I divieti più strani nelle varie città italiane

Molti di noi rimangono sconvolti quando scoprono che a Singapore sono stati vietati i chewing-gum, oppure che fino a qualche anno fa, in Arabia Saudita, le donne avevano il divieto assoluto di guidare la macchina.

In realtà, non c’è bisogno di andare fino all’altra parte del mondo per trovare divieti strani e ordinanze particolari: anche in Italia ne abbiamo in abbondanza.

Proprio così! Il nostro Bel Paese si distingue per la presenza di alcune legislazioni comunali che fanno storcere il naso a molti. In questo articolo, andremo a scoprire alcuni dei divieti più strani che erano o sono ancora in vigore nelle città italiane.

 

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Via i sex shop da Sorrento

Alla fine dell’anno scorso, il sindaco di Sorrento Massimo Coppola ha firmato un’ordinanza che vieta l’apertura dei sex shop nel centro della città e prevede la chiusura di quelli già esistenti.

Il motivo? Secondo il primo cittadino, queste attività sarebbero poco decorose e scandalizzerebbero le signore che passano per le vie del centro per andare e tornare da messa. Insomma, agli abitanti di Sorrento non resta che fare online i propri acquisti per la camera da letto.

Niente cani in centro

Nel 2021, il sindaco della città di Tursi in provincia di Matera aveva vietato ai cittadini la possibilità di passeggiare con i propri amici a quattro zampe nelle vie principali del centro, nei parchi gioco e nelle piazze.

Secondo Salvatore Cosima, infatti, i padroni non si sarebbero curati abbastanza dell’igiene degli spazi pubblici e non avrebbero raccolto i bisogni dei propri cani, portando così al degrado della città.

Per fortuna, però, dopo pochi mesi, l’Oipa (Organizzazione internazionale protezione animali) è riuscita a ottenere l’annullamento dell’ordinanza.

 

Vietati i baci in macchina

Torniamo in provincia di Salerno, questa volta nella celebre città di Eboli, dove il codice della strada è davvero molto rigoroso, forse anche troppo!

In questa cittadina del sud Italia, infatti, è vietato baciarsi e scambiarsi effusioni mentre si è alla guida della propria macchina.

Stesso vale per chi decide di appartarsi nel proprio mezzo per passare qualche momento amore e affetto: chi lo fa può incorrere in contravvenzioni che vanno dai 50 fino ai 500 euro. Come nel caso dei sex shop, questo comportamento potrebbe scandalizzare i passanti.

 

Niente più infradito alle Cinque Terre

Dall’aprile del 2019, nei comuni di Monterosso, Vernazza, Corniglia e nelle frazioni di Manarola e Riomaggiore è assolutamente vietato circolare per strada con infradito, sandali e ciabatte. Chi infrange questa norma può ricevere una multa che va dai 50 fino ai 2.500 euro.

In realtà, al contrario dei divieti precedenti, si tratta di una vera e propria misura di sicurezza. Molti turisti italiani e stranieri vanno alle Cinque Terre convinti di fare passeggiate in riva al mare. In realtà, non è affatto così.

I sentieri che portano da una città all’altra sono ripidi e rocciosi e devono essere affrontati con l’attrezzatura adatta per evitare incidenti anche letali.

 

Addio al kebab nel centro di Lucca

Da ormai una decina di anni, nel centro di Lucca è in vigore una normativa che vieta l’apertura di ristoranti di cucina etnica e straniera. Sì, hai capito bene: nel centro di questo capoluogo toscano non è possibile trovare kebab, ma neanche ristoranti indiani, cinesi, giapponesi o francesi.

I motivi che stanno dietro a questo particolare divieto sembrano essere due. Il primo è la volontà del consiglio comunale di promuovere la cultura, la tradizione e, di conseguenza, anche la cucina tipica italiana. Il secondo, invece, è legato alla salvaguardia dell’immagine di Lucca che ogni anno ospita migliaia di turisti dall’Italia e dal mondo.

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