’insegna dell’amore, da sempre la sua ossessione e il soggetto di tutti i suoi film che, non a caso, vedono, di solito, come protagonista principale la moglie Gena Rowlands. Altri dei suoi temi prediletti sono la riflessione sulla caducità della vita, la solitudine umana, il caos delle feste notturne e la consolazione alcolica.

Nelle parole di Thom Andersen: «i film di John guardano in faccia la tragedia e la rifiutano. La sofferenza in tutti noi è lampante e la promessa di saggezza nel dolore è illusoria. Per Cassavetes la felicità è l’unica verità e così lui ha finito per bere fino a morire.»

Ecco 5 i migliori film di John Cassavetes

5) Volti (1968)

«Sai, queste danze – queste danze pazze e selvagge – penso che abbiano avuto successo dove la scienza ha fallito. Posso andare in un salone di bellezza e sedermi lì per ore a farmi i capelli e lucidare le unghie, ma non mi sento più giovane. Potrei anche sembrarlo. Ma queste danze – queste danze selvagge e pazze – mi fanno qualcosa dentro per davvero.»

Concepito originariamente per il teatro, Volti è il quarto film di John Cassavetes. Il film tratta della storia di una coppia sposata in crisi: Richard e Maria. Richard improvvisamente chiede alla moglie un divorzio dopo aver conosciuto una ragazza più giovane. Maria, dunque, gode di una notte fuori con le sue amiche e incontra, a sua volta, un uomo più giovane. Sia la coppia di sposi che le persone che li circondano si trovano a fare i conti con la (apparentemente futile) ricerca di ciò che credono aver perso: l’amore, la passione e l’eccitazione; tutti afflitti dalla stessa paura di invecchiare e da una profonda alienazione.

4) L’assassinio di un allibratore cinese (1976)

Cosmo Vittelli, il proprietario di un squallido cabaret hollywoodiano a basso affitto, ha un vero affetto per le spogliarelliste dei suoi peep-show e per il personale che mantiene il suo stabilimento. Ha anche un grosso problema di gioco d’azzardo. Quando Cosmo perde molto in un casinò sotterraneo gestito dal mafioso Mort e non è in grado di pagare, Mort gli offre la possibilità di ripagare il suo debito abbattendo un fastidioso allibratore protetto dalla mafia.

Un film diverso per Cassavetes il quale si confronta con il genere gangster senza mai dimenticare la sua attenzione ai personaggi prima di ogni cosa e sottolineando ancora una volta il suo interesse e amore per l’essere umano nella sua complessità. Non ebbe successo al box office ma viene ricordato come uno dei film migliori di John Cassavates e sicuramente il più accessibile.

3) Love StreamsScia d’amore (1984)

L’ultimo film, e certamente tra i migliori film di Cassavetes prima della morte a causa di cirrosi epatica a 59 anni. Racconta la storia di due fratelli, Sarah e Robert: lui è uno scrittore erotico di successo che conduce una vita dissipata e ai confini della dissolutezza; lei è una donna afflitta da scompensi comportamentali, paziente frequente di cliniche psichiatriche e reduce da un divorzio al seguito del quale si è vista portare via l’affidamento della figlia. Cassavetes parlò così del film: «Questo film riguarda una lotta, quanto sia difficile essere felici, ma tutte queste persone, in un senso strano, vivono la loro vita avendo come punto di riferimento solo l’amore. Il dolore è la perdita di quell’amore, ma niente di più.»

«Non l’ho detto a nessuno. Nessuno lo sapeva. Ma lo sapevo prima di iniziare. Mi erano stati dati sei mesi di vita. Questo è un film dolce. Se muoio, questo è un dolce ultimo film.»

Roger Ebert lo citò come il film di John Cassavetes più bello e apprezzò in maniera particolare il ritratto di disperazione che sembra fuoriuscire dai dialoghi dei personaggi come le grida di aiuto di un prigioniero.

2) La sera della prima (1977)

«Sto cercando un modo per interpretare questa parte in cui l’età non fa alcuna differenza. L’età non è interessante. L’età è deprimente. L’età è noiosa. L’età non ha nulla a che fare con nulla. Ascolta, Sarah, non ho un marito. Non ho una famiglia, questo è tutto per me! Se riesco a raggiungere una donna seduta nel pubblico che pensa che nessuno capisca nulla e il mio personaggio attraversa tutto ciò che lei sta attraversando, quello per me è un lavoro ben fatto.»

Considerato da molti uno dei migliori film di John Cassavetes, La sera della prima tratta di Myrtle Gordon, un’attrice alcolizzata  a pochi giorni dalla serata di apertura della sua ultima commedia, il cui soggetto è una donna terrorizzata dall’invecchiamento. Una notte, un’auto uccide uno dei fan di Myrtle che stava inseguendo la sua limousine nel tentativo di attirare l’attenzione della star. Myrtle interiorizza l’incidente e attraversa una ricerca spirituale senza riuscire a trovare una vera risposta. Nel frattempo, la sera della prima si avvicina sempre di più e  Myrtle deve trovare un modo per far andare avanti lo spettacolo.

Una delle performance più memorabili di Gena Rowlands che rende Myrtle terribilmente umana e reale. Myrtle è una donna la cui vita ha raggiunto una fase in cui tutto sembra prestabilito, come se anche la sua identità non fosse altro che una parte da recitare, al punto da arrivare a perdere la cognizione di se stessa e diventare vittima del mondo che la circonda.

1) Una moglie (1974)

Mabel Longhetti, disperata e sola, è sposata con un operaio edile municipale di Los Angeles, Nick. Sempre più instabile, specialmente in compagnia degli altri, brama la felicità, ma il suo comportamento estremamente imprevedibile convince Nick che lei rappresenti un pericolo per la loro famiglia e decide di farla trasferire in un’istituzione psichiatrica per sei mesi. Da solo con tre bambini da crescere, attende il suo ritorno, che riserva più di qualche sorpresa.

Il  più famoso tra i film di John Cassavetes, un inno all’empatia nella forma più pura. Un capolavoro devastante sul crollo mentale di una donna così determinata a ricoprire i suoi cari di amore, ma incapace di mostrarlo in un modo che possa essere percepito “normale” dagli altri. È un film sulla famiglia, l’impegno, la disperazione, la redenzione, la resistenza e le lotte della classe operaia. La performance di Gena Rowlands è a dir poco sorprendente. La salute mentale di Mabel è peggiorata improvvisamente o è sempre stata così? È davvero malata di mente? La conclusione, ovviamente, tocca interamente allo spettatore.

Fonte immagine in evidenza sui film di John Cassavetes: Wikipedia

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