Esplorare Akihabara: il campo delle foglie d’autunno

Esplorare Akihabara: il campo delle foglie d'autunno

Esplorare Akihabara: il campo delle foglie d’autunno 

Il noto quartiere di Akihabara 秋葉原 (“il campo delle foglie d’autunno”), negli ultimi anni ha acquisito sempre più notorietà. Inizialmente affermatasi come centro dell’elettronica, al punto da essere soprannominata denki no machi 電気の町 (“città dell’elettricità”). Oggi gode di vasta popolarità, soprattutto in seguito al fenomeno mondiale di anime e manga, che rappresentano una delle colonne portanti dello stesso quartiere tokyota, meta imperdibile per i fan del genere. Tra questi si distinguono gli otaku. 

Senz’altro, visitare Akihabara è piacevole per le sue ricche attrazioni, che spaziano dai café a tema giapponesi ai rinomati negozi di action figures e gadgets di ogni tipo. Uno fra questi, che si sviluppa su più piani, è Mandarake. In quanto agli store in cui più è consigliato fare un salto, ne riparleremo tra un po’. 

Esplorare Akihabara: la storia 

1. Fino al primo Novecento 

In quanto collocata nei pressi di uno dei ingressi della città di Edo (attuale Tokyo), fu adoperata come scorciatoia per raggiungere il Giappone nord-occidentale. Era, inoltre, la culla di numerosi artigiani, samurai di bassa classe e commercianti. Nel 1869 un terribile incendio portò alla distruzione dell’area di Akihabara, che avrebbe poi accolto, grazie all’intervento dei residenti, l’akibajinja 秋葉神社 (“altare di Akiba”), dove con Akiba si allude ad un kami in grado di controllare le fiamme, prevenendo futuri disastri. Infatti, la traduzione letterale è l’altare che estingue le fiamme. 

Esplorare Akihabara, come stiamo osservando, è interessante anche in relazione allo strato culturale e storico che ha contribuito alla sua affermazione per come la conosciamo oggi. 

Nel 1890 fu inaugurata la famosa stazione di Akihabara, luogo di transito di estrema comodità, e che avrebbe garantito numerosi spostamenti. 

In seguito alla Seconda Guerra Mondiale, la mancanza di un rigoroso sistema di controllo da parte del governo permise l’insediamento di un proficuo mercato nero, che sollevò le sorti del quartiere e fece da precursore al miracolo elettronico che si è sperimentato nel medesimo luogo qualche decennio dopo. 

2. Akihabara dal 1980 ad oggi 

L’originale campo delle foglie d’autunno divenne il cuore dell’elettronica e dell’intraprendenza, ospitando tantissimi specialisti informatici o dilettanti del settore, promuovendone il suo sviluppo. 

Una stragrande fetta dei consumatori che si registrano oggi sono i suddetti otaku, con un vivido interesse verso anime, manga e prodotti videoludici. Alcuni arrivano, oggi, a considerare il posto come un luogo sacro per la propria cultura.  Per loro esplorare Akihabara rientrerà certamente nei ricordi più significativi.

Cosa visitare ad Akihabara 

Con molta probabilità il punto più atteso dai lettori dell’articolo. 

Premettiamo che, diversamente da come ci si aspetterebbe, con Akihabara non si intende esclusivamente l’annoverata zona circoscritta intorno all’omonima stazione, collocata nella divisione amministrativa di Chiyoda, ma una porzione di territorio contenuta tra i distretti di Sotokanda 外神田 e Kanda – Sakumacho 神田佐久間町, ove vicino risiede la famosa stazione.  Il punto è che, per il successo che il cuore del quartiere ha riscosso negli anni, con Akihabara si è alluso a quella che noi tutti conosciamo e in cui curioseremo più dettagliatamente. 

Per esplorare Akihabara al meglio, si può cominciare col fare un salto al famoso Radio Kaikan: edificio che, come Mandarake (dove si potranno acquistare doujinshi), ospita più piani in cui sono distribuiti manga, action figures, gadgets e persino gashapon. Tantissimo il materiale promozionale in vista di eventi a tema anime (anche in virtù dei titoli più famosi del momento), e l’ampio range di forme intrattenimento, come i pachi-slot (da pachinko e slot machine).

Per i fan di videogames e  sale arcade, non potrete rinunciare a famose arcade buildings, targate dai più grandi brand del panorama videoludico: dalla SEGA alla Namco. 

Per chi è, invece, estimatore della lunga tradizione di musica pop giapponese, non può perdersi l’AKB48 Theatre, in onore dell’omonimo girl group nipponico. 

E per concludere, perché non dare una possibilità ai numerosissimi café a tema locali? Ve n’è uno per i gufi (in giapponese fukurou ), la saga di successo della Square Enix Final Fantasy, ed anche a tema  maid (per cui tra l’altro, sulle disparate insegne pubblicitarie è possibile vedere l’espressione boshuu 募集, “chiamata di lavoro”, per chi ne è interessato). 

Fonte immagine in evidenza: Wikipedia

Altri articoli da non perdere
Trappole turistiche di Parigi: 5 da evitare
Trappole turistiche di Parigi: 5 da evitare

Parigi, una delle capitali europee più amate, è ricordata nell'immaginario collettivo per il suo fascino romantico. Ma non bisogna credere Scopri di più

Travel blogger famosi, i 5 da seguire
Travel blogger, I 5 da seguire

I travel blogger famosi hanno un ruolo fondamentale nell’organizzazione dei nostri viaggi e delle nostre avventure.       Essi Scopri di più

Cosa vedere a Bari: 4 posti della città da conoscere
Cose da vedere a Bari: 4 posti della città da conoscere

Cosa vedere a Bari, storia della città La città metropolitana di Bari, capoluogo di regione della Puglia, ospita circa 315.625 Scopri di più

Borghi più belli d’Italia 2024: 3 da conoscere
Borghi più belli d'Italia 2024: 3 da conoscere

I Borghi più belli d'Italia 2024 Ogni anno nel nostro paese vengono scelti determinati luoghi in ogni regione che vengono Scopri di più

Monumenti più importanti di Edimburgo: i 4 più belli
Monumenti più importanti di Edimburgo; i 4 più belli

Quali sono i monumenti più importanti di Edimburgo? Edimburgo, con i suoi paesaggi dominati dal maestoso castello, attrae visitatori provenienti Scopri di più

Cose da fare in Norvegia: 8 luoghi da vedere una volta nella vita
Cose da fare in Norvegia

Cose da fare in Norvegia almeno una volta nella vita? Ecco una guida con 8 consigli che ti aiuterà a Scopri di più

A proposito di Francesco Andreotti

Vedi tutti gli articoli di Francesco Andreotti

Commenta