Tomi Kontio: guida alle poesie più belle del poeta finlandese

Tomi Kontio

Tomi Kontio è uno dei poeti e scrittori più importanti e premiati della Finlandia contemporanea. Nato a Helsinki nel 1966, la sua vasta produzione letteraria spazia dalla poesia alla narrativa per adulti, fino ai libri per l’infanzia. Il suo stile, tradotto in numerose lingue, è caratterizzato da un lirismo intenso, capace di trasformare scene di vita quotidiana in momenti di profonda riflessione esistenziale, avvolti in un’atmosfera quasi surreale.

Biografia e le caratteristiche della sua poesia

Le poesie di Tomi Kontio sono vivide ed espressive, alla continua ricerca di metafore tratte dal mondo naturale per illuminare la vita quotidiana. Formatosi in letteratura e filosofia, Kontio ha esordito nel 1993 con la raccolta Tanssisalitaivaan alla (Sotto il cielo della sala da ballo), ottenendo subito importanti riconoscimenti. La sua poetica ambienta le riflessioni in luoghi familiari come un centro commerciale o una spiaggia, ma li trasfigura con un’aura mistica e quasi surreale. Questo approccio, come sottolineato da critici letterari, crea un mondo apparentemente banale che si rivela, a uno sguardo più attento, sconosciuto e pieno di meraviglia.

Poesia Tema centrale
Ovunque vai non scompari L’interconnessione universale e la trasformazione del dolore in parola
Dice è lui, qui, sempre La persistenza dell’essere e la leggerezza di ciò che continua nonostante tutto
Balliamo Un invito a vivere con intensità e a trasformare l’universo in una pista da ballo

Le 3 poesie di Tomi Kontio da leggere

Ecco tre opere che rappresentano al meglio la poetica di questo straordinario autore, tratte da raccolte pubblicate anche in Italia.

1. Ovunque vai non scompari

Questa poesia è una meditazione sull’interconnessione di tutte le cose. Kontio afferma che nulla scompare veramente e che non c’è distanza reale tra gli oggetti, i luoghi o persino tra i vivi e i morti. Tutto si concentra in un unico punto, un luogo alchemico dove «il carbone si trasforma / in diamante, il dolore in parola». È una visione che dissolve i confini della percezione ordinaria, rivelando un’unità profonda dell’universo.

Dovunque vai, non scompari,
il sole non è più lontano del mandarino dimenticato sul tavolo,
o della penna che si aggrappa al tuo nome
si sposta dal suo piedistallo.
[…]
e ho visto che non cade,
che l’universo non si espande,
che tra le stelle non c’è distanza,
che i vivi non sono più vicini dei morti,
[…]
e che tutto si concentra
in un solo punto: dove il carbone si trasforma
in diamante, il dolore in parola.

2. Dice è lui, qui, sempre

In questa lirica, il poeta riflette sulla persistenza dell’essere e sulla leggerezza di ciò che continua ad esistere, quasi impercettibile al vento o a un sospiro. C’è una tensione tra la lievità di ciò che “continua” e la pesantezza che acquisisce quando viene misurato con il sé o con l’altro. L’individuo affonda le sue radici «nel nucleo pietroso» e i suoi occhi «nel nucleo penoso», suggerendo un’esistenza radicata nel dolore ma proiettata verso un’eternità che attende.

Dice è lui, qui, sempre.
Non ha rinunciato a nulla, né rinuncerà,
col proprio corpo misura il peso delle parole
e comunque così lieve, è così lieve ciò che
continua
così lieve che neanche il vento può afferrarlo,
neppure un sospiro, una voce, le fugaci tenaglie della luce
così lieve e così greve rende
ciò che misura con se stesso o con l’altro,
scelto
che i piedi affondano nel nucleo pietroso,
gli occhi nel nucleo penoso
[…]

3. Balliamo

“Balliamo” è un inno a vivere con un’energia sfrenata e totalizzante. Kontio invita a ballare «veloci senza postura», a sfidare il tempo e il ritmo monotono della vita. La danza diventa un atto di ribellione cosmica, un modo per frantumare le convenzioni («Lascia che le tue scarpette di vetro si frantumino») e creare un nuovo ordine. La poesia culmina in un’immagine grandiosa: fare i passi con le stelle e trasformare l’universo intero in una pista da ballo.

Se scegliamo di ballare
balliamo veloci senza postura,
perché il pavimento di ottone, convesso,
la notte intaccata dai battiti,
conta i colpi e usa i secondi,
[…]
la nostra vita,
per arricchire il proprio suono:
una burrasca scombina i gradini,
[…]
Lascia che le tue scarpette di vetro si frantumino,
colpire le gambe del pendolo
obliquamente, a caso,
[…]
Facciamo i passi dalle stelle,
scarpe dal mondo, scarpe di ottone e
fibbie del sole, e l’universo,
l’universo infinito sarà la nostra pista da ballo.


Articolo aggiornato il: 30/09/2025

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