È uscito lo scorso 18 luglio “La dissolvenza della memoria”, un romanzo dello scrittore cremasco Lauro Zanchi, finalista al torneo letterario gratuito IoScrittore, promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol.
A proposito del concorso Zanchi ha dichiarato: “In me vive da sempre l’anima dell’agonista. Sarà che da bambino mio padre mi mise su una bicicletta da corsa dalla quale non sono mai sceso, sarà perché le sfide mi entusiasmano, quando sono venuto a conoscenza del torneo IoScrittore, ho semplicemente assecondato il mio istinto, partecipandoci. Provando però a ragionare anche in termini di opportunità: giocarmi la possibilità di entrare a far parte del gruppo editoriale Mauri Spagnol. […] IoScrittore è torneo estremamente democratico proprio perché garantisce a tutti i partecipanti le stesse possibilità e la stessa attenzione e a ognuno l’opportunità di essere letti e valutati anche dagli editor di GeMS. Che non è così facile e scontato quando ci si propone a case editrici del calibro di quelle del Gruppo Mauri Spagnol”.
La dissolvenza della memoria: la trama del libro di Lauro Zanchi
La dissolvenza della memoria ha per protagonista il cinquantenne Vittorio Verbini, un maestro elementare di Crema che, a parte qualche screzio passato col padre che avrebbe voluto lasciargli lo studio da avvocato, mentre lui ha scelto la carriera scolastica, ha una vita tutto sommato serena. Sua moglie lo ama, i suoi due figli stanno trovando il loro posto nel mondo e ha un lavoro che svolge con passione da anni. Da un giorno all’altro, però, la sua esistenza viene sconvolta da una diagnosi medica: Vittorio ha la talassemia, una forma intermedia fortunatamente non grave e dunque curabile. A sconvolgerlo tuttavia non è tanto la scoperta della malattia in sé, quanto il fatto che si tratta di una malattia genetica. I suoi genitori sono sani. L’ereditarietà genetica non trova traccia nelle generazioni precedenti di quella che ha sempre creduto fosse la sua famiglia biologica. Da chi ha dunque ereditato il “sangue malato”?!
Vittorio vuole vederci chiaro e capire quale verità si nasconde dietro questa storia. Smarrito e amareggiato, il maestro inizia dunque a scavare nel suo passato alla ricerca delle sue radici. Emerge un’inaspettata verità: Vittorio è uno dei bambini sopravvissuti ad una delle più grandi tragedie italiane, il disastro del Vajont, avvenuto la sera del 9 ottobre 1963, quando un muro d’acqua travolse Longarone e i suoi abitanti. Una notte di paura e morte che in un attimo ha spazzato via la vita di tante persone, tra cui quella dei genitori dell’allora quattrenne Vittorio che fu salvato da un alpino e successivamente adottato da un importante avvocato di Crema e da sua moglie.
Una storia travolgente
È una storia intensa ed emozionante quella narrata da Lauro Zanchi – già autore di due romanzi (“Assoluto incontro“, “L’ultimo pensiero“), di una raccolta di poesie e di una raccolta di prose e poesie – che si intreccia con una delle pagine più terribili della storia italiana. Il disastro del Vajont cancellò in un colpo solo tre paesi, Longarone, Erto e Casso, provocando la morte di oltre 2000 persone. Furono pochi i superstiti, tra cui un centinaio di bambini.
La storia del maestro Verbini è dunque per l’autore un pretesto per raccontare una dolorosa vicenda che ha segnato il nostro Paese. E lo fa in modo delicato e toccante, consegnando ai lettori un romanzo profondo che scava nell’anima di un uomo che in un attimo vede crollare tutte le sue certezze, tutto ciò in cui aveva creduto fino alla scoperta di un passato dimenticato.
“Com’è strana la vita: passi più di cinquant’anni in un’apparente normalità. Fai le stesse cose: ti svegli la mattina, il lavoro, la famiglia, le passioni. Pasqua e Natale, le vacanze, i compleanni. E lo fai in un ciclo che ti sembra infinito, di benessere e di assuefazione allo stesso tempo. Poi un giorno quella normalità si disintegra, va in mille pezzi e ti domandi se tutto il tempo che ti resta davanti sarà sufficiente per ricomporli. Vivi cinquant’anni di normalità anche se ti porti dentro da sempre il sangue sbagliato. E non lo sai. Un giorno lui si sveglia e ti scaglia il primo colpo, la prima martellata alla tua bolla di cristallo, che si crepa, ma resiste. Per poco, ma resiste, perché scopri che il nome che ti porti non è il tuo nome, che i tuoi anni non sono originali. E se è vero che ogni uomo nasce e muore, è vero che tutti noi conosciamo il giorno in cui siamo nati e per fortuna non quello in cui ce ne andremo. Ci sono poche certezze nella vita di un uomo e tra queste, il giorno del tuo compleanno. E io nemmeno lo conosco, qual è quel giorno. Dopo oltre cinquant’anni di Natale, Pasqua e compleanni.”
È facile per chi legge entrare in empatia con la storia del protagonista e “annegare” in un mare di emozioni contrastanti. La dissolvenza della memoria di Lauro Zanchi ha ricevuto diversi premi, tuttavia non ha ancora avuto una pubblicazione di livello, che invece un romanzo diretto e travolgente come questo, dallo stile fluido ed elegante, meriterebbe.
Un libro da non perdere!
[foto: comunicato stampa]