Le sorelle Macaluso, una storia tutta al femminile

le sorelle Macaluso

Presentato alla 77esima edizione della Mostra Internazionale d’arte cinematografica di Venezia, dopo un breve passaggio nelle sale (uscito il 10 settembre su distribuzione Teodora Film), Le sorelle Macaluso, scrittura e regia di Emma Dante, tratto dall’omonima pièce teatrale della drammaturga (vincitrice nel 2014 del Premio Ubu), arriva in streaming, pallido sollievo per i cinefili che continuano a fare i conti con le luci spente dei cinema. 

Maria, Pinuccia, Lia, Katia, Antonella. L’infanzia, l’età adulta e la vecchiaia di cinque sorelle nate e cresciute in un appartamento all’ultimo piano di una palazzina nella periferia di Palermo. Una casa che porta i segni del tempo che passa come chi ci è cresciuto e chi ancora ci abita. La storia di cinque donne, di una famiglia, di chi va via, di chi resta e di chi resiste. Un dramma familiare, tutto al femminile, scandito da ricordi che riaffiorano e un tempo che non passa. Perché all’incessante scorrere della vita, dall’infanzia all’età adulta, all’inevitabile invecchiare dei corpi, non necessariamente segue il cambiamento. Quello è una dimensione interiore, che poco ha a che fare coi capelli bianchi e l’intonaco incrostato di una casa un tempo nuova. Nella casa delle sorelle Macaluso tutto cambia e tutto è come prima

Se nella versione teatrale non c’è scenografia, nel film la casa è un elemento importante, simbolico, come la stessa Emma Dante ha dichiarato, un sesto personaggio. «Le sorelle vengono dal buio e tornano al buio su un palcoscenico vuoto, disadorno. Dopo averle frequentate per così tanto tempo ho pensato che mi sarebbe piaciuto dar loro una casa, e che il cinema mi permetteva di farlo. La casa, che è un corpo che, con i suoi mobili e i suoi oggetti, è un corpo dentro al quale viviamo, e che assorbe tutto di noi: le nostre gioie, i nostri dolori, i nostri gesti, le nostre vite.»

Una casa che conosce la gioia, l’innocenza, la colpa e la disperazione. Una casa da cui più si tenta di scappare, più si viene risucchiati e vi si torna sempre, come sempre tornano i colombi nella loro colombaia e nelle loro vite immobili. Con uno sguardo sempre rivolto al passato e alla morte che prematuramente le ha sconvolte, le sorelle Macaluso simboleggiano la vita che passa senza che ce ne rendiamo conto e il pugno di sogni rimandati che ci resta nelle mani quando ormai è troppo tardi.

Un magmatico universo femminile in cui la patina del tempo, vero protagonista del film, è resa dai delicatissimi colori della fotografia, dagli interni volutamente degradati e da colonne sonore (da Nannini a Battiato) volte ad acuire le emozioni suscitate dai sentimenti puri e dalle fragilità di cui il lavoro della Dante si fa manifesto.

 Qui de Le sorelle Macaluso.

Fonte immagine: artribune.com

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A proposito di Rossella Capuano

Amante della lettura, scrittura e di tutto ciò che ha a che fare con le parole, è laureata in Filologia, letterature e civiltà del mondo antico. Insegna materie letterarie. Nel tempo libero si diletta assecondando le sue passioni: fotografia, musica, cinema, teatro, viaggio. Con la valigia sempre pronta, si definisce “un occhio attento” con cui osserva criticamente la realtà che la circonda.

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