Arti marziali cinesi: chi sono i monaci Shaolin

Arti marziali cinesi: chi sono i monaci Shaolin

Le arti marziali cinesi, conosciute generalmente con il termine Kung Fu o Wushu, nacquero da un’esigenza di autodifesa, ma non solo; infatti, non sono soltanto tecniche di combattimento, bensì rappresentano un vero e proprio percorso di crescita interiore, basato sulla connessione con la filosofia taoista e buddhista. Per questo, valori come la disciplina, il rispetto verso l’avversario e l’equilibrio tra mente, corpo e natura sono i capisaldi che danno forma a queste arti marziali.

Si ritiene che il progenitore di tutte le arti marziali cinesi sia lo Shaolinquan, considerato uno degli stili più antichi di arti marziali asiatiche, praticato originariamente dai monaci Shaolin buddisti del monastero di Shaolin, nella provincia di Henan.

La storia delle arti marziali cinesi dei monaci Shaolin

Nel 621 d.C., durante la fase rivoluzionaria delle dinastie Sui e Tang, il re Li Shi Ming di Qin chiese aiuto a tredici monaci Shaolin nello scontro contro il regno di Zheng. Lo scontro si concluse con la vittoria del re di Qin, che salì al trono dei Tang e, in segno di gratitudine, ricompensò i monaci Shaolin e il loro Tempio con numerosi ettari di terreno. Concesse loro anche la possibilità di addestrare i propri discepoli al combattimento, affinché potessero proteggere il Tempio Shaolin. Questi monaci vennero soprannominati “monaci guerrieri“.

Secondo alcune leggende, i monaci Shaolin, per dare un nome alle proprie tecniche e agli stili di combattimento, si ispirarono ai comportamenti degli animali. In particolare, il monaco Shi Qui Yue Chan, celebre per aver sviluppato le tecniche a mani nude, rielaborò le pratiche presenti nei testi Shaolin, creando lo scritto intitolato “Essenza dei Cinque Pugni”. I cinque pugni rappresentano i cinque animali da cui i monaci guerrieri traevano ispirazione per apprendere tecniche basate sui comportamenti di drago, serpente, gru, tigre e leopardo.

Il drago è simbolo di potenza spirituale: alimenta la mente e la respirazione, enfatizzando la fluidità dei movimenti. Il serpente rappresenta agilità e precisione, e sviluppa il controllo del Qi (energia vitale). La tigre incarna la potenza fisica e accentua prese e colpi diretti. Il leopardo simboleggia la velocità e si basa su movimenti rapidi ed esplosivi. La gru è simbolo di equilibrio, utilizzando posizioni eleganti e stabili, come quella su una sola gamba.

Il monastero Shaolin

La costruzione del monastero risale alla dinastia Wei, nel nord della Cina. Si deve a un monaco itinerante indiano buddista di nome Batuo, che giunse in Cina intorno al 464 d.C. e divenne abate del monastero. Come lui, anche i suoi discepoli monaci seguirono la dottrina Hinayana del buddismo. L’attività principale all’interno del tempio era la traduzione dei testi buddisti in lingua cinese. Fu solo con l’arrivo di Bodhidharma che il monastero si convertì al buddismo Zen.

Durante il periodo delle persecuzioni religiose, molti templi, incluso il Tempio Shaolin, caddero in declino. Questo portò a una vera crisi per le tecniche e gli stili tradizionali di arti marziali, che in molti casi scomparvero o si trasformarono, dando vita a nuove scuole e anche a sette, con stili molto diversi tra loro. 

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons – Shi deru 

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