Kirigami: quando la carta diventa scultura

Kirigami: quando la carta diventa scultura

Il termine kirigami deriva dal giapponese ed è composto dal verbo kiru, che vuol dire tagliare, e da kami, che vuol dire invece carta. Infatti, l’arte del Kirigami consiste nel piegare, incidere e tagliare la carta, riuscendo a dar vita a delle forme che siano tridimensionali, se si piega il foglio, ma anche piatte, se ci si limita ad intagliarlo. Lo si può considerare come una variante dell’origami, che però prevede soltanto il piegare la carta senza che venga tagliata o incisa.

Storia e origine del Kirigami

Contrariamente a come si potrebbe immaginare però, l’arte del Kirigami, così come l’origami, nasce in Cina. Con l’invenzione della carta, attorno al 105 d. C., si inizia ad utilizzare tale materiale per creare delle decorazioni colorate principalmente per onorare antenati e divinità. Verso però il XIV secolo, con la dinastia Ming, si comincia a considerare il Kirigami come un’attività dilettevole. Questa pratica in Cina si chiama jiǎnzhǐ.

Siamo nel VII secolo quando il Giappone intraprende un’apertura ancor più evidente verso la Cina: oltre all’adozione di modelli istituzionali, grazie ai frequenti scambi culturali tra i due paesi, anche questo tratto artistico è giunto nel paese del Sol Levante. Qui viene utilizzata, in un primo momento, carta ricavata dalle fibre di gelso e che prende il nome di washi. Si tratta di un tipo di carta molto resistente e che viene impiegata in ambito non solo artistico, ma anche per altri abiti o addirittura in cucina.

L’arte del Kirigami oggi

Nella contemporaneità quest’arte viene mantenuta viva da molti artisti, giapponesi e non solo.

La prima artista di Kirigami da menzionare è sicuramente Masayo Fukuda.

Essendo lei nata in una località marittima, nei pressi di Tokyo, ne trae spesso ispirazione per i soggetti delle sue opere: polpi, balene, meduse, creature che assumono un’entità nuova e quasi extraterrestre. Oltre a ritrarre esemplari del genere, essi vengono arricchiti con splendidi motivi floreali o geometrici, che renderanno il risultato finale simile ad un’opera in pizzo pregiato.

Spostandoci dal Giappone, un’altra artista del Kirigami rinomata è Pippa Dyrlaga, originaria del West Yorkshire.

In questo caso l’artista si focalizza nel ricreare soggetti di vario tipo: dalla semplicità della natura, alla creatività della cultura pop. Infatti, ha spesso realizzato dei lavori artistici basati sui film più famosi dello Studio Ghibli. Partendo da un percorso di formazione di arte contemporanea, è riuscita poi ad esporre i suoi capolavori in tutto il mondo: Parigi, San Francisco, Londra, Tokyo e non solo.

Inoltre, c’è anche chi decide di abbracciare una forma innovativa dell’arte del Kirigami, come fa Cristian Marianciuc.

L’artista in questione riesce col suo lavoro a dar vita a vere e proprie sculture. I soggetti principali sono volatili, resi estremamente unici e meravigliosi anche grazie all’utilizzo di colori; l’attenzione con cui Marianciuc definisce i dettagli fa sì che nascano delle opere d’arte originali e che si distaccano dalle forme tradizionali di kirigami.

Osservare le fantastiche creazioni degli artisti menzionati, tuttavia, non deve indurci a pensare che sia impossibile utilizzare la tecnica Kirigami. Possiamo, infatti, anche noi dar sfogo alla nostra creatività: basta avere a portata di mano un foglio di carta, un taglierino e tutta la nostra immaginazione.

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