Canzoni di Fabrizio Moro: le 10 più belle

Canzoni di Fabrizio Moro

Con il suo inconfondibile timbro graffiante, Fabrizio Moro è un cantautore che spicca all’interno della scena musicale italiana grazie a testi che toccano in maniera profonda e sincera tematiche parecchio attuali, talvolta accompagnati da uno stile musicale un po’ retro. L’artista romano si è avvicinato alla musica fin da adolescente, ma ha raggiunto la fama internazionale con la partecipazione al Festival di Sanremo nel 2007: da allora ne ha fatta di strada, ma è sempre rimasto fedele a se stesso, mantenendo nei suoi brani l’energia e i toni aspri che li contraddistinguono. Le canzoni di Fabrizio Moro sono caratterizzate da un’enorme capacità di analisi sociale e di introspezione, rendendo il cantautore uno dei più apprezzati tra i musicisti italiani contemporanei, in grado di parlare a diverse generazioni.

Proviamo a stilare una classifica delle canzoni di Fabrizio Moro più belle e toccanti, tra testi di denuncia sociale e emozionanti dediche d’amore.

10 – Barabba (2009)

«Non si può mandare a quel paese chi non è cortese, e andare a cena fuori più di una volta al mese e non badare a spese.»

Non è tra le canzoni di Fabrizio Moro più famose, ma sicuramente è una delle più significative. Questo brano esprime in maniera ironica e neanche troppo velata una critica ai potenti, a un governo che non sembra premiare la meritocrazia. Anzi, a potersi concedere ogni lusso sono i Barabba, coloro che riescono sempre a spuntarla con l’inganno, a discapito della gente comune, di chi è onesto.   

9 – 21 anni (2007)

«Ma poche volte sai ti rendi conto mentre vivi un momento che poi sarà speciale, e intanto passa il tempo e tu tralasci l’argomento, assaggi la tua vita ma non sai che sapore ha.»

Un’emozionante canzone che racconta la giovinezza, l’impulsività, i dubbi e le incertezze che la caratterizzano. Spesso, quando si hanno vent’anni, non ci si rende conto di quanto importante sia ogni istante, di quanto verrà ricordato e di quanta nostalgia si avrà di quell’età in futuro; eppure, si ha il desiderio di non crescere mai.

8 – Eppure mi hai cambiato la vita (2008)

«Il tempo passa mentre aspetti qualcosa in più, ma non rimette a posto niente se non lo fai tu.»

Eppure mi hai cambiato la vita, tra le prime canzoni di Fabrizio Moro a riscuotere un enorme successo, ha segnato la seconda partecipazione al Festival di Sanremo del cantautore, in cui si è classificata al terzo posto. Il testo è una profonda riflessione su una relazione finita, su quanto sia duro rendersi conto che ciò che sembrava essere eterno possa, in realtà, giungere al termine; eppure in qualche modo rimane eterno, perché una storia importante lascia un segno indelebile. I rapporti finiscono, ma ciò che si apprende da essi rimane, e a volte può cambiarti la vita.

7 – Figli di nessuno (2019)

«Tu non devi giudicare mai nessuno se non vivi i cazzi suoi, se non sai che nei talloni sono nate le vesciche per la strada fatta a piedi.»

In duetto con Anastasio, vincitore della dodicesima edizione di X Factor, Fabrizio Moro canta ancora una volta dell’ingiustizia sociale. Figli di nessuno è un brano pieno di rabbia, un testo che parla degli ultimi, di coloro che non sono i figli della società, i figli delle persone giuste, e che devono combattere costantemente per emergere, per aspirare a qualcosa di più della mediocrità a cui sembrano essere destinati.

6 – L’eternità (2013)

«È eterno un soffio di vento mentre chiudi i tuoi occhi e ogni cosa che ti dà un’emozione quando la tocchi.»

La versione più conosciuta di questo brano è probabilmente quella del 2018, prodotta in collaborazione con Ultimo riarrangiando la canzone originale. Che cos’è l’eternità? Questa parola può assumere un significato soggettivo, ma certo è che per ciascuno di noi racchiude ciò che di più immenso si possa immaginare, la cosa più importante a cui si riesce a pensare nella propria vita. Definendo l’eternità come la donna amata, questa canzone rappresenta per l’autore «una grandissima dichiarazione d’amore a tutto tondo con tutta la consapevolezza che ne deriva», come lo stesso Moro ha dichiarato.

5 – Giocattoli (2017)

«I giocattoli hanno un’anima e ti aspettano per sempre, hanno vinto coi cattivi e ogni paura della mente.»

Giocattoli – come la sopracitata Barabba – non rientra tra le canzoni di Fabrizio Moro più note, ma è tra quelle che descrivono in modo più profondo lo stato d’animo del cantautore. Il brano è tratto dall’album Pace, il cui titolo è abbastanza emblematico: il cantautore vuole raccontare, attraverso le tracce, la sua ricerca di pace, di tranquillità interiore. E una delle strade che percorre per giungere ad essa è la ricerca dell’innocenza: innocenza che viene rappresentata dai giocattoli, oggetti inanimati in cui è in realtà racchiusa un’anima immensa, perché rappresentano tutte le piccole cose in grado di donare una grande felicità. 

4 – Portami via (2017)

«Tu portami via se c’è un muro troppo alto per vedere il mio domani, e mi trovi tra i suoi piedi con la testa tra le mani, se tra tante vie d’uscita mi domando quella giusta chissà dov’è…»

Portami via è una meravigliosa dichiarazione d’amore, sentimento visto nella sua forma più pura: attraverso l’altro e il sentimento che si prova per lui, si cerca di ritrovare se stessi, ci si rifugia dalla negatività da cui si è circondati nella vita. L’altro a cui si rivolge Fabrizio Moro in questa canzone è Anita, la sua bambina di tre anni, la cui figura ha aiutato l’artista da uscire da un momento assai difficile della sua vita.

3 – Libero (2008)

«Mi domando se avrò un figlio e se mio figlio mi odierà, perché purtroppo si odia chi troppo amore ci dà.»

Tra le canzoni di Fabrizio Moro più note e amate, Libero è una canzone assai autobiografica, come afferma lo stesso artista, che ha definito questo brano come quello che più lo rappresenta all’interno del suo repertorio. Allo stesso tempo, però, è in grado di parlare di tutti: è l’espressione delle domande e dei dubbi che attanagliano la mente umana, ed è la manifestazione del desiderio di liberarsi da tutti gli interrogativi, tutte le paure, di riuscire a vivere senza vincoli imposti dalla società o dalla propria mente.

2 – Non mi avete fatto niente (2018)

«A Nizza il mare è rosso di fuochi e di vergogna, di gente sull’asfalto e sangue nella fogna.»

Una delle più belle canzoni di Fabrizio Moro, e non solo: Non mi avete fatto niente è cantata in duetto con il cantautore Ermal Meta. Vincitrice del Festival di Sanremo 2018, questa canzone è stata per tutti, al momento della sua uscita, come una pugnalata allo stomaco. Il brano parla di terrorismo, con riferimenti ai drammatici fatti di cronaca che, in quegli anni, occupavano le prime pagine dei giornali di tutto il mondo. È un testo di disillusione, di rabbia e di paura, ma che contiene anche un messaggio di speranza, l’esortazione a non inginocchiarsi di fronte a chi vuole toglierci il sorriso e portarci via il futuro.

1 – Pensa (2007)

«Ci sono stati uomini che sono morti giovani, ma consapevoli che le loro idee sarebbero rimaste nei secoli come parole iperbole, intatte e reali come piccoli miracoli.»

Sono passati più di quindici anni da quando un giovane Fabrizio Moro presentava il suo primo pezzo di successo sul palco dell’Ariston, aggiudicandosi il primo posto nella sezione Giovani della 57ª edizione del Festival di Sanremo. Eppure Pensa rimane, probabilmente, la canzone più bella, emozionante e significativa del cantautore romano. Il testo è dedicato alle vittime della mafia, mostrando riconoscimento per chi ha avuto il coraggio di parlare, seppur consapevole del fatto che questo gli sarebbe costato la vita, ma speranzoso del fatto che le proprie idee sarebbero rimaste immortali, germogliando e scuotendo la coscienza di milioni di persone. Al contempo, viene condannato chi ignora la corruzione, chi finge di non vedere, chi si volta dall’altra parte e «sotterra la coscienza nel cemento». Una canzone che esorta a pensare, a riflettere sul fatto che ciascuno di noi è in grado di fare la differenza, nel momento in cui decide di smettere di parlare a bassa voce.

Immagine in evidenza: Wikipedia

A proposito di Paola Cannatà

Studentessa magistrale presso l'Università degli studi di Napoli "L'Orientale". Le mie più grandi passioni sono i peluche e i film d'animazione Disney, ma adoro anche cinema, serie TV e anime (soprattutto di genere sci-fi), i videogiochi e il buon cibo.

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