Giacomo Matteotti: il centenario dalla sua morte

Giacomo Matteotti

In questo articolo vi presenteremo la vita di Giacomo Matteotti, nato il 22 maggio 1885 a Fratta Polesine, fu un politico e giornalista italiano noto per la sua ferma opposizione al fascismo, si laureò in giurisprudenza all’Università di Bologna e si avvicinò al socialismo divenendo membro del Partito Socialista Italiano. La figura di Giacomo Matteotti é solo una delle tante vittime della violenza del regime fascista ed è protagonista di uno degli episodi più cruenti e crudi della repressione fascista.

Panorama storico 

La vita di Giacomo Matteotti si intreccia inevitabilmente con gli eventi del primo dopoguerra, in cui l’Italia affronta una forte inflazione, difficoltà produttive e tensioni sociali. Le nuove leggi elettorali favoriscono partiti ben organizzati come il Partito Popolare Italiano (PPI) e il Partito Socialista Italiano (PSI). La situazione economica e sociale è precaria, con agitazioni nelle fabbriche e nelle campagne. Il trattato di Londra del 1915, che prometteva all’Italia territori come la Dalmazia, non viene rispettato, causando un forte malcontento nazionalista. Gabriele D’Annunzio occupa Fiume nel 1919, ma la città viene poi dichiarata libera con il trattato di Rapallo del 1920.

La nascita del fascismoGiacomo Matteotti

Nel corso della vita di Giacomo Matteotti, molti eventi sociali avvennero: scioperi e varie occupazioni di fabbriche e terre aumentano, con il PSI che spinge per una rivoluzione bolscevica. Nasce successivamente il movimento fascista di Mussolini, che abbandona le riforme sociali e adotta un forte antisocialismo. Il fascismo ottiene il sostegno di industriali e agrari, diventando un movimento paramilitare violento che combatte socialisti e sindacalisti. Nel 1922, Mussolini organizza la marcia su Roma e ottiene il potere, formando un governo che segna l’inizio della fine della democrazia liberale. Tra il 1922 e il 1925, il fascismo in Italia consolida il suo potere con misure economiche liberiste e nuove leggi elettorali che favoriscono i fascisti. Nel 1925, Mussolini dichiara la responsabilità per la violenza fascista, scioglie i partiti di opposizione e istituzionalizza il regime con leggi che eliminano le istituzioni elettive. I Patti Lateranensi del 1929 segnano un accordo con la Chiesa cattolica. Il fascismo costruisce un potente apparato simbolico e rituale, celebrando miti nazionalisti e la violenza politica. La bandiera tricolore diventa un simbolo sacro, e il regime organizza eventi pubblici per mobilitare le masse e consolidare il suo potere. Le elezioni si tengono nel 1926 ma è un clima di tensione perché la milizia volontaria è sempre in agguato e la popolazione è praticamente spinta per terrore a votare al PNF, che a questo punto può salire al governo. Questo è il clima politico in cui ha vissuto Giacomo Matteotti.

Giacomo Matteotti e il suo intervento

La violenza e il clima di tensione delle elezioni vengono denunciate il 30 maggio del 1924, tenne un discorso alla Camera dei Deputati in cui criticò duramente il regime di Mussolini. Dieci giorni dopo, il 10 giugno 1924, fu rapito e assassinato da squadristi fascisti. La sua morte scosse profondamente l’opinione pubblica e rappresentò un punto di svolta nella lotta contro il fascismo in Italia. Il sacrificio di Giacomo Matteotti, però, non è stato vano, nasce da un atto di protesta chiamato atto di secessione sull’Aventino contro Mussolini, sull’uccisione di Giacomo Matteotti. A questo punto il duce si accorge della crisi che è scoppiata in Parlamento e del pericolo che può correre, ma decide di non darla vinta ai nemici: fa un discorso pochi giorni dopo dove si prende la colpa dell’assassinio dicendo che se il fascismo è stato interpretato solo come un movimento di violenza la colpa è sua e che il problema sarà risolto perché il suo amore per la patria è incondizionato, continuando così a governare indisturbato con il suo partito, come se niente fosse successo.

Giacomo Matteotti é stato uno dei primissimi leader anti-fascisti in italia che ha deciso di denunciare la situazione, cercando di far aprire gli occhi alle persone, e sembrava esserci riuscito, ma poi Mussolini ha giocato bene le sue carte.

Fonte immagine in evidenza: wikipedia 

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