Molto più di un gioco: un viaggio emotivo e riflessivo che coinvolge profondamente ogni partecipante. È una forma di arte collettiva in grado di creare nuove forme di comunità e di esplorazione psicologica, portando l’introspezione e l’immersione al livello successivo. Dal 24 maggio al 1 giugno Eryados ha portato in scena a Roma il larp da camera.
Live Action Role Playing (LARP), interpretazione di un ruolo dal vivo. Ma non bisogna essere attori o avere una preparazione tecnica specifica per potervi partecipare: è sufficiente vestire i panni di un personaggio scelto e ricalcarne tutte le sue caratteristiche, i suoi drammi e le sue aspettative. C’è un copione prestabilito? No, solo un personaggio col suo vissuto e i suoi strumenti. Il resto è improvvisazione e coinvolgimento reciproco.
Cosa sono i LARP da Camera?
Una serie di protagonisti, ognuno con le sue caratteristiche personali e le sue esperienze e una trama da ri-costruire insieme. Tutto si svolge in spazi piccoli come stanze e con un numero limitato di partecipanti. Cugino del teatro esperienziale e fratello dello storytelling collettivo, il larp da camera è caratterizzato da intensità emotiva e capacità di coinvolgere ogni singolo partecipante nella costruzione della narrazione. A differenza del teatro tradizionale, lo spettatore non è previsto: tutti sono attori protagonisti, immersi in prima persona in una storia che esplora temi profondi come le dinamiche relazionali, le emozioni e sfide sociali più o meno attuali. La durata di un larp da Camera è breve, da 2 a 4 ore e ogni esperienza è una storia, un’esplorazione della condizione umana che stimola l’introspezione in un ambiente protetto.
Il progetto di Eryados
Eryados, laboratorio creativo e punto di riferimento nella scena del larp in Italia, ha lanciato la rassegna “LARP da Camera”, un ciclo di eventi che dal 24 maggio al 1° giugno 2025 ha proposto una serie di esperienze immersive, tutte gratuite e aperte al pubblico. Organizzato con il sostegno del MiC e di SIAE, nell’ambito del programma “Per Chi Crea” l’evento ha previsto quattro giorni intensi da vivere immersi fino al collo nei capolavori del larp da camera. Ogni fine settimana, quattro giovani autori under 35 (Cristiana Amicozzi, Miranda Angeli, Federico Yang Maoloni e Martina Montenegro) hanno regalato i loro scenari originali in diverse location romane, tra il Teatro San Giustino e Fortezza Est.
L’obiettivo di Eryados è rendere il linguaggio del larp da camera accessibile al grande pubblico, facendo leva sul suo lato artistico e sul tema della cittadinanza attiva. La rassegna ha incluso una varietà di universi narrativi: memoria storica, psicologia, horror, identità. Un’occasione fuori dalle righe per esplorare il potere del gioco di ruolo come mezzo di crescita personale e collante collettivo.

“Le radici sotto Eldershade”: un viaggio nel sottosuolo dell’inconscio collettivo
Scritto e diretto da Martina Montenegro, autrice creativa la cui capacità di scrittura e regia ha dato vita a un’esperienza che va oltre il semplice divertimento. Un viaggio profondo nel tema di un’antica prigionia, del desiderio di fuga e delle connessioni umane, in un mondo inquietante dove il tempo sembra non avere più controllo.
Martina ha creato un ambiente surreale dai temi horror dove i personaggi intrecciano una trama straordinaria e a tratti folle, ma tremendamente coerente. La sua regia ha saputo rendere ogni partecipante protagonista non solo della propria storia, ma anche di quella collettiva. La sua attenzione ai dettagli e alla sana partecipazione di ogni protagonista coinvolto è stata palpabile fin dal primo istante. Ogni momento è stato costruito con l’intento di far riflettere, non solo sul gioco, ma su sé stessi e sulle dinamiche che si vengono a creare con gli altri. La possibilità di assumere un ruolo e di agire in un contesto che riflette aspetti reali della vita è un potente strumento di esplorazione psicologica di sé e dell’altro; un’esperienza da cui certamente non si esce indifferenti.
La forza dei LARP da camera: costruire comunità attraverso l’immersione
Il larp non è solo un gioco, ma un’opportunità per creare legami con persone che, all’inizio, non si conoscono. Il contatto fisico e l’interazione faccia a faccia ricordano quanto possano essere profondi e complessi i legami che l’essere umano può costruire, anche con chi è sconosciuto. Questi giochi, infatti, regalano una dimensione che il cinema o altre forme di intrattenimento non possono offrire, o almeno non più: un’esperienza condivisa, dove non si è spettatori, ma attori vivi della storia.
L’esperienza del larp da camera permette di esplorare il lato più umano di ognuno, di confrontarsi con emozioni complesse e riflettere su temi profondi come la libertà, l’identità e l’inquietudine. E, cosa altrettanto importante, insegna che è possibile creare comunità reali e forti, anche nel giro di poche ore, grazie alla potenza della narrazione condivisa.
Un larp è un modo per lasciare fuori per qualche ora il mondo “reale” e immergersi in universi alternativi strutturati in quattro mura, dove si vestono nuovi panni. È un’occasione per fare un viaggio interiore e un giro nella mente altrui. Per tutti questi motivi, ha tutte le carte in regola per essere categorizzato come una vera e propria opera d’arte collettiva e riceverne tutti i riconoscimenti.
Immagini fornite da Ufficio Stampa.
Fotografo Umberto Francia.