In molti conoscono lo scrittore giapponese Dazai Osamu, autore di opere come Ningen shikkaku (Lo squalificato) e Shayō (Il sole si spegne), che rivelano lo scandaglio interiore, il senso di inadeguatezza a vivere che ha portato con sé durante tutta la sua vita. Ma non molti sanno che la figura di Dazai può essere associata a quella di una corrente letteraria nota col nome di Burai-ha, che vede come suoi componenti scrittori dissoluti, accomunati da una crisi esistenziale e mancanza di scopo nella propria vita in un contesto quale il Giappone del Dopoguerra.
Cos’è la Burai-ha: la scuola dell’irresponsabilità e della decadenza
Quella della Burai-ha, nota come scuola dell’irresponsabilità e della decadenza, non è definibile come una vera e propria scuola, ma è sicuramente un gruppo di letterati anticonformisti e ribelli nei confronti delle regole e dei costrutti sociali. Il termine burai fu infatti attribuito a questi autori da parte dei critici conservatori e significa letteralmente “inaffidabile”. I suoi membri erano definiti anche Shingesakuha, ovvero “la nuova scuola del gesaku“, in riferimento alla narrativa gesaku, per i temi anticonformisti delle loro opere. Questo termine fu coniato da Sakaguchi Ango, uno degli autori del movimento, per augurarsi una rinascita di questo tipo di letteratura, basato su opere stravaganti con il puro intento di intrattenere il pubblico.
Lo stile di vita dissoluto degli autori della scuola
Tra le caratteristiche attribuibili a questa cerchia eterogenea di scrittori c’è sicuramente lo stile di vita da bohémien che conducevano: essi erano infatti delle figure socialmente scomode, dedite alle attività più dissolute, come l’alcool, la droga e le donne. Lo stesso Dazai è un emblema di questo modo di vivere: la sofferenza esistenziale che lo affliggeva e che lo portava a condurre una vita così scapestrata si espresse in diversi tentativi di suicidio, di cui il quinto riuscito. Ancora, un altro intellettuale del movimento, Tanaka Hidemitsu, si suicidò sulla tomba dello stesso Dazai. Allo stesso tempo, gli autori della Burai-ha erano mossi da una profonda volontà di critica nei confronti del Giappone post- seconda guerra mondiale, segnato soprattutto dal periodo di occupazione americana.
Sakaguchi Ango: la critica della Burai-ha ai concetti etici giapponesi
Oltre a Dazai Osamu, ricordiamo altre figure emblematiche di questo movimento, prima fra tutte quella di Sakaguchi Ango. A lui si deve un’opera intitolata Darakuron (Sulla decadenza), pubblicata nel 1946, ovvero un saggio provocatorio in cui critica valori come quello del Bushidō, considerato falso, sfruttato dalla macchina bellica imperiale. Egli credeva che questo tipo di ideali fossero ormai in decadenza e che ciò fosse un fatto non solo da accettare, ma di cui gioire, in quanto indicava la possibilità di dar vita a una nuova etica personale e vivere con sincerità. Ovviamente questo testo fece molto scalpore e fu soggetto a numerose critiche, soprattutto da parte dei conservatori.
Oda Sakunosuke e la rappresentazione della fragilità umana
Un altro personaggio degno di nota tra gli scrittori della Burai-ha è sicuramente Oda Sakunosuke, noto per raccontare nelle sue opere la vita culturale di Osaka. Il suo lavoro principale è Meoto Zenzai (Dolci coniugali), in cui esplora le vicende di una coppia poco convenzionale: il marito ha uno stile di vita dissoluto, che ricalca quello dell’autore, ma nonostante tutto lui e sua moglie superano le avversità che gli si parano davanti. L’obiettivo di questo racconto era affrontare il tema della fragilità umana, ma anche della resilienza nella vita coniugale. Vediamo quindi in questo scrittore, così come in altri della Burai-ha, l’intenzione di rappresentare l’essere umano nelle sue sfaccettature meno convenzionali, quelle più scomode per i rigidi dettami della società giapponese: uomini privi di un motivo per vivere, o che lo cercano costantemente, persone con mancanza di fiducia nei confronti della società contemporanea, dalla quale non si sentono rappresentati, o da cui si ritengono esclusi.
L’eredità della Burai-ha: dal Bar Lupin al manga Bungo Stray Dogs
Oda Sakunosuke viene inoltre spesso associato a Sakaguchi e Dazai: si racconta infatti che tra gli intellettuali della Burai-ha loro tre fossero particolarmente amici. Essi frequentavano ambienti degradati, facevano uso di droghe e avevano relazioni con numerose donne. Spesso si incontravano nei bar, tra cui uno in particolare noto come Bar Lupin, a Tokyo, esistente ancora oggi. Si dice che qui si riunissero per bere e chiacchierare. Queste figure hanno ispirato diverse opere contemporanee, primo fra tutti il manga Bungo Stray Dogs, i cui personaggi sono ispirati a scrittori realmente esistiti, tra cui ritroviamo proprio Dazai, Oda e Sakaguchi. Ricalcando la stessa scuola Burai-ha, i tre sono infatti amici anche nella serie e formano un trio nominato proprio Stray Dogs, ovvero cani randagi.
Fonte immagine: Wiki Commons (Sakaguchi Ango fotografato da Hayashi Tadahiko)