Canzoni dei Crystal Castles: 5 da ascoltare

Canzoni dei Crystal Castles: 5 da ascoltare

Le canzoni dei Crystal Castles sono il punto più alto della musica elettronica e sperimentale, attraverso sound e melodie mai realizzate prima. Il gruppo è in realtà un duo musicale canadese formato a Toronto nel 2006. Esso nasce con Ethan Kath e la celebre cantante Alice Glass, che nel 2016 lascia il gruppo e viene sostituita da Edith Frances. I Crystal Castles propongono uno stile musicale unico nel loro genere, unendo elementi di musica elettronica all’elettropop e al Synth pop.

Scopriamo insieme 5 canzoni dei Crystal Candles:

1) Crimewave

Crimewave è tra le canzoni più famose dei Crystal Castles, estratta dal loro omonimo album del 2008. Il brano è stato realizzato dall’idea del produttore Ethan Kath di creare una nuova versione della canzone Crimewave della band californiana Health. Ethan così è stato capace di riorganizzare sia la parte strumentale che quelle vocali più brevi in un nuovo pezzo, caratterizzato da suoni distorti fortemente ispirati dalla musica elettronica. Come nella maggior parte dei loro brani, anche in Crimewave è come se si percepisse una atmosfera misteriosa, con uno dei loro soliti scenari ricchi di suspence e di elementi sonori che quasi segnalano una sorta di pericolo imminente. La canzone ci trasporta così in un mood sinistro, tenebroso ma particolarmente evocativo e capace di destare emozioni contrastanti.

2) Kerosene, la canzone “affronto” dei Crystal Candles

Si tratta di una delle canzoni più provocatorie dei Crystal Castles, estratta dal loro album (III) del 2012. Questa traccia è nota per il suo testo interpretato come una forma di ribellione nei confronti delle norme della società. Lo scenario che viene proposto nel brano è quello di una persona ormai stanca di conformarsi al sistema, con il solito unico ed inimitabile stile musicale dei Crystal Castles. Nel complesso, il brano trasmette un senso di inquietudine, grazie alla struttura caratterizzata da una  base di svariati elementi di musica elettronica ed una affascinante voce della storica vocalist Alice Glass.

3) Untrust Us

Untrust Us è una delle canzoni più sperimentali dei Crystal Castles, estratta anch’essa dal loro album omonimo del 2008. Si tratta di un brano caratterizzato da un testo unico ed enigmatico, con un interessante gioco di parole. Nella traccia, infatti, viene fatto riferimento all’utilizzo delle droghe come pericoloso, ripetendo la stessa frase in due lingue diverse: in spagnolo e poi in inglese. Si tratta di un qualcosa mai visto prima in questo genere, di una formula in realtà molto semplice ma estremamente efficace per l’intento del messaggio del gruppo.

4) Air War: l’aspetto criptico delle canzoni dei Crystal Candles

Tra le canzoni capolavoro dei Crystal Castles, non si può non menzionare Air War, rilasciata nel 2008. Si tratta di una delle tracce più criptiche del gruppo, caratterizzata da una parte strumentale distorta, composta da elementi elettronici e dalla grande carica energetica. L’idea alla base della canzone è geniale, infatti nella traccia viene ricomposta in pieno stile Crystal Castles la voce della musicista Cathy Berberian, nella sua lettura dell’Ulisse di James Joyce. Il tutto viene ispirato dalla composizione elettronica di Luciano Berio intitolata Thema (Omaggio a Joyce) e unito in un’atmosfera caotica, confusionaria, quasi per esprimere un senso di disperazione e disorientamento.

5) Transgender

Transgender è tra le canzoni più significative dei Crystal Castles, rilasciata nel loro album (III) del 2012. Il brano esprime le difficoltà di identità e relazionali delle persone transgender, attraverso le sue affascinanti e singolari melodie. Si tratta di una traccia che cerca di esplorare a fondo tutto ciò che riguarda l’intimità e l’amore, attraverso un sound sperimentale e caratterizzato da un’atmosfera cupa e suggestiva. La sensazione di fondo è caratterizzata da confusione, proprio per cercare di orientare l’ascoltatore nel gestire ed indagare le più complesse emozioni dell’uomo.

Fonte immagine: Wikimedia Commons

 

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