Depeche Mode: tappe di un’identità musicale

Depeche Mode: tappe di un'identità musicale

Agli albori i Depeche Mode sono i “Composition of sound”, terzetto britannico formatosi nella cittadina di Basildon (Essex), costituito da Martin Gore, Andrew Fletcher e Vince Clarke e, solo dopo l’arrivo del frontman Dave Gahan, nel 1980, si concretizzeranno nel canonico gruppo “Depeche Mode”. Il nome, che fa riferimento ad una rivista di moda francese dell’epoca: “Dépêche mode” (tradotto letteralmente in “Fashion News”), rappresenta per il gruppo, come anche spiegato da Martin Gore in un’intervista del 1985, la natura vivace ed in costante evoluzione della band stessa. 

Depeche Mode: iniziale popolarità

Riscuotono un certo favore con le esibizioni dal vivo, e nel 1981 pubblicano i primi singoli, tra cui il successo definitivo “Just can’t get enough”, che li piazzerà all’ottavo posto nella chart inglese. In seguito alla rottura col membro Vince Clarke lo stesso anno, la band affronta una serie di cambiamenti anche sul piano musicale, si passa così dai motivi più classicamente pop, ballabili e di poche pretese dell’album d’esordio “Speak and spell” dell’ ’81, ad un’atmosfera più malinconica ed accattivante con l’album “A broken frame” dell’ ’82. Con l’album “Construction time again” del 1983 e l’ingresso di Alan Wilder nel ruolo di arrangiatore, il gruppo si avvia ad un percorso di profonda evoluzione che formalizzerà un uso sempre più radicato di elementi fortemente ritmico industriali, densi e sexy che caratterizzeranno la band per tutta la loro carriera.

Tra gli anni ’80 e ’90: crescente successo 

Uno slancio ulteriore per quanto riguarda l’aspetto musicale si avrà tra l’86 e l’87 con l’uscita degli album “Black celebration” e “Music for the masses”, rappresentativi di un’acquisita maturità, in cui i Depeche Mode celebrano uno stile più oscuro e lussurioso, a tratti aggressivo. Brani portanti di questa questa spinta sono: “Stripped“, “A question of time” e “Never let me down again”. Gli anni novanta rappresentano per la band il momento più alto dal punto di vista creativo e di successo di critica, con la pubblicazione a pochi anni di distanza degli album “Violator” e “Songs of faith and devotion”, rispettivamente del ’90 e del ’93. Canzoni come “Enjoy the silence” e “Personal Jesus” incarnano per i Mode un nuovo tipo di produzione sonora: più pulita, anche se pur sempre distintamente ritmata. In contemporanea il gruppo affronta un periodo di forte crisi interna (Gahan tenterà il suicidio nel ’96) , che porterà al distacco di Alan Wilder e alla produzione, nonostante tutto, dell’album “Ultra” nel ’97, in cui sarà Martin Gore a prendere le redini della composizione.

Conferma di un’identità musicale

È con la produzione degli anni 2000, e quindi dell’uscita degli album “Exciter” del 2001″ e “Playing the angel” del 2005, che vediamo stabilizzarsi il loro linguaggio, a prova del fatto che i Depeche Mode hanno acquisito uno stile riconoscibile e riconosciuto. Citando il periodico “Rolling stone”, i Depeche Mode sono “the quintessential eighties techno-pop band”, canonici nel genere synth-pop ed artefici di un sound assolutamente caratteristico. 

 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

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