Leggi fascistissime: cosa sono e cosa imponevano

Leggi fascistissime: cosa sono e cosa imponevano

Leggi fascistissime: cosa sono e cosa imponevano

Con il termine Leggi fascistissime si fa riferimento ad una serie di norme giuridiche emanate tra il 1925 e il 1926, che diedero inizio ad una vera e propria trasformazione dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia in senso autoritario.

Nell’ambito delle Leggi fascistissime, la Camera dei deputati sarà sostituita dalla Camera dei fasci e delle corporazioni, la cui composizione e la portata reale dei poteri ne escluderanno i caratteri di effettiva titolarità della rappresentanza nazionale e di cotitolarità, condivisa con il re e con il Senato, del potere legislativo.
Sfruttando il clima creato dagli attentati, Benito Mussolini, introdusse le suddette Leggi fascistissime, provvedimenti – eccezionali – per la difesa dello Stato e che portano a compimento il concetto di dittatura.
Chiuso ogni spiraglio di libertà, licenziati gli ultimi direttori non Fascisti dei quotidiani del tempo. Ha inizio così la “Fascistizzazione della stampa”, ogni notizia doveva essere approvata da quello che era il fiduciario di Mussolini. In una società di fatto diventata un regime, le Leggi fascistissime prevedevano una serie di provvedimenti volti a contrastare qualsiasi pensiero, opinione, ideologia che non si rifacesse a quelle in vigore.

Stroncata ogni forma di opposizione, considerati dei pericolosissimi focolai che col tempo avrebbero potuto portare alla decadenza del Fascismo.

Dal punto di vista politico e sociale, le leggi fascistissime prevedevano:

  • L’abolizione di forma di democrazia interna con la soppressione della stampa.
    Mussolini, in passato giornalista, conosceva bene l’opinione pubblica, e quindi già nel 1923 aveva iniziato un’azione di schedatura e controllo delle persone che ruotavano attorno ai giornali.
  •  Le direttive sono erano decise dall’alto, qualsiasi fosse la loro natura.
  • Il Partito Nazionale Fascista diventa un partito unico, gerarchicamente subordinato al capo; il partito stesso venne progressivamente svuotato di ogni sua funzione.
  • Furono ampliati i poteri dei prefetti.
  • Istituzione del confino per chi si opponeva al Regime.

Di fatto finiva lo Stato Liberale e aveva inizio il Fascismo vero e proprio. Le Leggi fascistissime condussero ad uno Stato di dittatura completa, anche se secondo alcuni storici, il totalitarismo mussoliniano rimase sempre assai incompleto. Mussolini stesso dovette stringere dei “compromessi”; il Re era di fatto il Capo dello Stato, all’interno del quale il Duce era solo il Presidente del Consiglio. Il Senato era di nomina regia e l’esercito giuravano fedeltà al Re, non a Mussolini.

Tra gli organi di repressione:

  • L’OVRA (Opera Vigilanza Repressione Antifascista)
    servizi segreti di polizia politica.
  • Un Tribunale Speciale per la sicurezza dello Stato.

La politica totalitaria, la scarsa considerazione nei confronti dei diritti civili e dei valori umani, il controllo liberticida dell’informazione e la propaganda attraverso i mezzi di comunicazione determinarono, l’opposizione, più o meno attiva, di molti intellettuali.
Ovviamente anche la scuola subì il peso del controllo del regime e fu annoverata tra i provvedimenti delle Leggi fascistissime; gli insegnanti dovevano iscriversi alle associazioni di partito e il loro operato era sorvegliato. Una maggiore autonomia fu data alle Università, ma a partire dal 1931 anche i professori universitari furono obbligati a giurare fedeltà al regime.
L’attenzione nei confronti dei giovani era mirata a far sì che diventassero dei buoni soldati, e proprio per questo, anche il loro tempo libero doveva essere dedicato alla disciplina. A tal proposito venne istituita un’organizzazione, l’Opera nazionale Balilla, volta ad occuparsi delle attività sportive e paramilitari, simili a quelle dei soldati, dei ragazzi dagli 8 ai 17 anni.

Ecco dunque che le Leggi fascistissime, chiamate anche “Leggi eccezionali del Fascismo”, riguardarono una serie di norme giuridiche, emanate dal Duce, tra il 1925 e il 1926 e che avviarono una vera e propria trasformazione dell’ordinamento giuridico del Regno d’Italia nel regime fascista.

Le Leggi fascistissime furono una tappa fondamentale per instaurare la dittatura in Italia e furono da esempio per molti altri aspiranti dittatori in Europa e altrove.
Ricordiamo che il Fascismo nacque in un contesto di malcontento diffuso, in un momento economicamente difficile, elementi che favorirono lo sviluppo di una serie di leggi volte a contrastare gradualmente ogni forma di opposizione, in un regime assoluto.

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