Tomi Kontio: le 3 poesie più belle

Tomi Kontio

Sono numerosissimi i lavori di Tomi Kontio, ma sicuramente ciò che lo ha reso famoso sono le sue poesie. In questo articolo vedremo le sue 3 poesie più belle.

Biografia di Tomi Kontio

Tomi Kontio è un poeta, scrittore ed editorialista nato il 16 febbraio 1966 a Helsinki in Finlandia. La sua formazione comincia con  lo studio delle letteratura, filosofia e storia presso l’università di Helsinki che lo portarono a lavorare, inizialmente, come editorialista per la rivista Nuori Voima e poi Kirjailija. Contemporaneamente al lavoro di editorialista sviluppò la passione per la poesia e cominciò a pubblicare alcune raccolte di suoi lavori tra le quali la sua prima raccolta di poesie, Tanssisalitaivaan alla (Sotto il cielo della sala da ballo) pubblicata nel 1993. Le poesie  di Tomi Kontio sono state tradotte in diverse lingue, tra cui inglese, spagnolo, polacco, svedese, tedesco, ceco, ungherese, italiano ed estone e hanno avuto molto successo. Nel 1988, infatti, Kontio ha vinto il primo premio al concorso di scrittura di JH Erko come miglior opera dell’anno e nel 1999 ha vinto il premio letterario Helsingin Sanomai per la miglior opera degli ultimi anni. Ha partecipato, poi, anche ad altri concorsi letterari tra i quali il Runeberg Award al quale si candidò con la raccolta Säädyttömat (1994) e il romanzo Uumen (1995). Il suo lavoro, intorno agli anni 2000, si rivolge anche al campo dell’editoria per l’infanzia. Il primo lavoro di Kontio rivolto ai bambini in età prescolare è stato Lehmä ki ki lukku (2006) ma già nel 2000 riceve il premio Finlandia Junio grazie ad un racconto per ragazzi.

Caratteristiche della poesia di Tomi Kontio

Le poesie di Tomi Kontio sono vivide ed espressive; alla ricerca di similitudini e metafore tratte dal mondo naturale e applicate alla vita quotidiana. Kontio, infatti, sceglie di rappresentare spezzoni di vita quotidiana, ambientando molte delle sue poesie in luoghi familiari; possa essere il centro commerciale, il centro cittadino o una spiaggia. Le poesie ricreano così un mondo apparentemente banale ma allo stesso tempo, poiché avvolto in una atmosfera surreale, anche sconosciuto. È così che ogni testo acquisisce un’aria mistica e intrigante.

Ovunque vai non scompari 

Dovunque vai, non scompari,
il sole non è più lontano del mandarino dimenticato sul tavolo,
o della penna che si aggrappa al tuo nome
si sposta dal suo piedistallo.
Sono ritornato bambino,
ho lasciato cadere la mia cecità come un fazzoletto dalla finestra
e ho visto che non cade,
che l’universo non si espande,
che tra le stelle non c’è distanza,
che i vivi non sono più vicini dei morti,
che la Terra non è rotonda
e che tutto si concentra
in un solo punto: dove il carbone si trasforma
in diamante, il dolore in parola.

Dice lui, qui sempre 

Dice è lui, qui, sempre.
Non ha rinunciato a nulla, né rinuncerà,
col proprio corpo misura il peso delle parole
e comunque così lieve, è così lieve ciò che
continua
così lieve che neanche il vento può afferrarlo,
neppure un sospiro, una voce, le fugaci tenaglie della luce
così lieve e così greve rende
ciò che misura con se stesso o con l’altro,
scelto
che i piedi affondano nel nucleo pietroso,
gli occhi nel nucleo penoso
e l’eternità, l’unicità in eterno nei suoi buchi oscuri
come se aspettasse, fosse
avesse voglia, volesse.

Balliamo di Tomi Kontio

Se scegliamo di ballare
balliamo veloci senza postura,
perché il pavimento di ottone, convesso,
la notte intaccata dai battiti,
conta i colpi e usa i secondi,
l’ora, tutto il ritmo monotono,
la nostra vita,
per arricchire il proprio suono:
una burrasca scombina i gradini,
abbatte le stanze di corteccia,
attraversa il paesaggio come se stesse strappando
l’alfabeto dalle foglie e le immagini spente
le acque riflettenti, immagini della luna rossa.
Lascia che le tue scarpette di vetro si frantumino,
colpire le gambe del pendolo
obliquamente, a caso,
al nucleo di rame,
come un vento irrequieto e rafficato:
Facciamo i passi dalle stelle,
scarpe dal mondo, scarpe di ottone e
fibbie del sole, e l’universo,
l’universo infinito sarà la nostra pista da ballo.

Foto in evidenza: Freepik

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